Venezia 2024. Il Leone d’Oro alla carriera va a Sigourney Weaver
Ci siamo: ieri sera si è tenuta la cerimonia di apertura della 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, in corso fino al 7 settembre. In questa promettente edizione il Leone d’Oro alla carriera è stato attribuito all’iconica attrice americana Sigourney Weaver.
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Tre volte candidata all’Oscar, ma vincitrice di un Bafta e di un Golden Globe, è molto apprezzata dal pubblico come una delle attrici più versatili sia sul palco, sia sullo schermo: Sigourney Weaver ha saputo creare una serie di personaggi memorabili, sia drammatici che comici. Dalla Ripley di “Alien” alla Dian Fossey di “Gorilla nella nebbia” fino alla Gwen/Tawny di “Galaxy Quest” passando per la Dana Barrett di “Ghostbusters“, la Grace Augustine di “Avatar“, la Norma Haverhill di “Il maestro giardiniere“.
Altri sue interpretazioni includono “Uno scomodo testimone” (1981) con William Hurt, “Un anno vissuto pericolosamente” (1982) di Peter Weir, con Mel Gibson e Linda Hunt, “1492 – La conquista del Paradiso” (1992) di Ridley Scott e “Dave – Presidente per un giorno” (1993) di Ivan Reitman, prima di ricevere un Bafta per il suo ruolo in “Tempesta di ghiaccio” (Ang Lee, 1997).
E ancora “La mappa del mondo” (Scott Elliott, 1999), il doppiaggio nel film della Pixar “Wall-E” e il film d’animazione “Le avventure del topino Despereaux” (2008), “Benvenuti a Cedar Rapids” (2011), “Paul” (2011), “Quella casa nel bosco” (2012), “Vamps” (2012) e “Humandroid” (2015), “Sette minuti dopo la mezzanotte” (2016), “Nemesi” (2016), “Un anno con Salinger” (2020).
A 45 anni dal suo debutto in “Alien”, Sigourney Weaver non si ferma; reciterà nella black comedy “Dust Bunny” al fianco di Mads Mikkelsen e in “The Gorge” al fianco di Miles Teller e Anya Taylor-Joy.
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“Sono davvero onorata di ricevere il Leone d’Oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Questo premio è un privilegio che condivido con tutti i registi e collaboratori con cui ho lavorato nel corso degli anni. Accetto con orgoglio questo riconoscimento, che celebra anche tutti coloro che hanno contribuito a dare vita a questi film”
Sigourney Weaver
La decisione di consegnarle il Leone d’Oro alla Carriera è stata presa dal Cda della Biennale, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra, Alberto Barbera con la seguente dichiarazione:
“Ha poche rivali un’attrice del calibro di Sigourney Weaver. Forte di un’importante formazione teatrale, ha conquistato il grande pubblico cinematografico con Alien, di Ridley Scott, diventando in breve una figura emblematica degli anni ’80, nel corso dei quali ha coniato l’immagine di un’eroina senza precedenti per il genere d’azione, capace di reggere vittoriosamente il confronto con i modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato nel cinema epico e avventuroso. Non contenta di aver aperto la strada a numerose altre epigone, l’attrice ha proseguito nella ricerca incessante di una propria identità costantemente rimessa in discussione, attraverso scelte che spaziano dal film di genere alla commedia, dal cinema d’autore a quello per bambini, sfuggendo alle etichette che l’avrebbero voluta confinata all’icona vittoriosa del periodo reaganiano. Nel ruolo di autentica collaboratrice piuttosto che di semplice strumento plasmabile dalle mani di un regista, ha contribuito al successo dei film di James Cameron, Paul Schrader, Peter Weir, Michael Apted, Roman Polanski, Ivan Reitman, Mike Nichols, Ang Lee e molti altri, riuscendo ogni volta a imprimere alla propria carismatica presenza il segno indelebile di una figura complessa, talvolta contradditoria, sempre autentica. Dotata di un grande temperamento, capace di muoversi con delicatezza ma senza fragilità, ha imposto un’immagine di donna sicura e determinata, dinamica e tenace, non senza lasciar trapelare, con sfumature sempre diverse, una sensibilità femminile di intenso magnetismo.
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Il Leone d’Oro alla carriera è il doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a essere se stessa”.
(Fonte foto: La Biennale di Venezia)