Sì al tampone per feste, no per teatri e cinema: il canto di Natale dei virologi
Parallelamente alla rapida crescita dei numeri relativi alla nuova variante Omicron in Europa, a ridosso del Natale, la comunicazione scientifica torna ad essere impattante, specie tra quei ricercatori (o quegli istituti di ricerca) che da due anni hanno capito che sulla paura generale si può fare “engagement”.
Di qui, i titoli di giornale stimolati dai report della fondazione Gimbe e dalle dichiarazioni del presidente Nino Cartabellotta: “Questa situazione mette a rischio anche il piano delle riaperture irreversibili” secondo quest’ultimo che in questi mesi ha dimostrato di saper trovare una nuvola anche nella più serena delle giornate.
Mentre il governo ha convocato una cabina di regia per giovedì 23 per approvare misure adeguate per tenere sotto controllo una nuova ondata proprio nei mesi più delicati dell’anno, c’è chi tra i virologi-star prova a stemperare la tensione con una cantata di Natale. Parliamo di Andrea Crisanti, Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco che hanno accettato l’invito di Un Giorno da Pecora, la trasmissione di Rai Radio1 condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, ad interpretare il classico natalizio “Jingle Bell” in versione “pro vax”. Il risultato è ancora più impattante delle restrizioni annunciate.
Restrizioni che potrebbero arrivare proprio in vista del Natale e l’aumento degli eventi pubblici: il governo punta quindi a rendere sicuri gli eventi in piazza e i veglioni di Capodanno in locali e discoteche imponendo il tampone obbligatorio anche per i vaccinati. La misura nelle attuali ipotesi emerse, dovrebbe scattare dal 27 dicembre, in vista del Capodanno e dei veglioni. Secondo il Sole 24 ore, invece, sarebbe stata invece accantonata per il momento l’ipotesi di rendere obbligatorio il tampone per andare al cinema, al teatro o allo stadio.
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