Tutti in piedi per Vincenzo Mollica, l’Italia rende omaggio al giornalista gentiluomo
Il festival di Sanremo ha già il suo vincitore ed è Vincenzo Mollica, storico, leggendario, inviato alla kermesse più importante della canzone italiana. Per lui è l’ultimo, ad attenderlo ora c’è la pensione, posticipata alla fine di questo mese proprio per permettergli di raccontare l’edizione in itinere.
“La rockstar del Tg1“, così lo ha definito Vasco Rossi, uno che di rock, star e talenti ne sa qualcosa. L’omaggio andato in scena ieri sera al teatro Ariston è stato commovente. Una standing ovation da brividi, di quelle riservate solo ai grandi campioni che salutano lo sport che li ha resi immortali, di quelle che santificano gli artisti quando fanno il loro ingresso sul palco di fronte a centomila persone.
Il suo garbo, la sua pacatezza, il sorriso perennemente stampato su quel viso affabile e da migliore amico di tutti, lo hanno reso uno tra i giornalisti musicali italiani – culturali, più in generale, – sarebbe corretto affermare – più amati in assoluto dal pubblico e dagli artisti della nostra amata Italia.
“Tutti gli italiani che guardano la tv sono amici di Vincenzo Mollica“, ha detto Amadeus, “perché Vincenzo ha dedicato tutta la sua vita alla bellezza, al cinema, ai fumetti, alla musica. Vincenzo ha un modo unico di raccontare le cose, le sue cronache del festival di Sanremo sono indimenticabili. Il balconcino di Vincenzo è il più famoso d’Italia”. Vincenzo, che sta combattendo contro due mostri, un glaucoma e il morbo di Parkinson, si commuove. A quel punto tutti in piedi, la standing ovation è solo per lui.
L’ingresso in sala stampa è trionfale. “Me la cavo abbastanza discretamente e mi tolgo dai coglioni perché il 29 febbraio vado in pensione. Ho due compagni di viaggio, uno è mister glaucoma che è un gran figlio di mignotta, un altro è mister Parkinson che mi rende come una canzone di Celentano anni ’60 che aveva due ritmi, uno lento e uno rock che partiva a centomila. Quando parte quello rock, quello hard sono cazzi, ma comunque andiamo avanti”. Anche in queste parole tutta la sua innata simpatia e dolcezza. Un gentiluomo, sempre e comunque.
Cita Fellini: “Come tenere da conto un sorriso in tasca, che può sempre servire. Un’altra, che mi disse sempre Federico: Vincenzo, non sbagliare mai il tempo di addio o un vaffanculo perché ti si può sempre ritorcere contro. Aveva ragione lui. Ciao a tutti e grazie, grazie, grazie”.
Ma, caro Vincenzo, questo non è un addio bensì un arrivederci. I tuoi insegnamenti e il tuo retaggio sono quanto di più straordinario potessi consegnarci, la tua eredità è talmente grande che non sarà la tua assenza dalla schermo a scalfirla. Un sognatore, un appassionato, un giornalista, un gentiluomo. Grazie a te.