Serena Altavilla presenta “MORSA”, debutto discografico da solista
Serena Altavilla, in passato frontwoman dei Blue Willa e Solki, esordisce ora con il suo primo album da solista “MORSA”. Disponibile su tutte le piattaforme di streaming dal 9 aprile, l’album prodotto da Blackcandy Produzioni tratta la fragilità come punto di rottura e poi di rinascita.
Già attiva in numerose formazioni ben note del panorama alternativo italiano, Serena Altavilla in queste 10 tracce canta e disegna scenari variegati e personali, a metà strada tra il reale e l’onirico. Ogni canzone è una stanza abitata da umori e personaggi diversi. Dalle finestre si scorgono paesaggi notturni, penombre, qualche raggio di luce. Il sound del disco contribuisce a ricreare atmosfere agli antipodi, passando dal pieno allo scarno in un battere di ciglia, dal suolo al sottosuolo, dal giorno alla notte. Uno scivolo inesorabile dai mille affacci.
Dall’album “MORSA” è stato estratto il primo singolo “Epidermide”, con un videoclip creato dal collettivo John Snellinberg e diretto da Patrizio Gioffredi, che ha assecondato le venature dark e romantiche della canzone ambientando il tutto in un minimale set teatrale, con luci cangianti ed espressioniste e un montaggio che gioca con il buio. Sulla scena Altavilla interagisce con il suo doppelgänger, a cui presta il corpo l’attrice e regista Livia Gionfrida.
“La sensazione di essere stata morsa dalla taranta ce l’ho spesso avuta, così come la sensazione di essere stretta in una morsa, di non riuscire a muovermi, reagire e scappare. Il morso della tarantola, il morso che dà vita a una purificazione passando per l’isteria e la perdita di senno, è l’espressione di una lotta interna ed esterna che solo la musica può curare. La spinta a cercare ciò che morde all’esterno, la ricerca dello scontro. Sentire il bisogno di esplodere per ritrovare i pezzi e ricomporsi, per rinascere”. Con queste parole Serena Altavilla ha voluto spiegare il concept che lega i brani tra loro.
Della cantante parla un gran bene Paolo Benvegnù, voce del gruppo indie-rock Scisma, “Scomodo Moravia che per il funerale di Pasolini disse che di poeti ne esistevano ancora pochi. In questo caso c’è una poetessa giovane, con la sua poesia bellissima e lo sguardo verso il mondo. L’ho conosciuta a Prato nel 2005 e voglio ringraziarla per non essersi mai arresa alla disillusione che a volte la musica regala”.
Un’investitura importante dunque per la Altavilla e il suo disco sperimentale, per la realizzazione del quale la città di Prato e la sua multiculturalità sono stati fondamentali. Non solo la città toscana è stata fondamentale nella costruzione dell’album. Tra le muse ispiratrici confessa di avere “tante figure, un lungo esercito di voci che mi hanno lasciato tracce indelebili. I Beatles a casa mia erano costanti. Lo squillo di Mina rappresenta un suono d’infanzia. Ma anche Edith Piaf e Kim Gordon”.
Questa nuova avventura per Serena Altavilla, che viene dal mondo dei gruppi e delle band rock, segna un passaggio importante nel darsi un’identità autonoma. Lei stessa confessa che ha avuto voglia di “essere freelance, di potermi sbizzarrire senza una band fissa. Volevo slegarmi dalle abitudini. Volevo mettermi in difficoltà con sensazioni nuove”.
Il disco è difatti poco commerciale e gli stessi arrangiamenti dei musicisti sono stati una ricerca per sganciarsi da ogni genere. “Il mio desiderio, e quello del produttore, è stato il cercare straniamenti della percezione usando strumenti antichi e classici insieme ad altri più moderni”.
Le dieci tracce dell’album hanno aiutato Serena Altavilla a conoscersi meglio e ora, rispetto a quando li ha scritti, “li vedo diversamente. Adesso che hanno maturato sono pronta a prendermene la responsabilità”.
Per quanto riguarda il futuro, sulla possibilità di tornare sul palco davanti al pubblico vede barlumi di speranza: “Il live lo sto immaginando deframmentato e sognante, qualcosa che non preveda folla davanti che balla e suda. In una forma o in un’altra bisogna ricominciare perché manca a tutti”.
Questa la tracklist dell’album “MORSA” di Serena Altavilla:
1 – Nenia
2 – Distrarsi
3 – Rasente
4 – Epidermide
5 – Un bacio sotto il ginocchio
6 – Tentativo per l’anima
7 – Sotto le ossa
8 – Forca
9 – La trascrizione dei sogni
10 – Quaggiù
Foto di Silvia Bavetta