Una casa per i musicisti: Alchemist artigianato e relazioni umane al tempo del digitale
“Brother and sister wherever you are
We’ll meet in the house of a thousand guitars”
Gli accordi di Bruce Springsteen si sovrappongono alle forme e ai colori delle chitarre adagiate sugli scaffali a rotelle che compongono i corridoi di Alchemist, una struttura di oltre 200 metri quadri su due piani in via Madonna di Pettino, nella periferia ovest dell’Aquila. Non solo un punto vendita (dove trovi bassi, batterie, tastiere, fiati, archi, microfoni, attrezzature da DJ e sistemi di amplificazione) ma anche un luogo di ritrovo per musicisti e appassionati.
Non a caso, un divano occupa una parte importante al centro della stanza dove gli strumenti vengono esposti. “Qui ci si incontra”, sottolinea il titolare Massimiliano Etere, “ci si confronta, si scambiano esperienze di musica o semplicemente si fanno due chiacchiere”. Artigiano, commerciante e chitarrista, Etere lavora da anni nel settore musicale, costruendo e riparando chitarre classiche, elettriche e bassi, oltre a occuparsi della vendita.
Dopo 25 anni come programmatore informatico, Etere si è ritrovato senza lavoro a causa della chiusura dell’azienda per cui lavorava. Quel momento difficile si è rivelato però una svolta: ha trasformato una passione coltivata dal 2006 in una professione a tempo pieno: “Ho iniziato costruendo una chitarra elettrica con pochi attrezzi e un vecchio tavolo della cantina”, racconta Etere.
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“Negli anni ho affinato le competenze, mentre il lavoro che facevo diventava sempre più precario, fino alla chiusura dell’azienda”. Fino a qualche mese fa, il suo laboratorio si trovava in via Lanciano, nell’area est della città, non lontano dal centro storico. Un’avventura che aveva iniziato insieme a Marcello Bernardi, raccogliendo l’eredità di Musicaviva – negozio attivo dal 1994 – almeno per qualche tempo. Poi l’esperienza in solitaria, con il valore aggiunto del laboratorio di liuteria. Il processo di costruzione è meticoloso: dalla selezione dei legni, come il palissandro indiano e l’abete della Val di Fiemme, alla piegatura delle fasce e all’assemblaggio delle parti.
Solo una minima parte del lavoro viene affidata a macchinari a controllo numerico, mentre il resto è frutto di pura manualità. Ogni strumento richiede circa un mese di lavoro, trasformando semplici pezzi di legno in veri e propri oggetti di culto. “Costruire uno strumento significa”, dice spesso Etere, “mettere cuore e competenza in ogni fase. Ogni chitarra è unica, fatta su misura e, per questo, ha anche un odore particolare”. Un’arte che talvolta Etere deve mettere da parte per portare avanti la sua attività, tanto più adesso che ha dovuto riservare le energie e gli investimenti per adattare i locali di una filiale di banca (lì c’era una filiale Unicredit). La struttura si sviluppa su due piani e quello inferiore ospita il laboratorio dove lavora Valerio Fischione, chitarrista, cantante con formazione da tenore, corista e producer.
“Lo sto formando e condivido con lui tanti segreti del mestiere”, spiega il titolare. “Dall’assistenza e riparazione alla liuteria, fino all’interazione con i clienti”. Nel laboratorio, strumenti danneggiati e oggetti con un alto valore affettivo trovano nuova luce. Alchemist si muove in un momento in cui non esiste praticamente concorrenza da parte degli altri negozi della città che hanno fatto i conti con la crisi e le difficoltà legate alla logistica del centro storico di una città come L’Aquila che ancora risente dei segni del terremoto.
“La vera concorrenza ce l’ho online”, spiega, “tra le piattaforme che vendono e distribuiscono a prezzi competitivi e con rapidità di consegna, condizioni che mettono a dura prova anche negozi importanti nel centro italia. Avrei preferito la concorrenza di dieci attività fisiche nella stessa città”. Una sfida impari. “Non possiamo competere sulla scelta,” ammette Etere, “ma possiamo fare la differenza sull’esperienza”. Proprio per questo, il negozio punta a diventare non solo un luogo di acquisto, ma anche di incontro e formazione. Offrire consulenze personalizzate, provare strumenti in un ambiente accogliente e instaurare un rapporto umano con i clienti sono aspetti che il digitale non può replicare. Fino agli anni Novanta, il commerciante poteva intessere una tela di ragno per catturare i clienti, ora i paradigmi sono cambiati. Per questo motivo”, conclude il titolare, “accanto agli strumenti vendiamo un servizio e una passione”. Realtà come Alchemist dimostrano che la qualità artigianale e il valore delle relazioni umane possono ancora trovare il loro spazio, trasformando la sfida digitale in un’opportunità per innovare e rinnovarsi.
Info: Alchemist.it