Sembra Vivo! A Palazzo Bonaparte la scultura iperrealista assottiglia il confine tra finzione e realtà
Dal 26 maggio all’8 ottobre 2023 le eleganti stanze di Palazzo Bonaparte a Roma ospitano “Sembra Vivo! Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei”, prima mostra collettiva in Italia dedicata alla scultura iperrealista nazionale e internazionale. In esposizione 43 installazioni realizzate da 29 maestri di fama mondiale.
Statue che sembrano persone reali
Dopo l’incredibile successo sancito dalla mostra su Van Gogh conclusasi con un record di quasi seicentomila ingressi, Palazzo Bonaparte a Roma tenta di mantenere alto il livello di meraviglia portando per la prima volta in Italia una mostra collettiva di scultura iperrealista. Dal 26 maggio gli spettatori si troveranno di fronte a sculture di grandi dimensioni dall’eccezionale verosimiglianza. Ciglia vere, espressioni corrucciate, labbra dischiuse, ogni singolo dettaglio mira ad assottigliare il confine tra finzione e realtà, a generare il dubbio se ci trovi in presenza di persone reali o di imponenti statue in poliuretano e resina.
Osservando ogni singola opera sembra impossibile non esclamare: «Sembra vivo!»; da qui l’originale ma quanto mai pertinente titolo dell’esposizione. Le installazioni sono realizzate da artisti di calibro internazionale e hanno un duplice scopo: donare un’ora di stupore e divertimento, ma anche far conoscere alle nuove generazioni i principi cardine dell’Iperrealismo.
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Un viaggio nell’Iperrealismo
Nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta dopo l’esperienza della Pop Art, focalizzata a denunciare il conformismo della società contemporanea, la corrente dell’Iperrealismo intende riprodurre la realtà al massimo grado. Per riuscire nell’intento gli iperrealisti si servono solitamente di fotografie molto ingrandite (per i dipinti) o di calchi dal vivo (per le sculture).
Il messaggio veicolato non si impone come critica feroce agli stereotipi di massa, semplicemente offre all’uomo contemporaneo una sorta di “specchio” per osservare, ironizzare e riflettere sulle proprie abitudini e le proprie debolezze. I soggetti più ricorrenti sono figure umane, animali oppure oggetti di uso comune realizzati spesso con uno stile simile a quello delle pubblicità: colori penetranti, forme sgargianti, espressioni omologate. Nelle sale di Palazzo Bonaparte si riversa l’estro di ben 29 celebri artisti per un totale di 43 installazioni.
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Opere e artisti di fama mondiale
Tra le sensazionali opere che il percorso espositivo propone c’è una gigantesca testa maschile intitolata Dark Place realizzata dall’australiano Ron Mueck. L’artista è noto per la cura maniacale dei dettagli e per le innumerevoli ore che dedica a ciascuno dei suoi lavori. I suoi soggetti preferiti sono persone comuni che lasciano trasparire le loro fragilità. Lo scultore ha recentemente dichiarato: «Comfort e disagio sono termini piuttosto ampi. Ognuno arriverà al museo con i propri livelli di comfort e di disagio. L’artista realizza sempre qualcosa per cui occorre reagire. E lo spettatore puntualmente reagisce».
Scatenare una reazione, non a caso, è anche uno degli obiettivi principali del provocatorio Maurizio Cattelan presente in mostra con i piccioni dell’installazione Ghosts e con l’ormai iconica banana intitolata Comedian (il cui penultimo esemplare è stato recentemente mangiato da un turista coreano).
Tra i restanti ventisette artisti non possiamo non menzionare: Kazu Hiro, che esibisce uno stupefacente busto di Andy Warhol realizzato con silicone polimerizzato al platino, capelli umani e resina; George Segal, che propone suggestivi calchi scultorei in gesso monocromo; Carole Feuerman, che espone le sue famose bagnanti e ballerine; Sam Jinks che stupisce con la strabiliante scultura Woman and Child eseguita nel 2010.
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La caratterizzazione psicologica dell’uomo comune
Una menzione a parte merita Duane Hanson, geniale scultore iperrealista originario del Minnesota. Le sue celebri statue realizzate a grandezza naturale utilizzando fibre di vetro e resine sintetiche si concentrano sulla caratterizzazione psicologica dell’uomo medio americano. La sua arte si occupa, secondo le sue parole, di persone che conducono un’esistenza di calma disperazione. Ecco quindi che le sue opere attingono ai luoghi quotidiani del consumismo, quali supermarket, fast food, birrerie. Riproduzioni di esseri viventi circondati da colori sfavillanti, da cibi allettanti ma dallo sguardo vuoto, frustrato o affaticato. Iconiche le sue opere Supermarket Lady (1969) e Tourist (1970).
Con “Sembra Vivo! Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei”, Palazzo Bonaparte ritorna alle tematiche artistiche pop e lo fa attraverso un vero percorso interattivo che strabilia, confonde, mette scherzosamente in dubbio la capacità sensoriali dei visitatori. Un viaggio unico nel mondo iperrealista che diverte, sorprende ma induce anche a riflettere sui luoghi comuni e sui limiti della società contemporanea.
La mostra, a cura di Maximilian Letze e Nicolas Ballario, è ideata dall’Institut für Kulturaustausch, Germania, ed è prodotta e organizzata dalla società Arthemisia. Il catalogo è edito da Skira. Per informazioni e prenotazioni, è possibile collegarsi ai sito web www.mostrepalazzobonaparte.it .
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