Sanremo 2025, Noa: “La proposta di Trump su Gaza è inquietante”

“Trovo che la proposta di Donald Trump su Gaza sia inquietante“. Lo ha detto Noa, la cantante israeliana che sale sul palco dell’Ariston per duettare con la israeliano-palestinese Mira Awad sulle note di “Imagine” di John Lennon.
“Siamo onorate di avere l’opportunità di esibirci su questo palco e su quello dell’Eurovisione per ribadire la stessa cosa, che poi è la più importante”, ha detto Noa al microfono di DiRE. “Non ci stanchiamo mai di cantare questa canzone. Certo, il concetto di pace deve ancora penetrare nella mente degli esseri umani, ma credo che le cose cambino davvero quando le persone vengono ispirate, quando ascoltano questi messaggi. Le persone possono cambiare”.
Le ha fatto eco Mira Awad: “Una canzone non può salvare il mondo, ma le persone possono riuscirci. Una canzone è un modo per entrare nella vita e nelle tv della gente e siamo grate al Festival di Sanremo per averci dato questa possibilità, perché quella compiuta dal Festival è una scelta coraggiosa: iniziare con questo messaggio e non con un altro”
“Quello che afferma il presidente americano è irricevibile. Credo che la soluzione debba venire sia da Israele sia dalla Palestina; accettiamo il sostegno internazionale, ma prima dobbiamo ricostruire. Bisogna mettere fine al conflitto. Una volta che tutti gli ostaggi saranno tornati a casa, dovremo lasciare il tempo alle nostre comunità di guarire. Si può fare, anche se non è facile. Qual è l’alternativa? Continuare? E chi ne trarrebbe vantaggio? La tragedia in corso è grande, ma bisogna agire e pensare in maniera diversa. Sono ottimista in questo”, conclude la cantante.
Leggi anche: Aspettando Sanremo. Gli scandali più memorabili della storia del Festival
Parla del conflitto a Gaza anche Mira Awad. Il focus del suo intervento è dedicato alla viralità che hanno i contenuti social sul conflitto in Medio Oriente. La cantante accusa la polarizzazione del discorso e della narrazione che si fa della guerra: “Avvelena il dibattito”, ha detto in conferenza stampa, “proprio come fa anche Donald Trump. Non è questa la soluzione. A discutere servono persone adulte, non ragazzini. Mi rifiuto di accettare che la soluzione al problema sia demolire“.