World Press Photo 2022: a Roma le foto vincitrici del concorso internazionale di fotogiornalismo
Dal 28 aprile al 12 giugno torna al Palazzo delle Esposizioni di Roma la mostra del World Press Photo 2022. La rassegna presenta in anteprima nazionale le 122 foto finaliste del prestigioso concorso internazionale di fotogiornalismo che dal 1955 premia ogni anno i migliori fotografi professionisti. L’esposizione è ideata dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam, promossa da Roma Culture e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography.
I nomi dei quattro vincitori globali dell’edizione 2022 sono stati annunciati il 7 aprile attraverso i canali online della fondazione: per questa 65° edizione, le giurie globali e regionali formate da esperti internazionali hanno esaminato i lavori di 64 823 foto e progetti, inviati da 4 066 fotografi provenienti da 130 paesi.
Amber Bracken, fotografa canadese per il New York Times, è la vincitrice del World Press Photo of the year, edizione 2022. La foto mostra una fila di abiti rossi appesi a croci di legno lungo una strada, in ricordo dei bambini indigeni morti presso la Kamloops, in British Columbia, Canada. La forza della foto sta nella dolorosa calma e grazia di quel vestitino rosso attaccato ad una croce in legno, alle cui spalle nel buio sorge l’arcobaleno: per la prima volta dal 1955 nella miglior foto singola dell’anno non compaiono esseri umani. La presidente della giuria globale Rena Effendi ha commentato: “È un’immagine che si insinua nella memoria e ispira una sorta di reazione sensoriale. Potevo quasi sentire la quiete in questa fotografia, un momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo.”
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Ad aggiudicarsi il premio World Press Photo Story of the Year è stato Matthew Abbott con la sua storia di Saving Forests with Fire, un lavoro realizzato per National Geographic/Panos Pictures, che racconta di come gli aborigeni australiani brucino strategicamente la terra in una pratica nota come combustione a freddo, in cui i fuochi si muovono lentamente, bruciando solo il sottobosco e rimuovendo l’accumulo di residui vegetali che possono alimentare fiamme più grandi, diminuendo così la CO2 per il riscaldamento climatico.
Il premio per il World Press Photo Long – Term Project Award è andato a Lalo de Almeida (Brasile) con Amazonian Dystopia, per Folha de Sāo Paulo/ Panos Pictures, che ha documentato le gravi condizioni della foresta pluviale amazzonica minacciata – in particolare negli ultimi anni – da deforestazione, estrazione mineraria, sviluppo infrastrutturale e altre scelte politiche regressive del Presidente Bolsonaro.
In mostra quest’anno anche la sezione dedicata alla nuova categoria World Press Photo Open Format Award, rivolta a progetti che utilizzano diversi media (dal video, al documentario interattivo, alle foto disegnate): la vincitrice è Isidora Romero, dall’Ecuador. Attraverso la sua storia personale, Blood is a Seed (La Sangre Es Una Semilla), l’autrice mette in discussione la scomparsa dei semi, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali. Il video è composto da fotografie digitali e cinematografiche, alcune delle quali sono state scattate su pellicola 35mm scaduta e successivamente disegnate dal padre della Romero.
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Infine, menzione d’onore a Viviana Peretti, fotografa italiana freelance con base a Bogotà per A portrait of Absence, un progetto durato nove anni passati a fotografare e indagare sul crimine di sparizione forzata in Colombia, un tributo visivo all’assenza: documenta le vite delle famiglie che sperano nel ritorno dei loro cari e il programma dell’attuale governo colombiano di riesumare e identificare i corpi delle vittime di esecuzioni extragiudiziali in tombe non registrate.
Prima di iniziare un tour mondiale, la mostra “World Press Photo 2022” è stata presentata il 15 aprile al De Nieuwe Kerk di Amsterdam, un appuntamento importante e atteso che restituisce al mondo intero l’enorme capacità documentale e narrativa delle immagini, e il fondamentale ruolo di testimonianza storica.
Dopo l’esibizione al Palazzo delle Esposizioni di Roma (dove per la prima volta sarà possibile ascoltare le interviste a tutti i fotografi con un’audioguida gratuita), le foto dei 24 vincitori del World Press Photo 2022 saranno ospitati in altre 50 nazioni.
La Giuria
Il World Press Photo Contest 2022 ha coinvolto giurie regionali e una giuria globale formata da Ernesto Benavides, Simona Ghizzoni, Tanzim Wahab, N’Goné Fall, Rena Effendi, Clare Vander Meersch e Jessica Lim. Le giurie regionali hanno prima selezionato le voci per categoria nelle loro regioni, dopodiché una giuria globale ha deciso i vincitori regionali e, da questi infine, i vincitori globali. In line a con la nuova strategia, i 4 vincitori finali sono stati dunque selezionati tra i 24 vincitori regionali 2022, per ciascuna delle 4 categorie: Singole, Storie, Progetti a lungo termine e Open Format per ognuna delle sei zone del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Sud Est asiatico e Oceania.
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I vincitori regionali: Faiz Abubakr Mohamed (Sudan), Sodiq Adelakun Adekola (Nigeria), Rijasolo (Madagascar/Francia), Rehab Eldalil (Egitto), Amanuel Sileshi (Etiopia), Fatima Shbair (Palestina), Bram Janssen (Paesi Bassi), Senthil Kumaran (India), Kosuke Okahara (Giappone), Dar Yasin (India), Konstantinos Tsakalidis (Grecia), Nanna Heitmann (Russia/Germania), Guillaume Herbaut (Francia), Jonas Bendiksen (Norvegia), Mary Gelman (Russia), Amber Bracken (Canada), Ismail Ferdous (Bangladesh), Louie Palu (Canada), Yael Martínez (Messico), Sarah Reingewirtz (USA), Vladimir Encina (Colombia), Irina Werning (Argentina), Lalo de Almeida (Brasile), Isadora Romero (Ecuador), Viviana Peretti (Italia), Anonymous (Myanmar), Matthew Abbott (Australia), Abriansyah Liberto (Indonesia), Charinthorn Rachurutchata (Thailandia) e Ta Mwe (Myanmar).