“Wonder”: la straordinaria forza di Auggie e della sua famiglia
Oggi, mercoledì 19 aprile, Rai1 propone per la prima serata Wonder: il film di Stephen Chbosky che ha sciolto il cuore del pubblico nel 2017 con la storia del piccolo Auggie. Diversità e integrazione sono una potente chiave poetica per raccontare il mondo dei ragazzini… e non solo.
Una storia coinvolgente tra lacrime e risate, con un cast perfetto: una luminosa Julia Roberts, il dolce e divertente Owen Wilson e una rosa di giovani promesse del cinema tra cui spicca il piccolo Jacob Tremblay nei panni (e sotto il trucco valso la candidatura agli Oscar per la rispettiva categoria) del protagonista Auggie.
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Sinossi
Auggie (Jacob Tremblay) ha undici anni e soffre della sindrome di Treacher-Collins che gli ha causato, fra l’altro, una grave deformità del cranio e del volto per cui ha subito ben 27 interventi chirurgici. Per questa ragione, i suoi genitori hanno deciso di non mandarlo alle elementari, dandogli un’istruzione privata. Ma, arrivato alle medie, il ragazzino comincia a frequentare una scuola, dove dovrà affrontare una serie di problemi per cercare di integrarsi.
Auggie affronta dunque la sua più grande (ma in realtà piccola in confronto a quel che ha dovuto affrontare) sfida. Al suo fianco una madre (Julia Roberts) che ha messo da parte la sua carriera di illustratrice, un padre (Owen Wilson) di una grande dolcezza che preferisce l’umorismo alla disciplina e una sorella (Izabela Vidovic) che è stata “costretta” a farsi da parte per lasciare che i suoi genitori si occupassero del suo fratellino malato.
Una storia intrisa di umanità e bontà raccontata da Chbosky in modo che la risata prenda il più possibile il posto delle lacrime nonostante l’emozione sia palpabile in ogni inquadratura. Un film coinvolgente dall’inizio alla fine, in cui il tema dell’integrazione è affrontato senza mai cedere alla retorica o al patetismo.
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Diviso in capitoli che si soffermano ciascuno sul punto di vista di un personaggio sulla storia di Auggie (il suo insegnante, il suo migliore amico, sua sorella…), Wonder è un gioiellino di buon umore e riesce a evocare temi “pesanti” con uno sguardo nuovo, umano e argomentato. Il rapporto con la malattia, l’importanza dell’amicizia, ma anche il bullismo scolastico sono affrontati con finezza ma anche con molta delicatezza.
Il regista non si pone come un moralista o un accusatore, ma cerca di far capire la sofferenza degli uni quando si trovano di fronte agli altri. L’autocommiserazione non è contemplata e la lezione di vita che trasmette il lungometraggio non può che risvegliare le coscienze senza suscitare quell’irritazione e quella suscettibilità che è frequente manifestare quando ci vengono esposti i nostri errori.
Due mondi si uniscono: quelli dei bambini e degli adulti, per mettere in luce l‘importanza capitale dell’educazione nell’accettazione di bambini come Auggie.
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