The Darkroom Project Otto: una mostra per celebrare i grandi fotografi italiani
Articolo e galleria fotografica a cura di Laura Aurizzi
Nel weekend del 18/20 settembre si è tenuta la mostra “The Darkroom Project Otto” all’interno del Palazzo Doria Pamphilj di San Martino al Cimino (VT).
Proprio nell’edificio storico sono state esposte alcune opere appartenenti a diversi fotografi romani facenti parte della TAG (Tevere Art Gallery) tra cui Giulia Haraidon, Laura Corrado, Lucia Mangini, Enrico Tricoli, Vincenzo Farenza.
L’evento prevedeva anche incontri interattivi dando quindi la possibilità ai visitatori di partecipare a diverse performance come, ad esempio, “Back up and Cry” di Barbara Lalle, Marco Marassi e Roberta Malasecca, che affrontano il tema del pianto e del trucco maschile. Concetti, questi, un tempo vissuti nella normalità e anzi propri dell’eroe, ma oggi visti come esclusivamente femminili e, sempre nella concezione maschile, un tabù.
Nella giornata di domenica è stato possibile partecipare a un workshop con grandi nomi della fotografia italiana: Roberto Cavallini, Dario De Dominicis e Angelo Raffaele Turetta, per citarne una parte. Questi ultimi due, insieme a Gerald Bruneau, si sono resi disponibili per le letture dei portfolio di alcuni visitatori interessati a questa grande opportunità.
Ma il cuore della manifestazione è stato l’allestimento della camera oscura a cura di 7 stampatori accompagnati dalle note di 3 musicisti, che insieme formano il collettivo “Le dieci mosche bianche”, che si sono cimentati nella stampa di 6 negativi in un’unica gigantografia.
L’intento della manifestazione infatti, era quello di proporre e riscoprire una vecchia tecnologia vissuta in chiave contemporanea, ovvero la stampa fotografica in Camera Oscura.
The Darkroom Project Otto è un progetto facente parte dell’“Itinerario Giovani” finanziato dalla Regione Lazio. L’evento è stato prodotto ed organizzato dalla TAG (Tevere Art Gallery) in collaborazione con Scuderie MArteLive.