Vive la France, vive les bibliothèques indépendantes!
Amazon vs tutti. Ormai questo scontro è prossimo un po’ in tutte le categorie di vendita. Il colosso di Jeff Bezos spadroneggia in molti ambiti, se non tutti, ma in qualche settore la sua concorrenza sembra davvero spietata. È il caso delle librerie, in particolare modo le piccole librerie indipendenti di quartiere. La Francia ne sa qualcosa e, da bravo paese rivoluzionario che non si fa mai parlar dietro, ha deciso di intraprendere davvero questo scontro apparentemente impari, pensando seriamente di vincerlo.
È stato pensato proprio in questi giorni un progetto di legge che prevede la riduzione del vantaggio concorrenziale di Amazon nei confronti delle fisiche librerie indipendenti francesi, introducendo una tassa d’obbligo persino per il grande colosso americano. Sembra impossibile, eppure non lo è. La tassa prevede l’obbligo di mantenere per ogni singolo acquisto librario sul sito più famoso del mondo, le spese di spedizione. In questo modo, la comodità di avere a casa e senza spese aggiuntive il proprio libro scelto dallo schermo del pc o dello smartphone, non sarà più una scelta così ovvia.
Forse qualche cittadino francese preferirà gironzolare per la propria o città, entrare nella sua libreria di quartiere e scegliere così l’ultimo libro in uscita del suo autore preferito, comprandolo al giusto prezzo. Il progetto di legge, che non si muove solo contro Amazon ma anche contro qualsiasi rivenditore online di libri, è passato al Senato con il sostegno di Macron e ora aspetta l’ultima parola del Parlamento.
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In realtà in Francia è già dal 2014 che esiste il divieto di vendita di libri online senza spese di spedizione, ma la potenza di Amazon ha sempre avuto la meglio e ha saputo rigirare l’ostacolo a suo favore, offrendo spedizioni persino a 1 centesimo, pur di guadagnarci siepa qualcosa. Ma la situazione non è così semplice e lineare.
È facile che tutto ciò diventi una lama a doppio taglio e a dircelo è lo stesso Amazon che si oppone alla proposta di legge asserendo che in questo modo i più penalizzati saranno i centri rurali, privi di librerie e punti vendita fisici di libri, costretti ad un acquisto a prezzo superiore, per andare incontro alle grandi città rifornite in molti angolo di biblioteche e librerie.
Anche Laure Darcos, in politica da anni ma anche esperta in campo editoriale, ha appoggiato l’obiezione dell’e-commerce di Seattle, indicando il problema in riferimento a quei piccoli centri sperduti che vedono in Amazon l’unico modo per poter riempire i propri scaffali di libri. Insomma, la situazione è ancora confusa, ma la lotta sembra ormai alle porte. Per quanto persino Fnac e Leclerc sembrano d’accordo con il nuovo disegno di legge, non esiste ancora nulla di deciso; bisogna aspettare l’Assemblea Nazionale e la decisione del governo.
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La Francia ha solo scoperchiato il vaso di Pandora, ma questo “problema” riguarda tutti noi, tutte quelle nazioni le cui piccole realtà si vedono miacciate dai grandi colossi della vendita e del marketing. Siamo davvero sicuri che l’unico punto di vista sia questo? I “cattivi” e i “buoni” hanno dei ruoli così distinti?
Spesso serve osservare le due facce di una stessa medaglia per capire a pieno la situazione. Sta di fatto che la partita sembri ancora tutta da giocare, anzi che sia solo all’inizio. Vi terremo aggiornati, cari lettori.
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