“Vacanze di Natale” compie 40 anni, la nascita di un genere: il cinepanettone
Era il 1983 quando il pubblico italiano approcciava per la prima volta ad un instant movie: Vacanze di Natale è stato il primo film ambientato nello stesso periodo d’uscita delle sale, fornendo uno specchio della scanzonata società degli anni ’80.
Il pubblico apprezzò talmente la parodia di se stesso offertagli dai fratelli Vanzina che il film (prodotto da Filmauro e da Luigi e Aurelio De Laurentiis) divenne un cult e il capostipite di un fortunato – ognuno lo può considerare come meglio crede – filone cinematografico che ancora oggi sembra essere un immancabile appuntamento fisso per il pubblico tricolore: il cinepanettone.
Con le loro “battute scorrette ma spassosissime” – così le definisce Il Giornale – i fratelli Vanzina hanno conquistato il cuore degli spettatori italiani al punto che quest’anno, in occasione del quarantesimo anniversario dalla sua pubblicazione, Paramount+ ripropone “Vacanze di Natale” in streaming per un periodo limitato: dal 7 dicembre al 17 gennaio 2024.
Il colosso dello streaming ha così deciso di fare un regalo ai fan del “franchise natalizio” made in Italy e, allo stesso tempo, “ricordare una pagina di storia tutta italiana che non è mai passata di moda“.
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Nel dicembre 1983 Vacanze di Natale ha conquistato pubblico e critica con uno sprezzante ritratto di un gruppo di italiani in vacanza a Cortina proprio in quell’anno. Il film si presentava come una sorta di “sequel spirituale” di un altro successo commerciale dei fratelli Vanzina, Sapore di Mare (uscito nello stesso anno ma ambientato negli anni Sessanta) di cui riprende la comicità semplice e immediata e la maggior parte degli elementi che diventeranno caratteristici del genere.
Una vacanza di divertimento costellata di vizi, frivolezze, intrighi e mode raccontati con quell’ironia che diventerà tipica dei cinepanettoni, tentando di realizzare una fotografia fresca e disinibita dei linguaggi e in generale della gioventù di quegli anni.
Un ritratto parodico in cui evidentemente gli italiani si sono ben riconosciuti, facendo sì che le tanto esilaranti battute entrassero a far parte dell’immaginario comune: dalla simpatica “Non sono bello, piaccio” a “La libidine è qui, amore: sole, whisky e sei in pole position!” per raggiungere il culmine con “E anche questo Natale… se lo semo levato dalle p*lle!“.
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Se mai qualcuno avesse osato dimenticare il primo Vacanze di Natale, offriamo l’occasione al lettore di rinfrescarsi la memoria. E di rendersi presto conto della mancata originalità della serie di innumerevoli cinepanettoni che negli ultimi ben 40 anni ci regalano contenuti molto simili a questo film dei fratelli Vanzina, non fosse per l’aggiunta di un pizzico di modernità.
In Vacanze di Natale troviamo infatti Christian De Sica nei panni di un ricco cinico e problematico, accompagnato da Jerry Calà nel ruolo di Billo, un cantante di piano bar e Stefania Sandrelli, una donna sposata insoddisfatta. Immancabili la fotomodella americana (Karina Huff), il ragazzo proletario che si trova a Cortina come un pesce fuor d’acqua, Mario (Claudio Amendola) e ovviamente la ragazzina ricca e viziata (Antonella Interlenghi). E poi Guido Nicheli “Il Dogui” nei panni del milanese Donatone Braghetti e Riccardo Garrone, che interpretava il capofamiglia romano Giovanni Covelli. E, ancora, Moana Pozzi e Mario Brega tra gli altri.
In quanto tipica commedia degli equivoci, Vacanze di Natale ha una trama basata in prevalenza sulle trovate comiche e sui colpi di scena. Un canovaccio semplice, che si presta bene allo scopo di ottenere un film leggero e poco impegnato. Il film è ambientato a Cortina d’Ampezzo, il Paradiso delle vacanze delle famiglie italiane più illustri e ricche.
Come appena anticipato, i protagonisti sono due famiglie opposte nelle origini e nel carattere: i Covelli – facoltosa ed elegante famiglia di Milano – e i Marchetti – romanacci appena volgari ma simpatici. Le due famiglie sono destinate a incontrarsi e scontrarsi più volte nelle loro vacanze di Natale, in una sorta di rapporto tra yin e yang.
Alle incomprensioni tra Covelli e Marchetti si aggiunge la non-storia d’amore impossibile di Billo, il pianista squattrinato dell’albergo, ancora innamorato della sua ex, ora sposata con un ricco uomo d’affari milanese. Il tutto fortunatamente accompagnato dagli incantevoli paesaggi delle Dolomiti e da una splendida colonna sonora.
Dopo l’inizio sulle note di Moonlight Shadow di Mike Oldfield con Maggie Reilly, “Vacanze di Natale” vanta infatti una piacevole rassegna dei successi dance e disco del 1983 (da Dolce vita di Ryan Paris a Maracaibo di Lu Colombo) e di classici della musica pop-rock italiana come Vita spericolata di Vasco Rossi, Amore disperato di Nada, Teorema di Marco Ferradini, Grazie Roma di Antonello Venditti e L’anno che verrà di Lucio Dalla, per citarne solo alcuni.
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Seppur realizzato con un budget molto limitato e una lavorazione breve, il film fu un successo al botteghino – ben 3 miliardi delle vecchie lire – e classificandosi al 9° posto tra i 100 film più guardati tra il 1983 e il 1984.
Come anticipato in apertura, è considerato il primo titolo del filone tutto italiano dei cinepanettoni. Il termine indica ancora oggi le commedie popolari che escono nel periodo natalizio, caratterizzate da una comicità semplice – per non dire frivola e volgare – e molto immediata.
Occorre però precisare che il cinepanettone in quanto genere a sé stante nacque solo diversi anni dopo il primo “Vacanze di Natale“. Infatti a segnare l’inizio ufficiale fu il sequel del film del 1983: Vacanze di Natale ’90.
Il neologismo si imporrà solo qualche anno più tardi, appena in tempo per la sfilza di sequel: Vacanze di Natale ’95, Vacanze di Natale 2000, Vacanze di Natale a Cortina, Vacanze ai Caraibi, Natale a Miami, a New York, in crociera.. e chi più ne ha più ne metta.