Da Washington la folle idea: sacche anticontagio per i musicisti
Washington, abbiamo un problema. Niente a che fare con missioni spaziali, allunaggi, intoppi idraulici o meccanici ai mezzi di viaggio o agli strumenti di bordo. No, il problema è altrove, nella difficile convivenza tra la pandemia da coronavirus, che non accenna a rallentare in tutto il mondo, e l’universo musicale. Uno dei tanti coinvolti nelle gravi complessità relative all’andare avanti, al trovare una strada alternativa al rischio contagi e al provare a esercitare un’attività collettiva restando al sicuro.
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A volte, però, la sensazione è che si esageri. La prudenza, così come la precauzione, non è mai troppa, specialmente se tiene in considerazione la salute, sia essa individuale o comune. I tempi che stiamo vivendo ci obbligano a tenere alta la guardia e partendo dall’assunto “si fa quel che si può“, appare evidente come anche le idee più bizzarre possano assumere un valore da tenere in considerazione.
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Se ne sono accorti alla Wenatchee High School di Washington dove hanno creato delle sacche, vere e proprie custodie come quelle per gli strumenti, all’interno delle quali i ragazzi della banda della scuola superiore possono suonare, esercitarsi, fare le prove. Una sorta di bolla a tenda, una protezione dal contatto tra i ragazzi che garantisce il rispetto delle normative anticovid ma che lascia ugualmente perplessi. Considerando, infatti, che all’interno della scuola gli spazi non mancano, e che gli strumenti sono di proprietà e non interscambiabili, ciò che in molti si chiedono è se questa fosse l’unica soluzione per riprendere le lezioni di musica.
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In questi mesi abbiamo visto l’adozione di diverse idee, alcune interessanti e realmente pratiche, altre strampalate e sinceramente folli, per provare a tornare alla normalità. La sensazione, però, è che ce ne vorrà prima che questa parola o questo concetto smettano di essere utilizzati nel quotidiano in maniera così esasperata. Le campagne di vaccinazione procedono a ritmo altalenante e la fiducia riposta nei vaccini diventa ogni giorno sempre più grande. Si preannuncia un altro anno nero per la musica dal vivo, così come per le attività culturali al chiuso più in generale. Da Washington il segnale è chiaro: ripartire, a tutti i costi. La domanda, però, è sempre la stessa: a tutti i costi?