Si avvicina la chiusura della stagione teatrale al Tor Bella Monaca di Roma: gli spettacoli fino all’11 giugno
La stagione teatrale ‘22/’23 del TBM sta per concludersi e la prima settimana di giugno promette un’intensa programmazione. Dal 5 giugno all’11 giugno molti gli spettacoli dai registri più disparati
La settimana si apre con “Assange – Colpirne uno per educarne cento”, Loft Produzioni SRL. In scena il 5 giugno, Alessandro Di Battista declamerà il monologo scritto insieme a Luca Sommi, ripercorrendo, a teatro, le incredibili vicende del giornalista Julian Assange, fondatore del sito WikiLeaks e privato della libertà per aver fatto il suo lavoro: dare notizie. Dalla pubblicazione dei documenti segreti che provano i crimini di guerra di diverse nazioni, Stati Uniti in testa, alle denunce subite passando per gli anni da rifugiato politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra fino all’arresto e alla detenzione nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh. Assange da 12 anni non vede la luce del sole e oggi rischia l’estradizione in USA ed il carcere a vita. Di Battista porta sul palcoscenico la sua storia, una storia che riguarda la libertà di stampa in occidente, dunque la nostra stessa libertà. Il tutto nel silenzio assordante dei media mainstream divenuti ormai pavidi, indolenti, conformisti. Nel mondo alla rovescia è più grave svelare i crimini che commetterli. Scenografia Giorgia Ricci; Direttore della fotografia Mauro Ricci; Distribuzione Epoché ArtEventi.
Si prosegue martedì 6 giugno con una produzione Colori Proibiti APS: “Lo strano caso di Elena di Troia” di Stefano Napoli, il quale dirige Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Simona Palmiero, Luigi Paolo Patano e Giuseppe Pignanelli. Ho tentato di tirare giù Elena di Troia dalla leggenda che la vuole fonte di sciagura e di farne una donna fra uomini. Tra di loro l’eterno gioco dell’amore, dei fraintendimenti, del caso. Ma non c’è nulla di gentile in questo gioco, perché l’amore malato trasforma in prede e predatori, in una lotta per la sopravvivenza al termine della quale non ci saranno né vinti né vincitori, ma soltanto il silenzio che il tempo impone alle cose. Mi hanno accompagnato il ricordo del busto di Canova del Victoria & Albert Museum di Londra (la Elena del cuore della poesia di Byron) e una statuetta di Eros (senza arco né frecce, disarmato per così dire) acquistata a un’asta. L’Afrodite che nello spettacolo canta da soprano mi è stata suggerita dall’opera buffa La belle Hélène di Offenbach. L’abito del finale mi è stato imposto dallo stupendo poemetto di Ghiannis Ritsos sulla vecchiaia di Elena nel punto in cui dice “questo esilio dentro ai nostri stessi abiti che invecchiano”. Per la cronaca l’abito in questione è stato acquistato a un’asta di abiti delle Folies Bergère che si è svolta qualche anno fa alla Bourse di Parigi.
“Dieci giugno ventiquattro”, produzione Ass. Culturale Le Colonne, sarà in scena mercoledì 7 giugno. Scritto e diretto da Giancarlo Loffarelli vede sul palco del teatro TBM Marina Eianti, Luigia Ricci, Emiliano Campoli, Giancarlo Loffarelli e Marco Zaccarelli. Per questo testo Giancarlo Loffarelli ha vinto il 1° Premio al Concorso nazionale di drammaturgia “In punta di penna” di Castelfranco in provincia di Pisa. Questa la motivazione con cui la giuria ha assegnato il premio: “Con un sapiente dosaggio di esprit narrativo e ricostruzione documentaria, l’autore tratteggia in maniera originale e coinvolgente una delle figure più significative della storia d’Italia, Giacomo Matteotti. Significativa invenzione drammaturgica è che la sua vicenda umana e politica sia raccontata attraverso il punto di vista di un personaggio di fantasia: una collaboratrice domestica nonché testimone diretta dei fatti che precedettero l’omicidio del 10 giugno 1924. La “deposizione” della donna, che si rivolge direttamente al pubblico, è inframezzata da scene in cui assistiamo alle discussioni tra Matteotti, la moglie Velia Titta e i compagni di partito. Ne esce così un affresco dai contenuti impegnativi, ma dipinto con mano leggera e arricchito da gustosi dettagli quotidiani.” Costumi Maria Teresa Rieti; Luci Fabio Di Lenola; Audio Armando Di Lenola.
“Tingel Tangel – Il Kabarett di Karl Valentin” per la regia di Irene Romalli, produzione Artisti da Salotto APS, è in programma giovedì 8 giugno. Con Franco Colella, Peppino D’Emma, Valentina Ferretti, Titti Ronsivalle e Enrica Verlini che coinvolgeranno la platea con le sconclusionate scenette di Karl Valentin, che ci racconta le miserie quotidiane di una Monaco di Baviera minore (città dove ancora oggi viene ricordato) agli inizi dello scorso secolo. Karl – tra gli interpreti del Kabarett tedesco, nel periodo della Repubblica di Weimar – scrive i suoi testi con la voglia di discostarsi da quelli del teatro convenzionale dell’epoca raccontando storie senza senso costruite con un linguaggio grossolano creato semplicemente per divertire. Mi sono divertita insieme agli interpreti a delineare i suoi personaggi al ritmo del carillon di Marienplatz, a far parlare una diva del cinema muto, a riesumare un improbabile Hitler – che proprio a Monaco di Baviera aveva soggiornato nel periodo di Valentin, a far soccombere il rilegatore Wanniger ad una sequela e dispotica sequenza di rimandi burocratici. Aiuto regia Marcella Mastrofini; Luci e fonica Sandro Gallo.
Giovedì 8 giugno, Giulia Ardelean, Luca Castrucci Cotichini, Davide Casavecchia, Beatrice Chiappini, Lorenzo Cuoghi, Sara D’Alessandro, Franca Maria Di Rocco, Gioia Giaquinto, Manuel Giorgini, Asia Grimaldi, Nicole Magi, Michela Quaglieri, Noemi Piazzolla, Claudio Rocchi, Tiffany Savona, Mirko Sforza, Leonardo Stocco, Alice Surace e Virginia Testa calcheranno il palco del TBM con lo spettacolo finale del laboratorio teatrale del Liceo Edoardo Amaldi diretto da Filippo d’Alessio: “Angelo Vassallo, un sindaco il pescatore”. Il 5 settembre 2010 i colpi di una pistola pongono fine alla vita di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore. Circa dodici anni prima Angelo, aveva deciso di impegnarsi in prima persona a favore di una politica della legalità e di rispetto per l’ambiente. Il programma era semplice “per andare avanti bisognava tornare indietro”, cioè recuperare i valori del passato, far tornare Acciaroli agli splendori di una volta. Schierato per una politica della legalità e del rispetto per l’ambiente, una politica dell’ascolto e del darsi da fare per risolvere i problemi, una politica che dà fastidio ai potenti e ai farabutti. Professore referente Stefano Lanfiuti Baldi; Scrittura e idea scenica Maddalena Emanuela Rizzi.
Ci si avvia verso il fine settimana con “La presidentessa”. Venerdì 9 giugno è in programma il testo di Maurice Hennequin & Pierre Veber per la regia di Pino Lagrasta. La Compagnia stabile di Trastevere Merry del Val APS composta da Claudia Cervelli, Pino Lagrasta – Claudio Iotti, Francesco Angelini, Andreina Ciucci, Laura Mazzocchini, Silvia Di Girolamo, Luciana Di Donato, Marilena Ciucci, Lauretta Pompei ed Eleonora Viglioglia, racconta le vicende di Gobette, “La Presidentessa” spregiudicata e maliziosa soubrette che dopo essere stata allontanata dall’albergo dove alloggiava in occasione di una tournée teatrale, per il suo comportamento, anticonformista e chiassoso, con uno stratagemma, trova ospitalità presso la casa austera del Presidente Triconti, giudice di provincia non più giovanissimo. Qui si fa passare agli occhi del Ministro della Giustizia, che se ne invaghisce, per la moglie del Presidente. Da qui l’inizio di un’irresistibile girandola di equivoci che coinvolgeranno tutti i personaggi della Storia. È una commedia caratterizzata soprattutto da un ritmo intenso dove lo spettatore viene coinvolto dai numerosi, divertentissimi equivoci. Aiuto regia Francesco Angelini.
“Hostess”, produzioneDivieto d’Affissione APS, di Roberto D’Alessandro e Annabella Calabrese sarà in scena sabato 10 e domenica 11 giugno, per la regia di Franco Tuba e con Mariachiara Innocenzi, Francesca Rinciari, Stefania Zuccari, Emma Paoletti, Riccardo Vona ed Enrico Brunelli. “Hostess” è una commedia esilarante che tratta dei temi attuali in modo originale sempre all’insegna di una coinvolgente comicità e con dei colpi di scena ricchi di pathos, ed è per questo che, appena l’ho letta, è stato amore a prima vista. Beatrice, Karin, Teresa e Diana sono quattro hostess della Candy Airlines, che si trovano loro malgrado, insieme, sul volo CA6252, ciascuna con il proprio carattere, a fare i conti con le paure, le speranze, e le ansie che ognuno di noi si porta dentro. “Insieme” dovranno affrontare un volo apparentemente di routine, ma che si rivelerà pieno di sorprese. Nonostante tutte le diversità, i conflitti, le difficoltà che dovranno affrontare, sapranno ritrovarsi e ritrovare la loro passione per l’amore, il volo, la vita, cosa ci può essere di più in una storia? A far decollare la commedia hanno contribuito i brani straordinari composti e arrangiati da Valerio Gallo Curcio a cui va il mio speciale ringraziamento. Un ringraziamento particolare agli autori Roberto D’Alessandro e Annabella Calabrese per avermi dato l’opportunità di tenere a battesimo il loro testo. Aiuto regia Daniele Ciprari; Musiche originali Valerio Gallo Curcio.
“Li romani in Russia” – Proposte del Territorio, libera trasposizione dal romanzo epico omonimo di Elia Marcelli, è previsto per domenica 11 giugno. Gianni Tacchia dirige e adatta lo spettacolo – produzione Compagnia Il Teatro –, e recita affianco a Loriana Nosilio, Lorenzo Panella, Ivan Panella, Marwan Mohamed, Amedeo Shokry, Valeria Sfregola, Giulia Giovanelli, Alessia Bendia, Giuseppe Cantagallo, Daniele Ponziani e Daniele Lumini. Giggi, Nicola, Nino, Remo, Peppe, Sarvatore, Zì Pasquale e Er Professore. Ragazzi di Roma che, nel luglio 1941, iniziano la loro avventura: la spedizione in Russia. Ne torneranno quasi centomila, meno della metà di quanti partirono. Con loro moriranno anche quarantacinquemila tra muli e cavalli. Un anno e mezzo di guerra con un nemico enormemente più forte e attrezzato e con una natura ferocemente ostile. Il colore che dominerà la spedizione è il bianco, spettrale, terrificante nelle enormi distese con 40°, 50° sottozero. Un anno e mezzo fatto di pochi elementi essenziali: fame, freddo, paura. E disperata nostalgia della casa, della mamma, della ragazza, degli amici. Solidarietà, egoismo, vigliaccheria, eroismo. Urla, silenzio, morte. Un racconto serrato, vero, che racconta quello che davvero è accaduto, con un linguaggio chiaro e preciso, tipico della scrittura in rima che diventa linguaggio epico. Man mano che si legge, questi ragazzi ci sembra di conoscerli da sempre, ci si affeziona a loro, al loro radicale amore per la vita. Una vita a loro negata. Un doveroso cenno sulle musiche: si spazia dal rock alla canzone melodica romanesca con incursioni nel rap e nella musica classica. Questo perché la musica non ha tempo e suscita emozioni a prescindere dal periodo della composizione e dal genere. E proprio in un racconto come questo, basato sulle emozioni suscitate da una verità narrata, la musica ha il ruolo fondamentale di accompagnare lo spettatore verso una comprensione più intima del testo. Poco importa se si tratta di Mozart piuttosto che i Doors o Gabriella Ferri.