“Salomé”: la tragedia di Oscar Wilde in scena al Teatro Di Documenti
Dal 17 al 20 giugno al Teatro di Documenti di Roma (Via Nicola Zabaglia 42) andrà in scena una riproposizione di una classica tragedia del celebre drammaturgo e scrittore irlandese Oscar Wilde: Salomé. Una suggestiva regia di Paolo Orlandelli all’interno dell’affascinante spazio del Teatro Di Documenti con incantevoli costumi d’epoca a cura di Carla Ceravolo.
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Salomé è una sperimentazione di Oscar Wilde nel genere della tragedia. Dopo i drammi romantici Vera o i nichilisti e La Duchessa di Padova, e prima delle quattro “commedie triviali per persone serie” che lo renderanno famoso nel mondo, Wilde si cimenta nella narrazione di un episodio biblico privilegiandone la componente psicologica. Si tratta in effetti di un’opera sul potere, sul controllo e sul possesso.
Erode vuole a tutti i costi che la bella e selvaggia Salomé danzi per lui, Salomè vuole sedurre il profeta Jokanaaan distogliendolo dal suo amore per Dio, Erodiade vuole far tacere il profeta che la ingiuria e impedire a Erode di interessarsi a Salomé. Raggiungeranno il loro scopo a carissimo prezzo: Salomé pagando con la vita, Erode sacrificando il profeta, Erodiade perdendo sua figlia. In secondo piano, il giovane capitano siriano muore per amore di lei, spezzando il cuore del paggio innamorato di lui. L’angelo della morte volteggia sopra il palazzo di Erode velando la luna con macabri presagi.
Tutti i personaggi sono inquieti e insoddisfatti, squilibrati. Il lato oscuro che Wilde dipinge in ogni suo scritto, in Salomé diventa protagonista e deforma i caratteri in modo grottesco e angosciante. Erode è capriccioso e infantile, Salomé è ambiziosa e inaccessibile, Erodiade è impotente e frustrata, Jokanaan è invasato. La somma di queste aberrazioni produce una cacofonia di suoni stridenti e spossanti, uno snervante e martellante vilipendio. Solo la morte metterà fine a questa gragnuola di colpi che puntualmente mancano il bersaglio.
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