“Schindler’s List”: 10 curiosità sul capolavoro di Steven Spielberg
Ben ventinove anni fa, l’11 marzo 1994 usciva nelle sale italiane Schindler’s List: il film dramma storico sulla Shoah che nel 1993 consacrò Steven Spielberg come uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Ispirato al romanzo di Thomas Kenally “La lista di Schindler” e basato sulla vera storia di Oskar Schindler, il film interpretato da Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes vinse ben 7 Oscar su 12 nomination.
Ricordiamo la trama e scopriamo 10 curiosità su quello che è entrato nella rosa dei film migliori di tutti i tempi.
Sinossi (da comingsoon.it)
1939, Cracovia, inizio della Seconda Guerra Mondiale. Dopo che la Germania ha invaso la Polonia, gli ebrei vengono relegati in un ghetto e sono interdetti da ogni attività commerciale; in questa situazione, Oskar Schindler (Liam Neeson), un imprenditore tedesco, coglie l’occasione per trarre vantaggio personale e avviare una fabbrica impiegata nella produzione di tegami e pentole con cui rifornire l’esercito tedesco. Sfruttando così le sue capacità relazionali, Schindler intreccia una rete di contatti e ottiene la protezione delle SS, avvalendosi della collaborazione del contabile ebreo Itzhak Stern (Ben Kinglsey), che lo aiuterà a trovare i soldi necessari per l’attività, e di un giovane impiegato nel mercato nero, che reperirà per lui gli oggetti con i quali corrompere e ottenere favori.
Schindler coinvolge Stern anche per utilizzarlo come leva di convincimento sugli investitori ebrei, e sarà proprio lui che indicherà gli oltre mille ebrei da impiegare nella Deutsche Emaillewarenfabrik (DEF), salvandoli così dai campi di concentramento.
Quando però arriva in città l’ufficiale delle SS, Amon Goeth (Ralph Fiennes), con l’incarico di sgombrare il ghetto di Cracovia e di inviare i suoi abitanti nel nuovo campo di concentramento di Kraków-Płaszów, la situazione precipita e Schindler assiste senza poter intervenire allo sfollamento condotto con una violenza e un’efferatezza indicibili; sconvolto dagli avvenimenti, capisce che deve fare qualcosa per salvare i suoi operai. Corrompe e ottiene il favore di Goeth, ottenendo di continuare ad impiegare gli operai ebrei nella fabbrica riconvertita alla produzione di munizioni e granate. Ma ancora una volta la loro vita è in pericolo, perché con l’avanzata delle truppe sovietiche, le SS ricevono l’ordine di cancellare tutte le prove degli orrori commessi, inviando gli ultimi superstiti ad Auschwitz.
In un tentativo disperato, l’imprenditore disloca la fabbrica in Moravia (nella parte est dell’attuale Repubblica Ceca) e compra, uno ad uno, gli operai pagandoli a Goeth, compilando una lista di nomi con Stern (la lista di Schindler). Da questo momento tenterà in ogni modo e fino all’ultimo spicciolo in suo possesso di salvare quante più vite possibile, ottenendo la riconoscenza dei superstiti del popolo ebreo.
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10 curiosità sul fim
1) Il regista
Inizialmente Steven Spielberg sarebbe dovuto essere solo il produttore del film mentre la regia si presero in considerazione Martin Scorsese e Billy Wilder. Fu convocato anche il regista Roman Polanski che però rifiutò per un coinvolgimento “troppo personale”, in quanto ex deportato polacco. Nove anni dopo il regista scelse una trama a sua detta più “leggera” per Il pianista.
2) La camera a mano
Dopo la visione del documentario Shoah (1985), Spielberg decise di non utilizzare nessuna storyboard per il film, per cui scelse uno stile documentaristico: dichiarò di sentirsi più come un reporter sul set che come un regista – assistendo agli avvenimenti piuttosto che mettendo in atto una scena predeterminata da un copione. Il 40% del film venne girato con la camera a mano che secondo Spielberg avrebbe creato un effetto di spontaneità nel film. Inoltre le riprese furono effettuate senza utilizzare steadycam, zoom o altri artefici tecnici che avrebbero potuto “spettacolarizzare” la vicenda.
3) Il cast
Inizialmente la parte di Schindler fu proposta a Stellan John Skarsgård, Harrison Ford e Bruno Ganz mentre Mel Gibson e Kevin Costner manifestarono l’intenzione di fare parte del progetto, ma vennero scartati perché Spielberg voleva evitare la presenza di nomi troppo noti per non distogliere l’attenzione dalla trama. Per la parte del comandante Amon Goth fu considerato l’attore Tim Roth che rifiutò. Spielberg scelse quindi Ralph Fiennes, allora poco conosciuto, il quale ingrassò di tredici chili per la parte.
3) La scelta del set
Le riprese del film furono eseguite interamente a Cracovia e dintorni nonostante, inizialmente si pensasse di girare nel campo di concentramento di Auschwitz. Leggenda narra che, appena iniziate le riprese ad Auschwitz, la rottura di una cinepresa fu interpretata da Spielberg come un segno. Inoltre, la comunità ebraica si oppose nel continuare ad usare indiscriminatamente Auschwitz come un set per i film sull’Olocausto. Fu infine scelto il campo di concentramento di Kraków-Płaszów, sebbene sia stato ricostruito su un finto set cinematografico, utilizzando le piantine originali del campo dell’epoca.
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4) Traumi e sensibilità
Spielberg raccontò le difficoltà nel girare Schindler’s List in quanto riportò a galla l’antisemitismo subito durante l’infanzia. Rivelò di come si sorprese di non aver pianto visitando Auschwitz, sentendosi invece pieno di sdegno ed oltraggio. Il regista fu uno dei molti membri della troupe che non vollero assistere alle riprese in cui gli ebrei anziani vennero costretti a correre nudi durante la selezione da parte dei medici nazisti. Inoltre sembra che svariate attrici – tra cui una nata proprio in un campo di concentramento – ebbero una crisi nervosa durante la scena nelle docce.
5) Tempistiche e coincidenze
Le riprese del rastrellamento del ghetto di Cracovia furono realizzate esattamente 50 anni dopo il vero rastrellamento avvenuto il 13 marzo 1943: le scene furono filmate tra il 13-14 marzo 1993 nel centro di Cracovia.
6) L’assenza di colore
Si decise di girare la pellicola in bianco e nero per creare un effetto documentaristico più credibile che il direttore della fotografia Janusz Kamiński paragonò al cinema espressionistico tedesco e al neorealismo italiano. Kamiński dichiarò di voler dare al film un’impronta senza tempo. Il dirigente della Universal chiese a Spielberg di girare il film a colori, ma il regista rifiutò categoricamente dichiarando che la pellicola avrebbe avuto meno impatto emotivo. Dichiarò infatti che la rappresentazione della realtà in bianco e nero rappresenta l’Olocausto stesso: «L’Olocausto fu vita senza luce. Per me il simbolo della vita è il colore. Per questo un film che parla dell’Olocausto deve essere in bianco e nero».
7) La bimba con il cappottino rosso
Nonostante il film sia prevalentemente in bianco e nero, nella massa si distingue una bimba con il cappottino rosso, durante la scena della liquidazione del ghetto di Cracovia. Più avanti nel film, Schindler vede il cadavere della stessa bambina, riconoscibile solo dallo stesso cappotto che indossa. Spielberg riferì che la trovata era da intendersi come simbolo di quanti, ai più alti livelli del governo statunitense, erano consapevoli del massacro degli ebrei in atto in Europa ma non fecero nulla per impedirlo. A tal proposito Spielberg dichiarò: “Era evidente come una bambina con un cappotto rosso che cammina per la strada, ma nessuno pensò di bombardare le linee ferroviarie tedesche. Nulla fu fatto per fermare… l’annientamento degli ebrei europei. Quindi questo è il mio messaggio nel lasciare quel particolare del film a colori“. Inoltre le due apparizioni della bimba rappresentano due momenti di una raggiunta consapevolezza di Schindler e precedono due cambi di atteggiamento nel protagonista.
La bambina venne interpretata da Oliwia Dąbrowska, che aveva soli tre anni. Spielberg le chiese di non vedere il film fino alla maggiore età, ma lei lo guardò a undici anni e dichiarò di esserne rimasta terrorizzata. Rivedendo poi la pellicola da adulta, si disse orgogliosa del ruolo da lei interpretato.
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8) La luce delle candele
Il film inizia con le riprese di una famiglia ebrea durante la celebrazione dello Shabbat. Spielberg disse che “iniziare il film con l’accensione delle candele, […] con la celebrazione di un normale Shabbat era come rappresentare la quiete prima della tempesta che travolse gli ebrei“. Il colore che sfuma nei momenti iniziali del film sembra proprio introdurre il fumo che simboleggerà i corpi bruciati ad Auschwitz. Solo alla fine del film, quando Schindler permette ai suoi operai di effettuare i preparativi per lo Shabbat, l’immagine della candela torna ad ardere infondendo calore. Per il regista le candele accese rappresentano dunque “un bagliore di speranza“.
9) Il successo
Nel 1998 Schindler’s List fu inserito dall’American Film Insitute al 9° posto della classifica dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi. Dieci anni dopo la lista è stata aggiornata e il film è salito all’8° posto. Nel 2004 questo film è stato scelto dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per essere preservato nel National Film Registry.
10) La beneficenza di Spielberg
A seguito dell’enorme interesse suscitato, Spielberg utilizzò parte degli incassi per creare la Survivors of the Shoah Visual History Foundation, organizzazione no-profit per la collezione audio-video delle testimonianze di circa 52 000 sopravvissuti. Alcune di queste interviste compaiono nei contenuti extra del DVD di Schindler’s List.
(Immagine in copertina da Libero.it)