Zerocalcare, disegni in movimento alle periferie dell’impero
“Ci sta questa chiacchierata con un sacco di interventi di gente che prova rendere la vita nei nostri territori un po’ migliore. Lo so che è la seconda volta all’Aquila in una settimana, me sto a accollà però poi basta”.
Michele Rech, per tutti Zerocalcare, si è presentato così al suo pubblico, sui social o di persona, nel capoluogo abruzzese, in un auditorium del Gssi (Gran Sasso Science Institute) pieno zeppo. Scarpette da tennis, jeans d’ordinanza e felpa grigia con caratteri e tratti a matita a declinare le sue passioni. L’hardcore punk – l’omaggio è ai Vitamin X – e il fumetto.
“Mi piaceva questa musica ma non sapevo suonare”, spiega, “però avevo tanti amici che lo facevano e pure bene. Così mi sono fatto le ossa disegnando le locandine dei loro concerti e i logo dei loro album”.
L’INTERVENTO IN INTEGRALE
Due volte all’Aquila nel giro di qualche giorno, anche se in città mancava da tempo. Venne nel 2011 per un incontro sulle fanzine all’Asilo Occupato, una delle realtà spontanee dell’immediato post-sisma insieme a Casematte, luogo di incontro e punto di riferimento di un’esperienza sociale, culturale e politica da dieci anni a questa parte.
Parte proprio da qui un discorso creativo, attraverso il racconto delle esperienze artistiche che l’hanno visto protagonista, ma anche con la testimonianze di esperienze politiche, associative e culturali a Roma e a L’Aquila.
L’arte e la politica dal basso, insomma, come elementi essenziali per la vita nei quartieri, nelle grandi e piccole città, come strumenti di contrasto all’esclusione sociale e di protagonismo degli abitanti. “Non è facile rappresentare gli spazi urbani, dal centro alle periferie”, valuta.
“Io, ad esempio, abito a Roma in zona Rebibbia in un quartiere dove trovi di tutto, dipendenti pubblici, padri di famiglia, cittadini per bene o situazioni di contrasto chi si trova a spingere per arrotondare, perché non si arriva a fine mese. Come fai a guardare le cose come se fossero tutte bianche o nero. Il fumetto e l’ironia, al contrario, mi aiutano a fare emergere questi contrasti”. Ovviamente il discorso è ben più ampio e complesso e la matita di Zerocalcare ha raggiunto anche periferie dell’impero al centro di crisi umanitarie o scenari di guerra. Ecco Kobane Calling.
Un confronto con varie realtà spontanee del territorio, come le attiviste di Lucha y Siesta, che lottano contro lo sgombero della Casa delle Donne nel quartiere di Cinecittà a Roma, importante presidio per l’autodeterminazione delle donne contro ogni discriminazione di genere, e che hanno saputo creare una mobilitazione permanente attraverso il comitato “Lucha alla città”.
C’è stato anche l’intervento della Libera Assemblea di Centocelle, una popolata rete eterogenea nata da singoli e collettivi nel quartiere romano di Centocelle dopo gli attentati mafiosi alla libreria “Pecora Elettrica”. Si parla anche del collettivo di giovanissimi aquilani Slammer Sound, cresciuto tra rap e street art nel centro storico dell’Aquila terremotata e l’esperienza di Casematte.
Chiusura nello spazio di Casematte, allestito all’interno di un’area che prima era un ospedale psichiatrico, proprio con il secondo compleanno della Slammer Sound Crew. Prima però, c’è stato un contest freestyle Featricide.