Sherlock Holmes Museum: l’esperienza imperdibile per gli amanti dell’investigatore inglese
“Una volta eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità”
Arthur Conan doyle
Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, anche se per un’irrisoria frazione di secondo poiché distratto o preso da altro, non ha mai sentito pronunciare il nome di Sherlock Holmes. Parafrasiamo una delle frasi più celebri del famoso investigatore inglese nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo ed eliminiamo l’impossibile, cioè il non averlo mai sentito. Cosa resto a questo punto? La verità, anche se improbabile. E questa ci dice che no, non ci fidiamo di chi potrebbe sostenere di non averne mai udito il nome.
Speciale Arthur Conan Doyle: Sherlock Holmes e il giallo deduttivo
Arthur Conan Doyle, nato a Edimburgo il 22 maggio del 1859 e morto a Crowborough il 7 luglio del 1930, viene ricordato quasi esclusivamente per le storie dedicate alle avventure di Sherlock Holmes: quattro romanzi e cinquantasette racconti che hanno reso immortale il loro creatore ma soprattutto il loro protagonista. Giusto o meno che sia, è l’inevitabile e diretta conseguenza di ciò che accade quando si crea un qualcosa di eterno. La storia, di casi simili, ne è piena.
Un successo che Conan Doyle non ha mai apprezzato, peccando di presunzione nel ritenere che rubasse attenzione alle altre sue opere di carattere storico e avventuroso (uno su tutti: il ciclo del Professor Challenger, che con Il mondo perduto, pubblicato nel 1912, precorre il Jurassic Parkdi Michael Crichton), e a quegli studi sullo spiritismo a cui, a dispetto di tutti e non senza correre rischi di carattere sociale e personale, si dedicava con fervore addirittura ossessivo. Ma il mito di Holmes è immortale, inscalfibile agli occhi del tempo e quotidianamente oggetto di attenzioni, non esclusivamente da parte di appassionati di letteratura o gialli, ma anche di curiosi e turisti di ogni età.
Come Jonathan Swift ne I Viaggi di Gulliver si rivolgeva in terza persona al lettore, anche noi facciamo altrettanto e, perciò, affermiamo: non sarà sfuggito, all’attento lettore, l’utilizzo della categoria “turisti”. Perché Doyle, nel creare l’universo Holmes, ne ha edificato anche l’abitazione, con studio al suo interno, diventata ovviamente oggetto di culto. E se capitate a Londra, un salto al 221b di Baker Street è tappa pressoché obbligata. E’ qui, infatti, che si trova l’abitazione dell’investigatore britannico che, col tempo, è diventata anche un museo.
E’ stato aperto al pubblico il 27 marzo del 1990, anche se in molti lamentano il fatto che ciò sarebbe dovuto avvenire prima. Osservazione corretta, posto che da un secolo il pubblico di ogni età scrive a Sherlock Holmes e al fidato aiutante Watson per chiedere aiuto nel risolvere casi spinosi. Qui, pagando un prezzo d’ingresso assolutamente adatto a tutte le tasche, si potrà contare sull’aiuto di una guida (vestita come una domestica dell’Ottocento) per visitare la casa museo e vedere come i due vivevano e lavoravano, stando chiaramente agli scritti di Doyle.
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Una volta all’interno della dimora dell’investigatore più famoso al mondo, ci si perde nelle varie memorabilia esposte. Si va dall’abbigliamento ai cimeli, dagli scritti ai quadri, dall’oggettistica all’arredamento, in perfetto stile britannico. Il caminetto con le poltrone di fronte, evoca scenari di Holmes e Watson intenti a chiacchierare su come risolve il caso mentre tirano una boccata di fumo dalla pipa. Le camere da letto, elegantemente ordinate, lasciano immaginare come i due non distogliessero mai l’attenzione dalle loro ipotesi, neanche una volta coricatisi. Candelabri e lumini, disposti nelle stanze, garantivano un duplice scopo: far luce e scaldare gli ambienti. L’oggettistica è, infine, la parte forte della visita. Tutto ciò che vediamo al al 221b di Baker Street apparteneva a Sherlock Holmes. E così, in un vortice di emozioni e curiosità, ci aggiriamo nella casa museo in cerca di ispirazione, convinti di poter estrarre dal cilindro la soluzione a tutti i problemi. Ma noi, purtroppo, non siamo usciti dalla penna di Conan Doyle.
“Tutto questo è divertente, anche se elementare, Watson” Prima di tornare sulla Baker Street, si passa attraverso il negozietto di souvenir posto nell’ultima stanza della casa. Inutile dire che vorreste comprare tutto, perché quel tutto è perfettamente a disposizione: libri, penne, tazze, statue, poster, pipe, abiti. C’è praticamente l’intero mondo di Holmes e Doyle a portata di mano. Vi lascerete trasportate dall’enfasi e tornerete a casa con qualche busta in più e qualche sterlina in meno. E poi, una volta usciti, cosa potrebbe accadere? Sarete a Londra, avrete solo l’imbarazzo della scelta. Pochi metri prima troverete lo store ufficiale dei The Beatles, semplicemente la band inglese più importante della storia e una delle più esaltanti e influenti degli ultimi sessant’anni di musica, costume e società. La Beatles mania trascende il concetto di tempo e spazio, non smette di appassionare le nuove generazioni e, soprattutto, di generare proseliti nei quattro angoli del globo. Fare la classica “capatina” al suo interno sarà atto dovuto. I baronetti hanno cambiato il corso degli eventi, tributarli con un acquisto sarà il vostro primo pensiero. Anche qui, qualche busta in più e qualche sterlina in meno. A questo punto, prima di spostarvi in un’altra zona della capitale inglese, non vi resterà che fare un salto nel vicinissimo Regent’s Park, parco ottocentesco tra i più verdi di Londra. Troverete una vasta fauna di uccelli che vi accoglieranno con affetto e amicizia. Essendo abituati al contatto con le persone, vi chiederanno di sfamarli ma no, non dovrete farlo. E’ vietato. Nel caso in cui vorreste dar loro del cibo, ci saranno dei punti precisi, ovviamente con ciò che verrà messo a vostra disposizione. Prendetevi qualche minuto per ammirare la grazia dei cigni, la simpatica e goffa camminata di oche e papere. Camminerete attraverso folaghe, ghiandaie e aironi. Un percorso che vi porterà allo zoo di Londra e vi stupirete dei tanti campi da calcio e da rugby che troverete ai vostri lati. Una full immersion tra storia, letteratura, arte, musica e natura. Il tutto in poche centinaia di metri. Un itinerario imprescindibile. Questo articolo lo potete trovare anche su MyZona, l’app internazionale che strizza l’occhio ai luoghi più belli del mondo. “Dalla scoperta nascono sempre esperienze indimenticabili“. Foto: Federico Falcone
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