Torre di Chia, venduta l’ultima dimora di Pasolini
La Torre di Chia nel comune di Soriano nel Cimino, l’ultima dimora di Pier Paolo Pasolini, sembra essere stata venduta a dei privati. L’attenzione intorno a questo edificio crebbe ad ottobre scorso, quando questo casale nella Tuscia fu messo in vendita da un’agenzia immobiliare.
Il luogo dove si ritirava per scrivere è un edificio medievale, in cui vissero anche gli Orsini e i Borghese, acquistato da Pasolini nel 1970. L’artista se ne innamorò durante le riprese de “Il Vangelo secondo Matteo” nel 1963. Quelle zone per lui incarnavano l’ideale estetico di quel ruralismo che lui definiva “rinascimentale”.
Con l’acquisto della Torre di Chia fece approvare anche un progetto artistico che rispettasse sia la storicità del monumento che la natura circostante. Inoltre si fece disegnare da un architetto siciliano la casa a forma di “C”.
La dimora divenne luogo di incontro di tutto il mondo intellettuale italiano e punto di riferimento per lo stesso Pasolini. La Torre di Chia divenne, come disse il regista stesso parafrasando Boccaccio, un eremo creativo in cui la cultura italiana trovò un punto di sintesi. Nella torre a cui dedicò un componimento poetico raccolto ne “La nuova gioventù. Poesie friulane (1941-1974)” passarono personaggi del calibro di Ettore Scola, Laura Betti e un giovane Walter Veltroni.
TORRE DI CHIA: LA QUESTIONE DEL DIRITTO DI PRELAZIONE
Dagli atti del Ministero della Cultura sembra dunque che la torre sia stata venduta a febbraio a dei privati. Il diritto di prelazione non è stato sfruttato dallo stesso Mic, in quanto già impegnato nell’utilizzo dei fondi per l’isola di Gallinara e un altro sito archeologico alle porte di Roma. Per questo era stato demandato ufficialmente alla Regione Lazio il diritto di prelazione sulla torre.
Zingaretti, presidente della Regione Lazio, a novembre affermò di voler salvare un simbolo della cultura, ma da quanto risulta l’organo regionale avrebbe risposto negativamente all’invito del Mic, per una spesa che si sarebbe aggirata intorno ai 750 mila euro.
Nel 2022 ricorreranno i 100 anni di Pasolini che nella Torre di Chia ha scritto numerose opere, tra cui le “Lettere luterane” e “Petrolio”. In questo spazio nel nord del Lazio troviamo lo spirito di Pasolini. Un luogo a cui era particolarmente legato. La torre per l’intellettuale bolognese esprimeva quella difesa del paesaggio che anche in un documentario della Rai (“La forma della città”), riguardante i territori della Tuscia e dell’Umbria, cercò di portare all’attenzione di tutti. Sottolineando lo stato di deturpazione provocato dai piani edilizi che stravolgevano il territorio.
“Ebbene, ti confiderò, prima di lasciarti,/ che io vorrei essere scrittore di musica,/ vivere con degli strumenti/ dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare/ nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto/ sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta/ innocenza di querce, colli, acque e botri,/ e lì comporre musica/ l’unica azione espressiva/ forse, alta, e indefinibile come le azioni della realtà”. La torre di cui Pasolini parla nel “Poeta delle ceneri” è proprio la Torre di Chia.