The Poison Garden: il giardino più letale del Regno Unito
Un teschio e la scritta “These plants can kill” a caratteri cubitali su un cancello di ferro nero: questo il cartello di benvenuto del The Poison Garden, il giardino più letale del Regno Unito.
Si tratta del Giardino dei Veleni del Castello di Alnwick nel Northumberland, in Inghilterra, che ospita esclusivamente centinaia di piante tossiche, inebrianti e narcotiche. Piante pericolose al punto che ai visitatori viene esplicitamente detto di non fermarsi ad annusare, toccare o assaggiare qualsiasi pianta.
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Divenuto ormai un’attrazione turistica a tutti gli effetti – il castello medievale è stato usato come ambientazione della scuola di magia di Hogwarts nei primi film di Harry Potter -, il giardino dei veleni è stato creato quasi venti anni fa dalla duchessa Jane Percy, che alla morte improvvisa del cognato, ereditò il titolo e il Castello di Alnwick. Decise di restaurare i giardini della residenza fino ad allora utilizzati come selvicoltura commerciale in disuso, piantando non solo ciliegi e roseti ma ben 14 acri (quasi 57mila metri quadrati) di piante velenose.
L’ispirazione venne da un viaggio in Italia, dove visitò il giardino velenoso dei Medici, e in Scozia che la portò nel sito archeologico del più grande ospedale medievale scozzese. La duchessa Percy scoprì un forte interesse per l’arte medicinale antica e così come lei stessa raccontò: “Era anche un modo per incuriosire i bambini. A loro non importa come viene fatta l’aspirina, sono più interessati a sapere in che modo o quale pianta può ucciderti.“
Le specie ospitate nel Giardino dei Veleni sono potenzialmente letali: secondo gli ultimi report, ben sette persone sono svenute per aver inalato fumi tossici durante la camminata nel giardino. Ma visitare il Poison Garden non è pericoloso: se si seguono regole di buon senso non si rischia nulla, ma soprattutto si impara molto.
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Le piante, infatti, sono sempre state note per le loro proprietà medicinali, dalla corteccia del salice usata come antipiretico all’estratto di digitale per trattare lo scompenso cardiaco. Molte delle piante velenose sono proprio quelle da cui si ricavano principi con azione farmacologica dato che, come già sosteneva Paracelso, “è la dose a fare il veleno“.
Le specie del Poison Garden includono la Strychnos nux-vomica (fonte di stricnina ) e la cicuta, Conium maculatum, passata alla storia come il veleno con cui Socrate si diede la morte, tossica per la presenza di varie sostanze alcaloidi che inducono la morte per paralisi respiratoria. Presente anche il Ricinus communis (fonte di innocuo olio di ricino ma anche di ricina mortale ) e la tanto bella quanto pericolosa Digitalis Purpurea (comunemente nota come digitale), di cui bastano solo 40 grammi di foglie per arrestare un cuore umano.
Il giardino include piantagioni di cannabis, coca e papavero da oppio. Tra le piante narcotiche troviamo la Brugmansia arborea, chiamata anche Trombone d’angelo, originaria del Sudamerica ma coltivata in Europa come ornamento. L’intera pianta è velenosa: contiene alcaloidi come atropina e scopolamina, che possono causare stati di delirio e portare anche alla morte. La duchessa Perry ha rivelato che si tratta della sua pianta preferita. “Le donne vittoriane” spiega “tenevano spesso un fiore di Brugmansia sui tavoli da gioco e aggiungevano piccole quantità del suo polline nei loro tè per affrontare un viaggio simile a quello che si ha assumendo Lsd.“
Appartiene alla stessa specie della Belladonna (Atropa Belladonna), che sembra fosse utilizzata anche dalle popolazioni del Centro America come allucinogeno e ancora oggi viene usata come droga fai-da-te, con effetti pericolosissimi.
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Nel Giardino dei Veleni si trovano anche piante letali, che spesso crescono tranquillamente nei nostri giardini. L’oleandro (Nerium oleander), per esempio, che in molte tradizioni è un simbolo legato alla morte. Tutte le parti della pianta sono tossiche: provocano nausea, vomito, alterazioni del ritmo cardiaco. Basterebbe ingerire cinque foglie per causare la morte. Altra pianta insospettabile è l’Elleboro (Helleborus niger) la cosiddetta Rosa di Natale, che cresce nelle zone alpine ma viene anche coltivata in giardino. Il suo estratto, fin dal Medioevo, veniva usato come potente veleno che provoca la morte per arresto cardiaco. Anche l’Euphorbia pulcherrima, che altro non è che la stella di Natale, contiene un lattice irritante per la pelle e velenoso se ingerito.
O ancora si pensi alla peonia, utilizzata nell’antichità per provocare l’aborto o ancora all’innocente mughetto con azione cardiotossica, ai fiori e alle foglie di ortensia (Hydrangea macrophylla). O ancora al narciso, dietro la cui bellezza si nasconde la narcisina e il cui nome contiene la radice “narké”, per sopore, stupore, come la parola “narcotico”.
Si potrebbe continuare all’infinito elencando le curiosità delle varie specie di piante che ricoprono i 57mila metri quadrati del “The Poison Garden“: un’idea innovativa divenuta presto un’attrazione turistica, che affascina grandi e piccini.