Sanremo 2020, Matteo Faustini in gara tra le nuove proposte:” Ora finalmente la mia musica può essere ascoltata”
E’ da pochi giorni uscito nelle radio “Nel bene e nel male”, il nuovo singolo del cantautore Matteo Faustini in gara al 70° Festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte”.
Classe 1994, Matteo è un cantautore bresciano che ha iniziato a muovere i primi passi nella musica fin da bambino, partecipando a diversi concorsi musicali. Negli ultimi due anni, ha intrapreso la sua carriera di insegnante di scuola primaria e ha scritto più di 50 brani, tra i quali “Nel Bene e Nel Male”, scritto insieme a Marco Rettani, vincitore di Area Sanremo 2019, permettendogli così di salire sul palco dell’Ariston per la nuova edizione della competizione canora più attesa dell’anno.
Salirai sul palco dell’Ariston tra le nuove proposte! Come ti senti? Lo avresti mai immaginato?
In realtà mi sento un privilegiato, non lo avrei mai immaginato, ma me lo auguravo. Mi sento grato perchè non tutti hanno questa possibilità e opportunità. Ora la mia musica può essere finalmente ascoltata e mi auguro che riesca ad arrivare il mio contenuto.
Come nasce “Nel bene e nel male”, singolo con cui esordirai a Sanremo?
Questo brano parla dell’importanza dell’esserci, della certezza dell’esserci. Di quante persone abbiamo la certezza che ci siano nella nostra vita? Pochissime! Ce ne sono tantissime nel bene e pochissime nel male. Io credo che in ognuno di noi ci sia una parte di bene e una di male ma quante persone sono disposte ad amare entrambe? E’ soprattutto nel male che si può trovare il bene. Se siamo in grado di perdonare, di accettare, superare il male allora lì dentro c’è il bene. Il dolore è un grande accelleratore di esperienza se superato e accettato. Quindi volevo esaltare la bellezza di quelle persone che ci sono sia nel bene sia nel male e grazie a questo possono creare un insieme.
Il brano farà parte del tuo primo album che uscirà il 7 febbraio, “Figli delle Favole”..
Sono troppo felice. Qualche giorno prima uscirà anche nel formato digitale. “Figli delle Favole” è composto da 11 tracce, 11 pezzi di me, 11 errori, 11 insegnamenti e cose a cui voglio veramente bene. Parlerà, appunto, soprattutto di favole. In 8 brani su 11 ci sono citazioni Disney, perchè amo questo mondo, mi reputo un figlio delle favole e penso che insegnino tanto. Io ho voluto usare delle metafore che uso anche nella vita quotidiana per portare nelle canzoni i valori cui credo molto.
Come hai vissuto il momento dell’Area Sanremo?
E’ stata davvero una bella esperienza. L’ avevo provata anche due anni fa e quest’anno è stata “tanta roba” (ride ndr). Abbiamo fatto dei corsi veramente formativi e belli che secondo me hanno fatto la differenza. Quando siamo stati premiati in 8 non ci volevo credere. Da lì ho conosciuto i ragazzi e abbiamo stretto un rapporto intenso tra noi. Un bel legame, belle canzoni e belle persone.
A tuo avviso, il Festival di Sanremo, nel corso degli anni ha perso la sua identità? Da questa competizione, secondo te, un artista può davvero emergere e fare carriera?
Credo che Sanremo si stia rinnovando. La cosa che sto apprezzando tanto è che non ci si concentri su canzoni solo pop, ma c’è anche dell’indie, tanto rock quest’anno e situazioni musicali che prima era più difficile incontrare. Si sta adattando ai cambiamenti rimandendo fedele a certe radici e tradizioni salde. Sanremo è un punto di partenza, soprattutto per quanto riguarda i giovani. L’ augurio che posso farmi è che sia un piccolo mattoncino da porre per una possibile carriera. Credo che dia visibilità ed è un modo per dare voce ai nuovi artisti.
Cosa ti aspetti da questa esperienza?
Mi aspetto di imparare tanto, a prescindere da come andrà. Di imparare e migliorare come persona, come artista. Cercherò di tenere nel cuore il bene e migliorare dal male che ci sarà, come tutte le cose della vita.
Sei anche insegnante in una scuola elementare. Cosa ti hanno detto i tuoi alunni di questo traguardo?
Erano contentissimi. E’ stata una super festa, alcuni però erano tristi perchè hanno capito che per un pò non sarei stato a scuola, però è stato bello. A breve li andrò a trovare per salurali.
La musica è sempre stata la tua più grande passione, come ti sei avvicinato ad essa?
La musica in realtà più che una passione è una necessità. E’ una cosa di cui ho bisogno e che faccio per stare meglio. Fin da piccolo ho sempre avuto questo sogno di provare a vivere di musica e guadagnarmi da vivere nel mondo della musica. C’ho provato tanto, ho avuto un percorso lungo e alla fine a 18 anni ho intrapreso la strada cantautorale. Da lì sono stato veramente meglio. E’ qualcosa che faccio per bisogno.
Sei anche la voce della tribute band “Smooth Criminals”, come mai quest’amore per Michael Jackson?
Era un artista che ho amato tanto sopratutto perchè affine al mio genere pop. Volendo vivere di musica ho portato avanti diversi progetti, sia con inediti con la mia band di Brescia e sia con “Smooth Criminals”, con cui ho fatto un tour in Europa. E’ stato davvero formativo ed edificante. E’ stata una delle esperienze che mi è servita di più. Cantare le canzoni di Michael è stato bellissimo ma allo stesso tempo mi resi conto che non mi bastava più e che dovevo raccontare quello che avevo dentro e non le cose degli altri. Da lì ho iniziato a scrivere più seriamente.
Ci sono artisti cui ti ispiri particolarmente?
Mi piace molto la scrittura di Giuseppe Anastasi, amo Tiziano ferro e i suoi testi, soprattutto quelli degli inizi. Mi piace Marco Mengoni, Elisa, Giorgia. Amo prevalentemente tutti gli artisti pop, ma adoro anche quelli del passato come Lucio Dalla, Tenco, Battisti o Bennato.
Matteo, allora in bocca al lupo per questa esperienza sanremese che si sta avvicinando!
Grazie infinite e grazie per la vostra vicinanza e disponibilità! Un caro saluto ai lettori di The Walk of Fame – magazine.