Sanremo 2024. La terza serata all’insegna della leggerezza [riassunto]
La terza serata della 74° edizione di Sanremo, condotta dal direttore artistico e dalla co-conduttrice Teresa Mannino, è iniziata con il pubblico che acclama Amadeus con un coro.
Un coro che richiede ringraziamenti, che però si offrono come un pretesto per un tentativo di arrampicata sugli specchi per il direttore artistico che rimprovera di aver conferito sin troppa attenzione a John Travolta, togliendone alla storia di Giovanni Allevi, che ci insegna a vivere con leggerezza.
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Un altro coro porta vera emozione all’Ariston: quello della Fondazione Arena di Verona diretta dal M° Francesco Ommassini che esegue il “Va’ Pensiero“. Amadeus ricorda che lo scorso dicembre il canto lirico italiano è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità e annuncia che il 7 giugno l’Arena di Verona ospiterà – in diretta su Rai1 e in mondovisione – il più grande evento d’opera al mondo in occasione del centenario di Puccini.
Teresa Mannino: la perfezione della leggerezza
La terza serata ha visto come co-conduttrice Teresa Mannino, che ha portato sul palco dell’Ariston tutta la sua irriverenza, la sua leggera e pungente ironia e la sua inconfondibile sicilianità.
Spontanea come pochi, la Mannino conquista Sanremo e prende il comando: su Amadeus, sui cameramen, sul palco, sugli ospiti e sul pubblico che la acclama con il coro “Te-re-sa!“.
Ma soprattutto si diverte: cambia d’abito cinque volte, giocando con i vestiti e il pubblico, indossando quello che le pare perché chissà quando le ricapita e fa continuamente autoironia. Nonostante la retorica di Amadeus che ogni tanto sente proprio il bisogno di rassicurarla dicendo “ma no no, tu sei bella“.
Ma “quello spasso di donna” ha padroneggiato il palco di Sanremo come se lo facesse da anni, passando anche in platea per distribuire decine e decine di fiori al pubblico armata di carriola, come “quelle gag sanremesi che finiscono nel nulla, che non fanno ridere ma le fanno tutti e io pure volevo fare queste cose inutili“.
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Non era previsto che la Mannino si prestasse all’ormai tipico monologo della co-conduttrice. E infatti il suo non è stato quel monologo, ma un discorso di circa dodici minuti camuffato da sketch comico. Perché con le battute sagaci che caratterizzano la sua comicità, a suo modo ha toccato argomenti profondi circa la nostra società, ma senza retorica.
“Siamo nel 2024 ma ragioniamo come 2524 anni fa.” Tra il filosofo Protagora e l’organizzazione sociale delle formiche tagliafoglie, Teresa Mannino ha strappato risate e fatto riflettere sul come, a differenza delle piante e degli animali, l’essere umano non sia capace di abitare il pianeta senza renderlo eccessivamente “a sua misura“.
Per poi concludere:
“Agli uomini piace il ‘potere su‘. Sugli altri uomini, sulle donne, sui bambini, sulla natura. Anche a me piace il potere. Ma il ‘potere di‘, che ha tutta un’altra energia: il potere di ridere e di farvi ridere, il potere di vestirmi con le piume, di cantare anche se sono stonata, di ballare per strada anche se mia figlia mi dice ‘mamma smettila che mi stai facendo vergognare’.
Insomma io non sono disposta ad ignorare le storie che non sono ancora passate: se non è passato, non è il momento di passare oltre, no.“
Eros nazionale
Sono passati ben quattro decenni da quando un “ragazzo nato ai bordi di periferia” vinse la prima edizione della gara parallela delle “Nuove proposte“. Con “Terra Promessa” Eros Ramazzotti ha conquistato l’Italia e in brevissimo tempo anche il resto del mondo, diventando la prima popstar italiana da esportazione.
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Dopo aver cantato il primo brano sul palco dell’Ariston 40 anni dopo, Eros ha chiesto ai coristi di continuare a cantare il ritornello della sua canzone mentre al microfono ha affermato:
“Quasi 500 milioni di bambini vivono in zone di conflitto. Altri milioni non vedranno mai la Terra Promessa. Voglio dire soltanto una cosa: basta sangue, basta guerre. Pace.“
Dopo una battuta sul Ballo del Qua Qua (quasi un refrain della serata) racconta di quell’inaspettato successo del 1984 e incoraggia i genitori a lasciare libero arbitrio ai figli che hanno un sogno.
Le novità Rai
Il palco dell’Ariston è un ottimo trampolino di lancio: lo sa benissimo la Rai che coglie l’occasione per presentare i programmi, film e serie tv che andranno in onda prossimamente, tramite le pubblicità e gli ospiti live.
Nella terza serata Sanremo ha ospitato Massimo Giletti, fiero di tornare in Rai per celebrare i 70 anni della storia della televisione in prima serata il 28 febbraio.
Sul palco anche Sabrina Ferilli, che dopo la co-conduzione di Sanremo 2022. dice di essere tornata come “per una visita della domenica de’ parenti ma senza pastarelle“. In realtà annuncia la serie tv “Gloria” che arriva sul primo canale con tre puntate a partire da lunedì 19.
A fine serata arriva anche Edoardo Leo per presentare la serie tv “Il clandestino” che dovrebbe arrivare su Rai1 il prossimo 8 aprile. Ma a Sanremo, l’attore accompagnato musicalmente da Jonis Bascir, ha tenuto un discorso – riadattato dal suo spettacolo “Ti racconto una storia” – sull’importanza degli artisti, anche in momenti in cui il loro contributo può sembrare eccessivamente lontano dalla concretezza. Sugli artisti simbolo di libertà, di cultura che “non è solo intrattenimento, è cura, è medicina, è un antinfiammatorio per l’anima.” Sugli artisti che possono offrire le parole per situazioni così intime e indescrivibili e quelli che hanno l’immensa capacità di farci ridere. Perché ridere in compagnia è “un effetto involontario del nostro corpo: ridere significa comunicare agli altri di non sentirsi in pericolo ma di star bene.“
Un diritto che non prevede la morte
“Il lavoro è un diritto che non prevede la morte e proteggere i lavoratori è un dovere.” afferma Amadeus durante un momento dedicato alla grave problematica della morte sul lavoro. “1485 morti che non fanno notizia. Morti silenziose.”
Sull’Ariston Paolo Jannacci e Stefano Massini, scrittore e drammaturgo vincitore di un Tony Award, rendono omaggio alla storia di un giovane operaio deceduto in un’esplosione in fabbrica, lasciando al suo bambino appena nato un’unica foto insieme. “L’abbiamo visto sparire come in un lampo“, diranno di lui i testimoni in fabbrica: “L’uomo nel lampo” è il nome della canzone dedicatagli dai due artisti.
Massini, che non trattiene l’emozione, conclude l’esibizione con un appello a non dimenticare i diritti fondamentali senza paura della mera retorica, al grido di “Viva la dignità!“.
C’era un ragazzo…
Ospite davvero non previsto ma ormai un amico non solo di Amadeus ma di tutto il Festival: Gianni Morandi passa dall’Ariston per un saluto. E su richiesta della Mannino intona la purtroppo sempre attuale “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones“. E una Teresa emozionata come una bambina davanti al suo idolo si inginocchia.
A fine serata torna sul palco di Sanremo per cantare “Apri tutte le porte” con cui ha conquistato il podio nell’edizione del 2022 e continua a conquistare il pubblico in platea, tra cui ancora si emoziona.
Russell Crowe
Per l’ospite internazionale c’era invece molta attesa. Quasi trepidazione dopo l’affaire Travolta della seconda serata, su cui ha chiosato persino lo stesso Crowe.
Russell Crowe entra sul palco con la sua band e saluta quasi timidamente il pubblico in italiano. Non solo: quando Amadeus lo definisce una leggenda, lui fa spallucce. Russel Crowe, sì.
Secondo varie fonti, la star di Hollywood non avrebbe ricevuto compensi, ma solo un rimborso spese (che comunque ammonterebbe a 25-30mila euro).
Dopo essersi esibito live insieme al suo gruppo, inevitabilmente dice la sua iconica battuta in italiano “Al mio segnale scatenate l’inferno“. L’attore racconta dei suoi esordi nel mondo del musical e insieme alla co-conduttrice rivela di aver scoperto le sue origini… ascolane. “Quanti italiani sono sparsi nel mondo: dovreste essere orgogliosi di queste persone.”
Crowe ha annunciato le date italiane del tour che lo impegnerà con la sua band nell’estate 2024.
La Top 5 della terza serata
- Angelina Mango – La noia
- Ghali – Casa mia
- Alessandra Amoroso – Fino a qui
- Il Tre – Fragili
- Mr. Rain – Due altalene