L’essenza di Palermo raccontata da The Vito Movement: la musica come forma di riscatto sociale
Benvenuti su The Walk Of Fame. Da pochi giorni è uscito “From Palermo”, vostro primo singolo. Volete descriverlo ai nostri lettori?
Solo il nome spinge alla lettura, all’ascolto: The Walk Of Fame grazie per averci interpellato sulle questioni palermitane. Noi mettiamo tutto dentro, culture, tradizioni, tutto quello che può servire a fare musica senza regole precise ma solo con la voglia di far saltare, a prescindere dal colore. “From Palermo” è una canzone che fotografa certamente un mondo underground che spesso non si vede con la luce del sole, è un percorso tra le vie del centro storico della città che si estende dalla Kalsa alla Vucciria sprigionando tutta l’atmosfera della movida in un colpo solo. Ed è proprio grazie a serate del genere, al gin e ai fumi dell’alcool che vengono fuori slang e filastrocche volgari, piene di ironia e metafore, dove la parolaccia è quasi uno sfogo, alternativa allo psicologo. Andamento Folk quello iniziale, tutto parte dalle nostre tradizioni, utilizziamo l’inglese solo per arricchire i nostri testi e cercare di far capire ai turisti e al nostro popolo che la diversità è ricchezza come nella vita, uguale nella musica.
La vostra musica nasce dall’underground, da quella Palermo di strada che spesso è nascosta agli occhi dei turisti e di chi non la vive. In che maniere tutto ciò si riflette sui vostri testi?
I turisti qui vengono per il mare, per il sole, per il cibo e le persone. Sicuramente molti ci conoscono anche per altre questioni, ma per chi gira il mondo e conosce Palermo, sa bene che si parla di qualcosa che è ormai un vecchio ricordo, non la nomino per non dargli troppa importanza. Qui tutti, anche se coscienti della nostra storia, abbiamo voglia di rifarci, di cambiare verso, e tanti pur di riuscirci se ne vanno all’estero. “From Palermo” è un modo di presentarci, scriviamo tante musiche e testi poetici ma a volte gli stessi non riescono a catturare l’attenzione di un pubblico che ha bisogno di essere colpito in faccia, tipo da un proiettile come questo.
La Sicilia è una terra meravigliosa, ricca di storia, cultura e sfumature sociali. La musica può mettere in risalto questi dettagli? E’ una via di fuga o un’opportunità?
Nessuno vorrebbe mai scappare da un luogo così ricco di vita, è come andare via da Rio De Janeiro, tu te ne andresti mai da un paradiso del genere? La Sicilia è un luogo franco, per noi e per chi ci viene a trovare, infatti nei nostri testi di rado emerge la voglia di fuggire. La musica è la nostra opportunità di rivalsa, un buon motivo per cui rimanere. A Londra per andare a mare ci impieghi un ora e mezza e un paio di treni mentre qui in dieci minuti a piedi e sei a Mondello, non c’è manco da pensarci.
Il vostro sound è composto da svariate influenze. Quali sono gli artisti e le band che hanno segnato il vostro percorso artistico?
Il nostro collettivo fa musica senza regole, da noi non c’è un genere ma un mix un sacco di musica, la base di tutto è la tradizione, io ad esempio discendo da una famiglia d’Arte di musica popolare ed è da nove generazioni che continuiamo questa tradizione. Ed è forse stata l’influenza delle due Sicilia di Pino Daniele, il funky dei Jamiroquai, il rock degli Arctic Monkeys, persino il beat di Fisher. Per chi ascolta musica e la ama, sa che quelli che ho nominato sono generi o artisti tutt’altro che simili.
Cambiando discorso, quale è lo stato di salute della scena musicale palermitana?
“Scoppia letteralmente di salute” una scena musicale ricca di diversità ,come quella che ti aspetteresti da una città come Palermo si spazia dall’ electro-soul dei “The Heron Temple”, alla splendida voce de “La Rappresentante Di Lista “al vulcanico “woodrock” dei Tamuna, ancora Di Martino, Carnesi ,e questo per citarne alcuni per non dire quanti giovani mostrano ogni notte tra i vicoli del centro storico un IT-POP misto ad una TRAP underground incredibile.
Chiunque abbia suonato nel sud Italia ha sempre dichiarato di essere rimasto colpito dal calore e dalla passione del pubblico presente. Questo è sufficiente a compensare il divario con il centro-nord?
Sinceramente penso che sia solo un problema di organizzazione ,al sud servono dei programmi chiari da seguire per quanto riguarda il settore artistico-culturale, il pubblico come dici ha sete di eventi da affollare da noi …la passione quella non manca mai.
Quali sono i progetti per il futuro?
Come diceva Steve Jobs oggi nessuno inventa nulla, vince chi riesce a mettere insieme due cose apparentemente diverse e farle funzionare insieme, stiamo cercando di mettere insieme musica -moda-cultura, e perché no anche business questo è il nostro sogno.
Grazie per la disponibilità. A voi le ultime parole famose per salutare i lettori di The Walk Of Fame…
Ogni volta che un bambino non sogna una fata muore.