Live Report: Tamino, Monk – Roma
Per fortuna la musica. Nell’infausta notte calcistica (si, sono interista) di stasera e dopo la brutta, bruttissima delusione dell’AmataBene, almeno Tamino
Entrato in ritardo a causa della partita (finora unico caso di questo genere e secondo in assoluto in un quarto di secolo abbondante di concerti), ho avuto la ventura di assistere al live del belga d’Africa e di bearmi della conseguente rigenerazione di spirito che ne è derivata.
Considerazione, fondamentale: la sua meravigliosa ugola è tanto bella quanto quella che si sente nelle prove in studio
Non un miracolo di estensione come certuni, ma un incanto di espressione e un vero sollazzo per le orecchie e pel cuore. Certo, questo continuo tirare in ballo Jeff Buckley, well, no, proprio no. E non per una questione di valore o paragone, ma perché, al di là di una certa somiglianza fisica, per il resto si procedeva su binari differenti.
L’Angelo di Anheim viaggiava su registri più alti e con una dinamica molto più sviluppata, come pure le architetture sonore e le trame di chitarre differiscono assai, ‘ché in complessità e scalpello quelle di Peppinuccio mio erano altra cosa rispetto alle articolazionipure originali ma essenzialmente scarne e di vocazione contornistica al cantato di Tamino.
Però… Uau, il ragazzo sarà di certo una delle Voci di questi anni! Che bravo e che capacità di avvolgere con quei bassi infiocchettati da delicati ed efficacissimi falsetti! Davvero una perla e credo proprio che nei prossimi anni sarà difficile poterlo riascoltare in contesti così “intimi” come quello che tutto sommato offre il Monk.
È destinato a un successo che ha già cominciato a macinare in Europa, anche se il quasi sold out di stasera è indicativo di quanto il dolce “usignolo” (ma proprio quello di Keats! ) abbia fatto breccia anche qua da noi. Credo quindi che questa sua tappa romana, la prima se non erro, verrà ricordata tra qualche tempo con un certo epos da chi stasera ha presenziato.
Tamino è una stella di prima grandezza si è già ritagliata un suo proprio spazio nel firmamento delle sette note attuali
Arrivederci, o giovane. Certamente sì, che Lemmy, no, che Jeff ti benedica. E benedica il Belgio tuo e quello di Lukaku Nostro, che anche oggi ha dato prova di assoluto valore. Per aspera ad Astra. Pugnando Mortalia. E forza Inter, sempre forza.