The Dreamers, 20 anni dopo: il film di Bertolucci è quanto mai attuale
The Dreamers, il film diretto da Bernardo Bertolucci e sceneggiato a quattro mani assieme a Gilbert Adair, compie 20 anni. Film controverso per temi politici, sociali e morali trattati, più volte al centro di dibattiti e incontri tra cineasti in erba e appassionati della Settima Arte, all’inizio del 2024 è tornato in sala in versione restaurata grazie alla Cineteca di Bologna. La pellicola si rifà al romanzo “The Holy Innocents” di Adair uscito nel 1988 e riscritto nel 2002 dopo la pubblicazione del film per restituire una versione più aderente a quella dell’opera di Bertolucci. Adair, a sua volta, per la scrittura del suo libro prese ispirazione da “Les Enfants terribles” di Jean-Pierre Melville, lavoro del 1950.
Matthew (Michael Pitt) è uno studente americano che decide di passare un periodo di tempo a Parigi per imparare il francese proprio durante il maggio della rivoluzione sessantottina. Presso la Cineteca nazionale, il ragazzo incontra Isabelle (Eva Green) e Theo (Louis Garrel), due fratelli gemelli estrosi e fuori dalle righe. Tra i tre scatta qualcosa e, complice il fatto che i genitori dei due siano fuori città per un mese, Matthew si trasferisce a casa loro. Il giovane americano, educato in maniera rigida e tradizionale, si trova travolto dalle particolari dinamiche che si creano con i due fratelli. Alla base di questo rapporto c’è la passione per il cinema e per l’arte che li accomuna, ma anche una certa tensione erotica che si rivela ben presto nei suoi risvolti incestuosi. Tra emozioni e giochi mentali che vanno via via facendosi più estremi, Matthew si trova a gestire un rapporto che non avrebbe mai pensato di poter avere…
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Il sogno, inteso come utopia da raggiungere, è il tema centrale del film. Un’epoca, quella della fine degli anni Sessanta, dove i movimenti giovanili scendevano in piazza per chiedere a gran voce libertà e prospettive di un futuro migliore. Le lotte, come venivano chiamate, erano il mezzo attraverso il quale ci si identificava e si sognava di cambiare il mondo.
In occasione della conferenza stampa di presentazione del film il regista, intervistato dalla giornalista di Movie Player Luciana Morelli, alla domanda se avesse avuto difficoltà a descrivere o comunicare il periodo storico nel quale il film è stato ambientato, rispose:
“Trovo sorprendente il fatto che molti di quelli che hanno vissuto il ’68 e che hanno dei figli non abbiano sentito bisogno di trasmettere la loro avventura, di aiutarli ad aprire gli occhi su qualcosa su cui oggi è quasi vietato loro sognare: il futuro. Io ripeterò sempre a proposito di questo film che all’epoca si andava a letto la sera sapendo che ti saresti svegliato ‘nel futuro’ e non semplicemente ‘domani’. Mi chiedo se la nuova generazione di giovani di oggi avrà mai la possibilità di avere questo grande potenziale davanti. Se riuscirà mai a sognare”.
Tra eros e provocazione, sentimenti ed emozioni contrastanti, “The Dreamers” in questi venti anni è invecchiato discretamente bene. I suoi protagonisti hanno avuto una buona carriera e quel desiderio di libertà che animava i loro personaggi è quanto mai attuale e, probabilmente, lo sarà ancora tra altri venti anni.