Teatri e cinema, l’Agis a Franceschini: “Basta col distanziamento, c’è il Green pass”
Superare la misura del distanziamento interpersonale di un metro imposto per gli spettatori non conviventi, alla luce dell’introduzione di una misura di garanzia come il Green Pass. Questa è la richiesta dell’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) per teatri e cinema.
In una lettera a firma del presidente Agis, Carlo Fontana, indirizzata ai vertici del Ministero della Cultura, a partire dal titolare del dicastero Dario Franceschini, l’associazione fa il punto della situazione alla luce delle ultime norme riferite alla gestione del pubblico per le attività di spettacolo definite dal decreto-legge del 23 luglio 2021, n. 105 e dal decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111.
Agis: Spettacolo dal vivo, luogo sicuro
“È stata modificata la previgente disciplina in materia di capienza e accesso alle sale per gli spettacoli aperti al pubblico”, si legge, “prevedendo in particolare che ‘in zona bianca ed in zona gialla, gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all’aperto, sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale, e l’accesso è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi Covid 19’”.
Con questi parametri, l’organizzazione delle aree spettacolo resta complicata. “Il permanere della previsione relativa al distanziamento comporta, di fatto, una restrizione significativa alla capienza delle sale”, si legge ancora. “Di conseguenza, la verifica del green pass non ha introdotto significativi miglioramenti in tema di capienze bensì un aggravio di procedure e verifiche”.
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Una questione di rilevanza, in quanto “le prescrizioni menzionate non consentono una piena sostenibilità economica delle attività e rischiano così di compromettere la reale ripresa dell’intero settore”. Di qui, la richiesta di abrogare la previsione relativa al distanziamento interpersonale di un metro, “alla luce dell’inserimento di una misura di garanzia qual è la verifica della certificazione, magari cogliendo l’occasione della conversione del decreto-legge 105/2021”.