Zack Snyder’s Justice League: la recensione del film evento targato DC
Breve guida su come apprezzare a pieno il cinecomic DC di cui tanto si parla in questi giorni. Dopo aver visto i primi titoli del DC Extended Universe secondo l’ordine cronologico degli eventi, prendere la vostra copia fisica di Justice League del 2017 e, senza indugio alcuno, gettarla nella pattumiera. Dopodiché accomodarsi sul divano, o su altro supporto idoneo ed ergonomico, e godersi la Zack Snyder’s Justice League, evitando di tornare con la mente a quanto visto da quattro anni a questa parte.
Tutto è iniziato con l’hashtag #RelaseTheSnyderCut, con cui i delusissimi fans del mondo DC hanno messo la Warner Bros. con le spalle al muro, chiedendo la riedizione del progetto originale firmato Zack Snyder dopo il flop del 2017. Non è un mistero, infatti, che la casa di produzione americana abbia visto le proprie aspettative sgretolarsi, dopo un box office non all’altezza delle previsioni.
L’idea iniziale del film poneva Zack Snyder al centro di un ambizioso progetto cinematografico che avrebbe dovuto vedere la luce con L’uomo d’acciaio nel 2013, proseguire con Batman V Superman – Dawn of Justice e concludersi, parzialmente, proprio con Justice League nel 2017. Le drammatiche vicende che hanno spinto Snyder all’abbandono del progetto, però, e l’avvicendamento tra quest’ultimo e Joss Whedon in fase di post produzione, hanno portato alla realizzazione di un film ben lontano da quello che era la visione originale del regista.
La pellicola si è ben presto rivelata un clamoroso insuccesso commerciale, ricevendo non pochi attacchi da parte di critica e pubblico. Nel disperato tentativo di risollevare un franchise altrimenti fortemente compromesso, quindi, la produzione ha richiamato lo stesso Snyder, affidandogli il compito di rielaborare il film (oltre a un budget da 70 milioni di dollari che si sono aggiunti ai 300 già spesi).
A distanza di quasi quattro anni e dopo un travagliato periodo minato da rumors, fake news, ipotesi poi scartate e improbabili anticipazioni, è uscita la Zack Snyders’s Justice League: una versione in 4:3 fortemente voluta dallo stesso Snyder, e con l’aggiunta dell’80% di effetti visivi inediti tagliati in precedenza. Così come era stata inizialmente concepita, il risultato è un film di ben 242 minuti.
DIRECTOR’S CUT – Il mondo è sconvolto dalla morte di Superman, avvenuta per mano di Doomsday in Batman v Superman del 2016. La scomparsa dell’ultimo figlio di Krypton è un evento che porta con sé elementi che vanno ben oltre la semplice sconfitta di un supereroe e una caduta del genere non può che avere ripercussioni sull’intero universo. La sua morte ha infatti risvegliato le tre Scatole Madri: elementi magici che consentirebbero a chiunque ne entrasse in possesso, di assoggettare interi pianeti ai propri voleri.
I poteri delle Scatole hanno richiamato dallo spazio una minaccia aliena che porta il nome di Steppenwolf e affinché il sacrificio di Superman non risulti vano, Bruce Wayne/Batman si allea con Diana Prince/Wonder Woman per reclutare i metaumani e dar vita a una lega di individui dotati di straordinarie abilità, che possa fermare i piani dell’invasore. A rispondere all’appello del duo Affleck/Gadot saranno Aquaman, Flash e Cyborg. Supereroi in perenne conflitto coi propri demoni che andranno a costituire la Justice League.
Ma perché parliamo di “nuovo film”? Probabilmente perché questo è un titolo che col precedente ha ben poco da spartire. Stessa storia, sì. Ma mai come in questo caso, sono i “dettagli” a fare la differenza. Il merito del film è quello di dare, finalmente, struttura e anima ai vari personaggi. È ora chiaro il legame che unisce Steppenwolf a Darkseid, il principe guerriero del pianeta Apokolips. Un più ampio respiro è concesso alla figura di Aquaman che cessa di essere un “acchiappone da rimorchio”.
E lo stesso discorso vale anche per Cyborg e Flash, figure accattivanti che ora trovano una loro connotazione. La Zack Snyder’s Justice League è un film più cupo, serio e profondo rispetto al disperato (e disastroso) tentativo di emulare l’ironia tipica degli eterni rivali Marveliani, commesso nel 2017. Si analizza la psicologia e la personalità dei protagonisti. È possibile entrare nelle loro teste e conoscerne personalità e tormenti.
Qualcuno diceva: “Tutto cambia perché nulla cambi”. E qui i cambiamenti ci sono e si vedono. È da qui che deve ripartire l’Extended Universe. Scrollandosi di dosso il desiderio quasi maniacale di rincorrere un filone narrativo e iconografico, così radicato in casa Marvel, ma così distante dalla DC.