Via la croce cristiana dai manifesti delle Olimpiadi di Parigi: è polemica in Francia
Il politically correct colpisce ancora: è polemica dopo che il comitato organizzatore dei Giochi Olimpici a Parigi ha svelato alcuni manifesti ufficiali per promuovere l’appuntamento internazionale previsto dal 26 luglio nella capitale francese.
All’interno delle illustrazioni, create dall’artista Ugo Gattoni, ci sono i riferimenti principali della Ville Lumiere, dalla Tour Eiffel all’Arco di Trionfo. Dal disegno sono però scomparsi due simboli: la croce, quella che svetta sulla cupola degli Invalides, e la bandiera francese. Una scelta stilistica che non è piaciuta ai leader delle destre transalpine che sono andati all’attacco: “Che senso ha fare le Olimpiadi in Francia se è per nascondere ciò che siamo?”, ha commentato Marion Marechal, capolista del partito di Eriz Zemmour alle Europee.
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Pronta la replica di Gattoni: “Nel disegnare i manifesti ufficiali non cerco di rappresentare gli oggetti o gli edifici come dovrebbero essere. Li disegno come appaiono nella mia mente, senza alcun secondo fine. Non voglio che siano fedeli all’originale, ma piuttosto che la gente possa immaginare a colpo d’occhio cosa sono, proiettandoli in un mondo surreale e festoso”.
Anche il Comitato olimpico francese, intervenuto sulla vicenda, ha minimizzato spiegando che l’assenza di croce sulla cupola degli Invalides (dove ci sono la tomba di Napoleone e il museo delle Forze armate) fa parte di “un’interpretazione artistica gioiosa e scanzonata di una città-Stato reinventata”. Molti elementi caratteristici di Parigi “sono stati reinterpretati dall’artista. Si tratta di una rappresentazione non esaustiva né fedele della realtà – l’onda di Tahiti è al largo della Marina di Marsiglia, la Tour Eiffel è rosa, la metropolitana passa sotto l’Arco di Trionfo – senza ce questo debba essere interpretato a fini politici”.
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“Togliere la croce dalla cupola della chiesa degli Invalides per il manifesto delle Olimpiadi 2024 non è laicità, è stupidità”, ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un passaggio – in francese – del suo intervento al Congresso del Ppe.
“Non possiamo rinunciare alla nostra identità. Se noi stessi non rispettiamo la nostra storia, gli altri non lo faranno mai. Il nostro è il partito cristiano-democratico, non possiamo rinunciare alla nostra identità”.