L’eredità di Sanremo: una boccata d’ossigeno per il music business
Sanremo, una settimana dopo. Se ne parla e se ne discute ancora. Ci si confronta su chi avesse realmente meritato la vittoria della kermesse e su chi, invece, anche se vincitore morale, è chiamato a mantenere alte le aspettative del pubblico e del music business. In tempi come questi, cosa tutt’altro che facile.
L’accoppiata Mamhood-Blanco ha entusiasmato per affiatamento ed emotività del testo presentato in gara, ma non ha pienamente convinto critica e pubblica. Come sempre accade, infatti, il vincitore del Festival della canzone italiana ha ottenuto pareri discordanti.
Da Dargen D’Amico e i suoi cori da stadio a Elisa (che non ha certo bisogno di una vittoria per certificare il suo status di eccellenza assoluta della musica italiana), fino ad arrivare a Irama, all’eterno Gianni Morandi, al guascone Tananai (che, a dispetto dell’ultimo posto, fa registrare numeri incredibili nelle date del tour finora bloccate) e La Rappresentante di Lista, l’eredità musicale di quest’edizione è semplicemente straordinaria.
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Proprio il loro brano è il tormentone degli ultimi giorni. “Ciao Ciao” si sente ovunque e su YouTube, in appena 11 giorni, il video della canzone ha fatto registrare più di sei milioni di visualizzazioni. Niente male affatto per una band arrivata al settimo posto nella classifica finale. Ma come riportato anche dall’Ansa, le hit presentate in gara stanno monopolizzando le classifiche Fimi/Jfk e le televisioni pubbliche e private.
Rkomi, “che magari non prende tutte le note, ma ci mette il cuore”, è al primo posto degli album più venduti con “Taxi Driver”, mentre al secondo posto c’è “Blu celeste” di Blanco e al terzo posto la compilation di Sanremo 2022.
Eppure, c’è chi parla di edizione sottotono (i dati sullo share parlano chiaro, e dicono l’esatto contrario) o di mancanza d’identità di quello che una volta era il festival della musica leggera tricolore. Una volta, appunto. Amadeus, come direttore artistico, ha da anni intentato – con successo – una rivoluzione, aprendo a sonorità contemporanee e nettamente più giovanili, quindi in linea coi trend del momento.
Come detto, ovunque si possono ascoltare i brani presentati al Festival di Sanremo. Il successo di pubblico, di critica, di dibattito sui social network e, infine, commerciale, è qui a testimoniarci che si, abbiamo ancora bisogno di uno tra gli appuntamenti musicali italiani più iconici al mondo. Ne abbiamo bisogno tanto noi come pubblico quanto il mercato discografico. Una boccata d’ossigeno imprescindibile, insomma.
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