Venezia 80, Cavani: “Sono la prima regista donna a ricevere un Leone d’oro alla Carriera”
Sono la prima regista donna a ricevere il Leone d’oro alla Carriera. Dobbiamo dare la possibilità alle donne di essere viste“. Così Liliana Cavani, accolta da applausi e standing ovaiton, alla cerimonia di apertura dell’80esima Mostra del Cinema di Venezia, dopo la consegna del riconoscimento.
“Questo premio mi ha sorpreso. Ho iniziato con i documentari sulla guerra e forse questo mi ha impedito di fare la commedia, me lo hanno impedito le immagini della Seconda Guerra Mondiale viste in moviola. Io che avevo fatto lettere antiche e conoscevo la guerra del Peloponneso del settimo secolo avanti Cristo che era uno scherzo rispetto alle immagini del secondo conflitto mondiale. E poi è arrivato Francesco, intellettuale e poeta di cui parla così bene Dante e io mi fido di Dante, e Francesco parla di pace anche nel pieno delle Crociate”.
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Ad introdurre la Cavani è stata la laudatio di Charlotte Rampling, che è stata l’indimenticabile protagonista de ‘Il portiere di notte’ (1974) di Cavani, al fianco di Dirk Bogarde. “Parlerò de ‘Il portiere di notte perché in un certo senso siamo state definite da questo film sia io che Liliana“, ha dichiarato Rampling. “Ci ha mostrato nel suo senso etimologico cosa è mostruoso, attraverso l’epurazione, un elettroshock. Ha girato la macchina da presa verso il ‘mostro’ per capirlo e riconoscerlo. Liliana ha voluto raccontare una donna, reduce da Auschwitz, che non poteva raccontare il il suo lato oscuro. Ha percepito – ha concluso – che portavo delle ombre e del coraggio e mi ha voluta con lei. Hai preso tutte le nostre ombre e le hai portate alla luce. Grazie Liliana“.
Cavani ha ringraziato Rampling “per questo testo intelligente, tenebroso, lucido e fantastico. ‘Il portiere di notte’ è stata un’esperienza profonda per tutti e tre, alcune scene non c’erano nel copione e sono nate nello spazio in cui eravamo noi tre”.
La prima volta di Cavani a Venezia “fu nel 1961, vinsi un premio con un documentario sul processo di Vichy, ma ero in vacanza e non venni a ritirarlo. Tutto quel materiale filmato sulla guerra, mesi e mesi in sala montaggio mi segnarono. Per me fu una rivelazione che ci fossero ancora dei nazisti in giro, del resto ce ne sono ancora in giro… così come c’è gente che nega la Storia, nega l’esistenza dei lager, ecco i negazionisti li legherei a una poltrona per fargli vedere tutti quei filmati tremendi“. Così Liliana Cavani, combattente come sempre, alla conferenza stampa del suo ultimo film ‘L’ordine del tempo’, fuori concorso alla Mostra.
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Da domani al cinema con Vision Distribution e liberamente ispirata all’omonimo libro di Carlo Rovelli, la pellicola racconta di un gruppo di amici che si ritrova a riflettere su un quesito: ‘e se il mondo potrebbe finire nel giro di poche ore? Da quel momento, il tempo che li separa dalla possibile fine del mondo sembra scorrere diversamente, veloce ed eterno, durante una notte d’estate che cambierà le loro vite.
Nel cast Edoardo Leo, Claudia Gerini, Alessandro Gassmann, Ksenia Rappoport Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi Angeliqa Devi, Mariana Tamayo, Alida Baldari Calabria e con la partecipazione di Angela Molina. “Liliana mi ha salvato la vita, per me ‘L’ordine del tempo’ è stato una salvezza nel momento più difficile della mia vita”, ha detto Ksenia Rappoport, durante la conferenza, con gli occhi lucidi e la voce spezzata. L’attrice russa, nata a Leningrado, è affermata nel suo Paese ma è legata all’Italia da quando Giuseppe Tornatore l’ha scelta per interpretare la protagonista ne ‘La sconosciuta’, grazie a cui ha vinto un David di Donatello. “Vuoi un figlio, lo partorisci, lo fai crescere, ti prendi cura di lui, lo educhi, lo supporti in tutto. Poi, finalmente, diventa un uomo, che si innamora, che sta per sposarsi e sta per avere dei figli. Ma un giorno deve partire per la guerra e dopo uno o due giorni non esiste più. Per me questo è l’ordine del tempo dei nostri giorni”, ha concluso l’attrice.