Taraneh Alidoosti arrestata in Iran: appelli per la sua liberazione
È stata arrestata in Iran l’attrice Taraneh Alidoosti. La 38enne aveva pubblicato delle immagini che la ritraevano senza hijab e nei suoi post sui social media aveva sostenuto le proteste a livello nazionale, giunte ormai al quarto mese, innescate dalla morte della 22enne Mahsa Amini. Si era espressa pubblicamente contro la pena di morte.
In un recente post su Instagram, l’attrice è apparsa con in mano un pezzo di carta con su scritto “donne, vita, libertà” – lo slogan che è arrivato a riassumere la lotta contro l’attuale regime iraniano. Alidoosti è considerata una delle attrici iraniane più influenti della sua generazione e il suo arresto è un segno che lo stato vuole reprimere celebrità, artisti e personalità dello sport che hanno usato la loro piattaforma per sfidare il regime.
La foto di Alidoosti senza hijab ha ricevuto oltre 1 milione di like. Sembra che il suo account Instagram, che conta più di 8 milioni di follower, sia temporaneamente bloccato.
Non è noto quale dipartimento dei servizi di sicurezza governativo l’abbia prelevata da casa sua, ma l’ufficio del procuratore di Teheran ha affermato che Alidoosti “non aveva fornito la documentazione per giustificare le sue osservazioni provocatorie”. A dare notizia del suo arresto Samia Mirshamsi, una regista.
Celebrità e gruppi per i diritti hanno lanciato appelli per la sua liberazione. “Questa coraggiosa attrice iraniana è stata arrestata”, ha scritto su Instagram la collega Golshifteh Farahani, anche lei attrice e attivista, da anni emigrata all’estero per problemi con le autorità. “Taraneh Alidoosti è una delle attrici più talentuose e acclamate dell’Iran… Spero che sia libera di continuare a rappresentare presto la forza del cinema iraniano”, ha twittato Cameron Bailey, capo del Toronto International Film Festival.
Un momento particolarmente delicato. L’Iran sta minacciando di bloccare definitivamente WhatsApp e Instagram, due app molto popolari nel paese. La società statunitense Meta non ha finora risposto alla lettera inviata dalle autorità di Teheran all’inizio di dicembre, in cui si chiedeva alla società di aprire un ufficio di rappresentanza nel paese e di adeguare le sue linee guida a quelle della Repubblica islamica.
“Se Meta non risponde alla nostra lettera, questo potrebbe essere il prologo di un blocco permanente”, ha avvertito oggi il direttore del Centro nazionale informatico Abolhassan Firouzabadi in un’intervista. I servizi di sicurezza iraniani avevano già bloccato Instagram e WhatsApp nell’ambito delle proteste che vanno avanti ormai da tre mesi nel paese. Secondo Teheran, le due app erano coinvolte “nellacospirazione contro l’Iran guidata dai nemici stranieri”.
Prevista anche un’azione legale contro Meta. Ulteriori restrizioni di Internet e il blocco delle app avrebbero per effetto una limitazione della diffusione di informazioni, immagini e video sulle proteste.
Foto: Fars Media Corporation, CC BY 4.0