Se Guccini e “Bella Ciao” spaventano la destra italiana: la reazione scomposta della Meloni che non omaggia la Liberazione
“C’era Salvini con Berlusconi, o Bella ciao Bella ciao Bella ciao ciao ciao… Con i fasci della Meloni che vorrebbero ritornar…. Ma noi faremo la Resistenza… Noi faremo la Resistenza come fecero i partigian… Partigiano portali via come il 25 april “
La “Bella Ciao” di Francesco Guccini, rivista e rivisitata con i nomi della destra italiana, non è piaciuta a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. C’era da aspettarselo, non essendo la prima volta che l’esponente ex Alleanza Nazionale si schiera contro canti, cori e simboli della sinistra italiana o della Resistenza.
“Cosa intende esattamente Francesco Guccini quando dice che con Meloni, Salvini, Berlusconi faranno la “resistenza come hanno fatto i partigiani”? Che dovrebbero farci i processi sommari, appenderci a testa in giù, rasarci i capelli ed esporci alla pubblica gogna? Cosa intende quando dice “oh partigiano portali via”? Dove dovrebbero portarci questi partigiani? Al confino, in galera, dove?
Questa si chiama istigazione all’odio, cari compagni. Ma noi non ci faremo intimorire, mai. Dovete batterci nelle urne, se ne siete capaci”, ha replicato la Meloni sul proprio account Facebook.
Come detto, replica legittima. Peccato, però, che dalla leader di Fratelli d’Italia non abbia speso una parola per la ricorrenza della Liberazione, quando cioè il nazifascismo fu sconfitto e cacciato dall’Italia. Un regime totalitario non dovrebbe avere simpatie e siamo sicuri che anche la Meloni sia perfettamente a conoscenza dell’importanza di essercene liberati. Ci saremmo aspettati un messaggio in tal senso, quindi, oppure una semplice dichiarazione per distendere i toni e promuovere il concetto di unità popolare, ma ciò non è accaduto.
Non fa nulla, andremo avanti lo stesso. Ognuno ha le proprie idee, come è giusto che accada in uno stato democratico in cui, per fortuna, vige anche la libertà di parola. La stessa che sotto il nazifascismo, però, non c’era. E quindi, tanto l’espressività di Guccini – forse sopra le righe – tanto quella della Meloni – forse sopra le righe. In gergo calcistico diremmo “1-1 palla al centro”.
“Questa si chiama istigazione all’odio“, francamente no. Non ci sta. Non se pronunciato da chi promuove fake news e si scaglia contro chi vuole invece contrastarle, additandolo come minaccia alla libertà di espressione (come se promuovere disinformazione, astio, acredine, odio, appunto, fosse giusto, normale o legittimo) fa campagne con toni volutamente accessi, aspri, sempre urlando e con una mimica facciale da chi sta per perdere il controllo da un momento all’altro. No, questo no. Non se detto da chi l’odio, facendo leva sulle debolezze della gente, cerca invece di seminarlo per trarne consensi.
Piuttosto, dia spiegazione del perché due giorni fa, alla Camera, quando tutti i deputati si sono alzati per applaudire la commemorazione del 25 aprile lei e suoi “compagni” siano rimasti seduti. Sarebbe interessante capire se la Meloni sia rimasta scottata dal paragone tra il suo partito e il fascismo, oppure se preferiva la versione originale di Bella Ciao a quella riadattata dal cantautore romagnolo. Nel primo caso, quindi, potremmo pensare a una condanna verso il regime, cosa che siamo certi non avverrà, nel secondo a una semplice questione di gusto personale. Ma sulla Liberazione, neanche una parola.