This is Elle: “Mi piace mettere in musica ciò che sento e ciò che gli altri vivono attirando la mia attenzione”
This Is “Elle” è una cantante e autrice italiana. Durante l’adolescenza forma la sua prima band stile rock, in cui canta e suona la chitarra, con la quale inizia fin da subito a fare live. Partecipa a vari concorsi vincendo premi sia da solista che insieme alle formazioni che nel corso degli anni l’hanno accompagnata. Si dedica esclusivamente alla musica originale, componendo da sola i brani, arrangiandoli ed incidendoli con i suoi musicisti. In contemporanea lavora con vari gruppi spaziando in vari generi: dal reggae al rock alla musica leggera, come cantante solista e corista. Nel 2006 collabora con il DJ Sergio Marini (in arte SYGMA) al quale presta la voce per il brano “Real Love” che si piazza primo in classifica per alcune settimane su Radio M2o e viene inserito nella M2o Compilation dello stesso anno.
Vola poi Inghilterra e Australia per passare due anni all’estero facendo anche esperienze live e formative per il canto. Nel 2009 uno dei suoi brani, “There is a life for you”, viene inserito nella colonna sonora del film “2012 L’avvento del male” diretto da Bryan Trenchard Smyth.
Dopo aver registrato l’album “Nowhere But Here” con l’etichetta “Impronte Records” ed i produttori Flavio Zampa e Claudio Zampa, dà vita al progetto Alternetive/Rock Elettronico di nome “ElleBorn” con un disco uscito nel 2017 “Just A Grain Of Sand“.
Inizia così un tour di sei date in Giappone, svariati concorsi vinti e due singoli primi nella classifica ascoltatori della romana Radio Rock 106.6. Dal 2020 è seguita dall’etichetta olandese “Time to kill 4” e dal produttore Barend Van Dijk con il quale pubblica alcuni singoli e nel 2021 fonda insieme al chitarrista Marco Bartoccioni il progetto Ln’B, con il quale vincono un contest a Le Mura (Roma) e sono già reduci di un mini tour in Polonia. Attualmente Elle sta lavorando al suo nuovo album da solista insieme al chitarrista compositore Matteo Petacca.
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“La mia passione per il canto e per la musica nascono da piccolissima. Ricordo che quando salivo in macchina con i miei per andare da qualche parte la prima cosa che chiedevo era: ‘Metti la musica!'”, spiega l’artista. “La mia cantante preferita all’età di 6 anni era Gianna Nannini, ed io amavo immaginare di essere lei, sul palco, con tanto di ballerini dietro di me. Quando ero adolescente mi innamorai letteralmente di Anouk, non solo della sua musica ma anche della sua personalità; mi sentivo molto affine a quell’anima ribelle che la caratterizzava e la caratterizza tuttora. Nel tempo poi ho imparato ad ascoltare di tutto, un buon compositore è soprattutto un grandissimo ascoltatore. Ho iniziato a cantare, scrivere canzoni e ad esibirmi prestissimo, circa 25 anni fa, e non ho mai smesso da allora”.
“Definisco il mio genere ‘internazionale’. C’è un po’ di tutto nella mia musica: dal pop al rock passando anche per il blues. Tanto dipende anche dal brano e da ciò che dentro mi evoca. Non mi piace pormi dei limiti in composizione. Credo che l’arte sia libertà d’espressione e in quanto tale ha bisogno di totale libertà per arrivare davvero nei cuori di chi poi ascolterà”.
“I brani sono principalmente scritti da me (testi e strutture) e poi arrangiati insieme a chi sta lavorando con me in quel periodo. Attualmente scrivo insieme a Matteo Petacca, mio meraviglioso compagno musicale e di vita. Con lui posso dire di aver finalmente trovato la strada per esprimere ciò che più mi rappresenta musicalmente e per la primissima volta nella mia vita non vedo l’ora di condividere questi “pezzi de core” con tutto il mondo”.
“Il nome “Elle” proviene dall’iniziale del mio nome di battesimo, che è Laura. This is “Elle” è il nome del mio progetto da solista, suggeritomi da Benny, il mio super produttore olandese che purtroppo a dicembre dello scorso anno ha abbandonato questo mondo”.
“Lo conobbi online. Lui si è immediatamente innamorato della mia voce, senza mezzi termini. Mi ha sempre detto che un’artista del mio calibro dovrebbe essere ascoltata e riconosciuta dal mondo intero e queste sue parole mi hanno sempre aiutata tanto da non mollare mai. Quando mesi fa se ne è andato è stato un duro colpo. Una brutta leucemia se l’è letteralmente portato via in pochissimo tempo. Ci siamo sentiti quasi tutti i giorni da quando gli avevano diagnosticato la malattia”.
“Un giorno mi chiama e mi dice che non c’era più nulla da fare. Allora io e Matteo abbiamo deciso di fargli un regalo e in 24 ore gli abbiamo scritto un pezzo, tra lacrime e incredulità. Penso sia una delle canzoni più belle che io abbia mai composto. Quando l’ha ascoltata è stato un momento così pieno di emozione per tutti che non si può descrivere… Avrebbe voluto pubblicarmelo prima del suo passaggio dall’altra parte, ma non c’è stato tempo. Questa promessa verrà però mantenuta, il brano infatti fa parte del nuovo disco in lavorazione”.
“La pandemia è stato per me un momento di riflessione. Non mi sono sentita particolarmente ispirata. Anzi, mi sono goduta quello “stare fermi” forzato in cui però per la prima volta nessuno di noi si sentiva più in dovere di fare, di diventare, di realizzare. Questo credo sia il problema più grande dell’essere umano oggi: l’apparire, l’essere riconosciuti per forza dalla società, quando invece dovremmo solo vivere e godere di ciò che facciamo quotidianamente senza aspettative”.
“Ora che le esibizioni live stanno ricominciando sono contenta, anche se qui in Italia io personalmente non mi sono mai sentita a casa. Qui se non canti in italiano e non vieni definito come cantautore con in braccio una chitarra non esisti. Puoi avere anche la voce di Whitney Huston e le abilità danzerecce di Michael Jackson, non importa granché a nessuno. Io però non ho mai voluto piegarmi ad essere ciò che non sono solo per arrivare al successo e a certi palchi. Non riesco ad essere altro se non me stessa, con tutti i miei pregi e difetti, anche perché mi si leggerebbe in faccia a chilometri e non sarei minimamente credibile”.
“Cantare in inglese è la cosa più naturale del mondo per me. Ho vissuto all’estero e girato il mondo zaino in spalla da quando ho memoria. Amo comunicare con tutti, senza escludere nessuno. La mia cultura è mondiale e non mi sento di appartenere a nessuna Nazione, quindi questa cosa si riversa anche nella mia musica”.
“Credo che il successo non dipenda dalla Nazione, bensì dalle persone che vengono a sentire la tua musica. Certo, all’estero le cose sono ben diverse, la gente va agli eventi per ascoltare davvero gli artisti, non c’è brusio né disattenzione. È proprio un’altra concezione. Qui in Italia se non sei un nome già conosciuto non vieni ascoltato molto. Poi ti basta fare un talent ed apparire figo sui social che diventi qualcuno, a prescindere dalla musica che fai, il che mi sembra abbastanza assurdo”.
“Non mi sento affezionata a ciò che si produce oggi in Italia. Anche perché nulla resta, sono tutte meteore, canzoncine, arte che resta in superficie, a parte alcuni casi validi. E poi è tanto pieno di fuffa. Mi è capitato di vincere parecchi contest e poi non aver mai ricevuto i premi vinti… Insomma, mamma Italia si fa sentire anche in questo ambito”.
“Sono felicissima per quelli che sono riusciti a fare successo attraverso i talent. Spesso non è il mezzo, ma l’obiettivo che conta. Sempre restando fedeli a chi si è qualche compromesso va anche accettato nella vita, altrimenti si resta a casa davanti al pc e a dei brani che nessuno ascolterà mai. Non ho mai escluso di partecipare ad un talent e non escluderò mai nulla nella vita. È da stupidi porsi dei limiti. L’importante è non andare fuori dai canoni di ciò che realmente sei, quello è sbagliato secondo me”.
“Le mie canzoni nascono tutte da ciò che quotidianamente vivo in prima persona o no. Mi piace mettere in musica ciò che sento e ciò che gli altri vivono attirando la mia attenzione”.
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