“Bob Dylan blues”: storia e origini della canzone fantasma di Syd Barrett
È il 1964 e due giovanissimi Syd Barrett e David Gilmour, non ancora consapevoli di diventare i padri, assieme a Roger Waters, di una delle più grandi rock band di sempre chiamata Pink Floyd, assistono al concerto di un artista che, negli anni a venire, si sarebbe rivelato come uno tra i più influenti e autorevoli cantautori della storia: Bob Dylan. Rispetto a Jimi Hendrix e John Lennon, Dylan è stato un modello per il giovane Barrett, grande fan del blues (basti pensare che il nome “Pink Floyd” fu ideato proprio da Barrett, in onore di due bluesmen i cui nomi erano Pink e Floyd).
Imitando le musicalità di Dylan, allora, Barrett compose nel 1965 il brano “Bob Dylan Blues”.
Quelle registrazioni furono sessioni impegnative, anche a causa dei sintomi del disturbo mentale di Barrett, che all’epoca consumava marjuana e LSD. Fatto sta che Bob Dylan Blues non fu inclusa nel prodotto finale del disco “Barrett” del 1970. La traccia è stata registrata il 26 febbraio 1970, ed è un mistero il motivo per cui non è stata inserita nell’album. È rimasto perduto fino a quando David Gilmour non ha portato alla luce il nastro nella sua collezione personale quasi trenta anni dopo, trenta anni in cui questa canzone è stata praticamente una canzone fantasma.
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Fu allora che la traccia trovò la sua strada nella compilation del 2001, intitolata “The Best of Syd Barrett: Wouldn’t You Miss Me?”.
È assurdo che la canzone non sia stata inclusa nell’album “Barrett” perché, in poche parole, è geniale. Non vi sono più i toni psichedelici, qui Barrett fa la sua migliore imitazione di Bob Dylan. La traccia è tutta Barrett, alla chitarra acustica e alla voce, e presenta un lato totalmente diverso rispetto a quello a cui siamo abituati.
I versi sono brillanti e ricchi di originalità. La prima strofa costituisce un precedente per il resto della canzone: “Ho il blues di Bob Dylan / E le scarpe di Bob Dylan / E i miei vestiti e i miei capelli sono in disordine / Ma sai che non me ne potrebbe fregare di meno”. Anche il ritornello è incredibile, “Perché sono un poeta, non lo sai / E il vento, puoi soffiarlo / Perché sono il signor Dylan, il re / E sono libero come un uccello sull’ala“.
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Barrett intendeva eseguire una benevola e divertente imitazione di Bob Dylan, riprendendo lo stile folk che aveva caratterizzato il cantautore soprattutto nei primi anni di carriera, e giocare su alcuni temi molto cari al cantante (l’essere poeta, il profetizzare…), oltre a prendere un po’ in giro il suo stile estetico (“I miei vestiti e i miei capelli sono in disordine”).
Il brano contiene tutto l’umorismo di Barrett ed è una delle canzoni più allegre che egli abbia mai prodotto. Un classico sottovalutato. Pensiamo che sia giunto il momento che “Bob Dylan Blues” abbia più amore. Sono momenti come questi che mostrano quanto sia stato un vero genio Syd Barrett.