Una maratona teatrale di 24 ore, la proposta dei teatri privati dopo il Dpcm
In seguito alla chiusura imposta a teatri e cinema dall’ultimo Dcm firmato dal premier il 24 ottobre, l’Atip – Associazione teatri italiani privati presieduta da Massimo Romeo Piparo esprime grande sconcerto e delusione in una lettera indirizzata oggi al presidente del Consiglio Conte, ai ministri Franceschini e Speranza, al commissario per l’emergenza Borrelli e al coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Miozzo.
Ma l’amarezza delle ultime ore non ha spento la voglia di ripartire per uscire dal baratro della crisi degli ultimi mesi: per questo l’associazione ha indetto per il prossimo mercoledì 25 novembre, esattamente 1 minuto dopo la mezzanotte (quando cioè cesserà l’obbligo di chiusura imposto dal Dpcm), la “Giornata Nazionale dello Spettacolo dal Vivo”: 24 ore di confronto e condivisione nei maggiori teatri privati italiani, da nord a Sud, che riapriranno per la prima volta in contemporanea dopo lo scorso marzo.
Al centro della Giornata nazionale incontri con politica, istituzioni, personalità del mondo della Cultura e dello Spettacolo su temi di vitale importanza: non assistenzialismo ma misure fiscali da parte dello Stato, maggiori tutele per i lavoratori, la ridefinizione dei criteri di assegnazione del Fondo Unico per lo Spettacolo, il rapporto del Teatro con la Tv e la Scuola, le differenze tra teatro pubblico e privato.
Nata nel maggio scorso, l’Atip vede come nucleo fondatore 18 grandi teatri privati sparsi lungo tutta la Penisola, ma nelle ultime settimane molte realtà produttive e numerosi teatri si sono aggiunti. I Teatri fondatori – da soli – sviluppano 28.984 posti a sedere; 2300 giornate di spettacolo dal vivo in una stagione; 2.5 milioni di biglietti venduti; 60 milioni di euro di incasso; 6 milioni di IVA sui biglietti.
I teatri ‘fondatori’ di Atip sono (in ordine alfabetico): Ambra Jovinelli, Roma (800 posti), Augusteo, Napoli (1420 posti), Celebrazioni, Bologna (966), Colosseo, Torino (1503), Creberg, Bergamo (1526), Degli Arcimboldi, Milano (2346), Geox, Padova (4500), EuropAuditorium, Bologna (1700), Lyrick, Assisi (1000), Manzoni, Milano (850), Metropolitan, Catania (1780), Morato, Brescia (1800), Politeama, Genova (1054), Quirino, Roma (850), Repower, Milano (1730), Sistina, Roma (1565), Team, Bari (2056), Verdi/A. Pagliano, Firenze (1538).
Di seguito, il testo integrale della lettera:
Oggetto: Il nuovo DPCM emanato in data 24 Ottobre u.s. desta sconcerto e delusione nel settore dei lavoratori e delle Imprese dello Spettacolo dal Vivo Privato.
Nonostante i ripetuti accorati appelli rivolti alle Istituzioni attraverso ogni forma di comunicazione pacata e responsabile, il settore dello Spettacolo dal Vivo Privato sta subendo un’ennesima battuta d’arresto che potrebbe rivelarsi fatale per la sopravvivenza stessa dell’intero comparto.
Nella assoluta consapevolezza che l’emergenza sanitaria sia concreta, preoccupante e vada quindi affrontata con forza e determinazione, le Imprese che producono e organizzano Spettacoli dal vivo si sono adoperate con ogni mezzo, anche affrontando serie difficoltà di liquidità, affinché i propri spazi e le proprie attività fossero altamente rispondenti ai criteri indicati dal Governo attraverso il proprio organo consultivo (CTS).
Diamo atto al Governo di aver cercato di sostenere il settore annunciando sussidi e fondi di ristoro all’intero Settore della Cultura. Tuttavia rileviamo che la maggior parte dei fondi sono stati destinati al Cinema e alle Istituzioni Teatrali di carattere Pubblico, riservando parti marginali di intervento alle Imprese Private.
ATIP, unendosi al coro unanime della protesta di queste ore, chiede a gran voce di poter continuare a svolgere il proprio lavoro con serietà e rispetto delle regole, salvaguardia della salute e dell’incolumità dei propri lavoratori nonché del proprio pubblico, e invita formalmente gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, nonché gli On.li Ministri Franceschini e Speranza, a fare visita ai nostri locali per accertarsi di persona dell’alto livello di sicurezza garantito, affinché possano rivedere con sollecitudine il provvedimento emanato: non ci sarà una seconda chiamata se oggi si vanificherà lo sforzo compiuto dalle nostre Imprese per la ripartenza –seppur già ampiamente contingentata- di un bene così prezioso come “la cura della mente e dell’anima” che solo la Cultura sa somministrare.
Massimo Romeo Piparo – Presidente ATIP