“Stati Uniti costruti sull’omicidio dei neri”, Spike Lee attacca e omaggia George Floyd con un corto
“Gli Stati Uniti sono un Paese costruito sui corpi dei neri uccisi. Dire che gli Stati Uniti sono la culla della democrazia è una cazzata“. La parole, durissime, sono state pronunciate da Spike Lee, regista afroamericano, a margine della presentazione di “3 Brothers-Radio Raheem, Eric Garner And George Floyd“, corto di un minuto e 34 secondi pubblicato in sostegno del movimento Black Lives Matter.
Il corto, presentato alla CNN nel corso di un’intervista incentrata sui drammatici giorni di queste rivolte che stanno interessando gli Stati Uniti, svela alcune immagini tratte da uno dei suoi film più famosi, “Fa la cosa giusta” del 1989, alternate a quelle degli omicidi di Floyd e Garner. Il video si apre con la frase “Will History Stop Repeating Itself?” (“La storia smetterà di ripetersi?”, ndr) e l’impatto è subito forte, fortissimo, per empatia e emozioni.
“Quello che vediamo in questi giorni lo abbiamo visto nelle rivolte degli anni ’60, con l’assassinio di Dr King. La gente reagisce in questo modo perché vuole essere ascoltata. Vediamo ripetere queste cose ancora e ancora e ancora. Questa merda dell’estrema destra è in tutto il mondo. Dobbiamo svegliarci e non possiamo più rimanere in silenzio.
“La fondazione di questo Paese – ha proseguito Lee – si basa sul furto della terra ai nativi, sul genocidio e sulla schiavitù. Non sto giustificando o perdonando le azioni di questi giorni, sto dicendo che capisco perché le persone hanno reagito in questo modo “, spiegando il perché della sua maglietta con la scritta 1619, cioè l’anno indicato come quello che ha dato il via alla schiavitù.