Ultimo al Circo Massimo: uno show da record. Live Report + photogallery 17/07/2022
Il concerto di Ultimo si apre con una intro strumentale che accoglie il pubblico e inizia un gioco di luci e led che illuminano il palco a tempo di musica, mentre sui maxischermi compaiono immagini di stelle e pianeti. Sulle note iniziali di “Buongiorno vita”, brano che dà il via allo show, lentamente l’alba di un nuovo giorno sorge sul mondo.
Il palco è vuoto e resta “abitato” solo dalla band e dalle vocalist fino alla seconda strofa della canzone, momento in cui Ultimo sale dal right stage, circondato da calde luci arancioni.
Inizia così la prima parte del live, “Dove il mare finisce” e “Quei ragazzi” seguono la prima canzone senza pause, per accogliere il pubblico in un tripudio di luci ed emozioni, con la batteria che detta il ritmo serrato. Un momento di buio precede la scena seguente: Ultimo, al centro del palco, canta “Cascare nei tuoi occhi”, “Il ballo delle incertezze” (si illuminano i led che formano la U di Ultimo, una cupola di luci illumina tutto l’arco del palco, sui maxischermi compaiono le frasi più significative della canzone), “Poesia senza veli” (alle sue spalle le illustrazioni di Luca Arancio), “Vieni nel mio cuore”, ultimo singolo dell’artista e inno di questo tour (la cupola dei laser 3D avvolge tutto il pubblico e si muovono a ritmo, mentre nel ritornello si accendono gli sparkular), “Niente” (le immagini del videoclip ufficiale accolgono il brano, i contorni dei maxischermi sembrano andare a fuoco, le due U si illuminano di rosso), “Piccola stella” (con momento di assolo di chitarra) e “Ipocondria” (la regia passa ad Ultimo, che si muove sul palco con una piccola telecamera, riprendendo il pubblico e la band, proiettati in tempo reale sui maxischermi).
Chiude il primo blocco “Sul finale” (i maxischermi si dividono in più riquadri, mostrando dettagli dell’artista e della band), le cui note conclusive sfumano in una coda strumentale regalata dall’assolo contemporaneo delle due chitarre, una all’estremità del left stage, l’altro sulla punta del right stage, che accompagnano verso la seconda parte del concerto.
ACOUSTIC BAND
Ultimo si sposta con la parte acustica della band (percussioni, Fender Rhodes, chitarra acustica, chitarra elettrica, tromba solista, violino, violoncello) sul right stage, l’unica parte a rimanere illuminata, e si siede sulla punta del palco, quasi per rafforzare il legame intimo ed emozionale con il proprio pubblico.
La prima parte del blocco è un medley delle canzoni “Non sapere mai dove si va”, “Supereroi”, “Il bambino che contava le stelle”, “Quella casa che avevamo in mente”, “L’unica forza che ho” (con assolo di violino e violoncello), “Stasera” e “Peter Pan” (una preghiera rivolta al cielo, la mano tesa a indicare le stelle).
Nella seconda parte, anticipata da un’intro di led bianchi, Ultimo torna al centro del palco per cantare le sue canzoni più amate e iconiche: “Colpa delle favole”, “Rondini al guinzaglio” (sui maxischermi frame in bianco e nero di Ultimo a torso nudo raccontano l’uomo oltre l’artista, si attivano i geyser a Co2 dalla cornice del palco), “Fateme cantà” (scorrono dietro di lui le immagini in bianco e nero del videoclip ufficiale e la U si illumina a giorno sul finale), “I tuoi particolari”, “Pianeti” (i laser 3D tornano ad abbracciare tutto il pubblico, in un’esplosione di luci e di costellazioni) e “Ti dedico il silenzio” (Ultimo è al centro del palco, l’unica parte ad essere illuminata da luci dorate, solo nel ritornello finale tutto il palco si illumina e si accendono gli sparkular).
A conclusione, si sposta sul right stage, illuminato solamente dall’occhio di bue, mentre sui maxischermi una luna sovrasta lo stadio. Il cantautore interrompe la scaletta musicale per parlare direttamente con il suo pubblico, soffermandosi su alcune tematiche importanti per lui come persona e artista: la ricerca di una passione, il saperla coltivare e alimentare anche quando le difficoltà sembrano allontanarci dai nostri sogni.
PIANO & VOX
Per l’ultima parte del concerto, Ultimo si sposta sul left stage e si siede al pianoforte, aprendo il blocco con un assolo, avvolto dalle luci dei led incrociati e illuminato dall’occhio di bue. È giunto il momento delle canzoni più intime del suo repertorio: “La stella più fragile dell’universo”, “Giusy” (sul finale si aggiungono alla strumentale anche violino e violoncello), “Farfalla bianca” (sui maxischermi compaiono delle farfalle, che riprendono il tema della canzone), “Amati sempre”, “Quel filo che ci unisce” in mash-up con “Tutto questo sei tu” e “22 settembre” (lentamente tutto il palco si illumina, come a salutare il pubblico). Per l’ultima parte della canzone, ritorna al centro del palco e tutta la band torna a suonare, i geyser a Co2 animano la parte centrale dello stage, nascondendo l’uscita di scena dell’artista, accompagnata dall’assolo della batteria.
ENCORES
Ultimo ritorna sul palco e si siede al pianoforte per salutare il pubblico con “Sogni appesi”, canzone simbolo del suo percorso. Sui maxischermi passano veloci le immagini che ripercorrono la sua storia: i primi saggi di pianoforte da bambino, la strada verso i live, le emozioni del Colosseo vuoto in contrasto con la moltitudine di gente nei palazzetti e all’Olimpico, trasformato in volta celeste dalle luci dei telefoni.
Sulle note finali del brano, Ultimo presenta i membri della band che lo accompagnano in questo viaggio. Le chitarre tornano protagoniste delle due passerelle per un ultimo assolo combinato. La U del palco si illumina a giorno per il saluto finale al pubblico, un’esplosione di coriandoli e stelle filanti dai lati dello stadio lo avvolge, sui maxischermi la scritta “Per chi è ultimo e vale” chiude l’evento.
FOTO: ROBERTO PANUCCI