“The Little Mermaid”: pensati Sirena, anzi Sirenetta
Forse l’adattamento Disney più chiacchierato di sempre, il live action de La Sirenetta è in procinto di arrivare nei cinema di tutto il mondo, circondato da un nuvolone carico di polemica e disdegno. Ma qual è la vera natura della Sirenetta, quali sono le sue origini?
In occasione dell’anniversario della sua pubblicazione, avvenuta per la prima volta nel 1837, ripercorriamo la lunga strada che la fiaba di Hans Christian Andersen ha fatto per arrivare fino ai giorni nostri.
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La Sirenetta, il racconto
Il racconto originale de La Sirenetta è l’opera più famosa e rappresentativa dell’estro letterario di Hans Christian Andersen, tanto che le è stata dedicata una statua a Copenaghen, in Danimarca, paese natale dello scrittore. Ma la favola racconta una storia leggermente diversa rispetto a quella prodotta successivamente dalla casa di Topolino.
Molti dei problemi personali di Andersen hanno inciso sulla stesura del manoscritto, primo fra tutti il disagio della diversità: l’uomo era infatti omosessuale, pertanto condannato a tenere i suoi sentimenti per sé, visto il disdegno dell’epoca. Da qui l’altro tema portante della narrazione, la privazione della parola, conseguenza del patto della Sirenetta con la Strega del mare. Tutto riconduce alla sfera personale dell’autore che, attraverso la finzione, ha reso pubblico – nero su bianco – il suo dolore, destinando la Sirenetta ad un finale tragico come il suo.
Dalla pubblicazione la popolarità dell’opera è andata sempre più crescendo, diventando famosa in tutto il mondo e attirando l’attenzione non solo di produttori cinematografici, ma anche di svariati artisti giapponesi che l’hanno adattata in numerosi anime.
La versione più amata è sicuramente quella animata, portata sul grande schermo dalla Walt Disney Feature Animation.
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Il film d’animazione
Il 28° classico Disney esce al cinema nel novembre 1989, ottenendo un enorme successo sia di pubblico che di critica, tanto da aggiudicarsi anche due premi Oscar, per la Miglior Canzone e la Miglior Colonna Sonora.
La trama viene però rivisitata: molta della crudeltà presente nel racconto originale è tagliata e la Sirenetta viene affiancata da due piccoli amici che l’aiutano nella sua avventura alla scoperta del mondo. I temi principali rimangono gli stessi: una Sirena, che finalmente prende il nome Ariel, si imbatte per caso in un bel principe dopo il naufragio della sua nave e se ne innamora. Inizia così la sua ricerca di un modo per poter stare sulla terraferma, che la porterà diretta nella tana di Ursula, una perfida strega che cercherà in tutti i modi di ingannarla.
Al contrario del libro, il lungometraggio ha un lieto fine, in cui, dopo svariate peripezie, Ariel riesce a diventare umana e sposare il suo principe, Eric.
Il riscontro è talmente positivo che la Disney decide di sfruttarne l’onda mediatica e produce due sequel, La Sirenetta II – Ritorno agli abissi e La Sirenetta – Quando tutto ebbe inizio, oltre ad una serie tv animata, La Sirenetta – Le nuove avventure marine di Ariel, andata in onda sul canale via cavo Disney Channel dal 1992 al 1994.
Arriviamo così ai giorni nostri e al tanto atteso live action in arrivo prossimamente al cinema.
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Il live action
Con l’avvicinarsi della data dell’uscita della pellicola, il 24 maggio, il fermento per questa discussa trasposizione cinematografica continua a salire. Ogni giorno nuove indiscrezioni creano non poche polemiche per tutti gli stravolgimenti che la Disney ha deciso di apportare al cartone da cui è tratto il film. Primo fra tutti quello della protagonista e del colore della sua pelle, per poi passare alle ambientazioni, troppo cupe a detta di molti, fino ad arrivare a modificare le canzoni originali per esprimere in modo chiaro il “consenso della Sirenetta”.
Verrebbe quasi da chiedersi quanto di ciò che è stato fatto fin ora sia veramente stato pensato per delle questioni etiche e quanto per puro marketing. Una tattica, che bisogna ammetterlo, sta facendo sì parlare del film ma si sta anche ritorcendo contro la produzione: basti vedere il milione di dislike apparsi su YouTube dopo la pubblicazione del trailer durante la cerimonia degli Oscar.
Alla regia il premio Oscar Rob Marshal (Chicago) e un cast d’eccezione: oltre alla giovane cantante Halle Bailey nei panni di Ariel, troviamo Melissa McCarthy (Una mamma per amica) nel ruolo di Ursula e Javier Bardem (Vicky Cristina Barcelona) in quello del protettivo padre, il Re Tritone, che viene eclissato dal politically correct portato all’estremo.
Un problema, quello del pudico perbenismo, che sta affliggendo tutti gli aspetti dell’arte contemporanea e non solo. Un problema che forse bisognerebbe rivalutare, in una società che vuole censurare opere d’arte centenarie e poi si gira dall’altra parte davanti ad altri tipi di contenuti piuttosto liberali.