Salmo, De Gregori, Fedez: il ritorno sul palco fa discutere
Il concerto a Olbia di Salmo dei giorni scorsi continua a far parlare di sé. Non tanto per la performance artistica, quanto per il dibattito che ha creato.
Da una parte chi appoggia la scelta del rapper sardo. Dall’altra i contrari. Coloro che preferiscono attendere il via libera del Governo per tornare ad assaporare in toto il profumo del palco senza limitazioni per il pubblico. Tra questi ci sono sicuramente Fedez, Gemitaiz e Alessandra Amoroso che sui social e sui media hanno detto la loro accusando Salmo di scarso senso civico. Di mancanza di responsabilità e di rispetto per chi ancora combatte contro il covid.
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L’artista al centro della polemica si è difeso a suon di storie Instagram sostenendo la sua causa a favore della Sardegna e di un’uguaglianza rispetto agli eventi sportivi. Al suo fianco si è schierato un totem della musica italiana. Francesco De Gregori, che sostiene su Facebbok la tesi per cui “su Salmo dobbiamo riflettere e non semplicemente condannare la sua trasgressione alle regole”. Il cantante romano ha aggiunto “Io gli sono comunque grato per aver richiamato l’attenzione sul fatto che per una partita di calcio si possa stare in 15 mila in uno stadio mentre per i concerti all’aperto c’è un limite di mille persone sedute e distanziate. A che serve allora il green pass? Tutte le polemiche e tutta la fatica per ottenerlo?”.
“Questa limitazione- ha concluso De Gregori- è profondamente ingiusta e mortifica la nostra dignità professionale. Dimostra purtroppo ancora una volta che chi è chiamato a decidere non ha nessun rispetto e nessuna attenzione per la musica leggera e per il nostro pubblico”.
Il messaggio lanciato dall’autore di Rimmel, impegnato in due date proprio in Sardegna, ad Alghero, è chiaro. Bisogna rivalutare le disposizioni in materia di accesso degli eventi. E il concerto di Salmo, avvenuto a pochi giorni dalle polemiche scatenate da Enrico Ruggeri, danno il La al dibattito in previsione della carrellata di concerti previsti per questo autunno. Considerando che ormai l’estate si avvia alla fine e le tempistiche burocratiche non danno garanzie di decisioni e cambio di idee in tempi brevi.
Ruggeri nei giorni scorsi aveva dato l’esempio di un’alternativa alle macchinose e limitanti modalità di accesso. Al suo concerto era possibile infatti ottenere l’ingresso anche senza green pass ma sottoponendosi a un tampone nei gazebo preposti all’ingresso. Una novità rispetto a quanto previsto dalle attuali norme. E soprattutto un modo per andare incontro al pubblico, sempre più titubante e restio di adempiere ad obblighi fatti passare per privilegi.
“Tutta questa questione mi lascia perplesso“, ha detto, “in qualche modo, soprattutto nell’approccio del governo alla questione vaccini. Mi spiego meglio, se chi ci governa è sicuro della loro efficacia dovrebbe prescriverne l’obbligo senza esitazione, così come quando sono stati introdotti caschi e cinture. E invece, si lascia la libera scelta, con tanto di liberatoria da firmare. Come per dire al cittadino: ‘prenditi tu la responsabilità’”.
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Tra il modus operandi dell’ex iena e quello di Salmo c’è sicuramente distanza. Ma entrambi puntano verso la stessa direzione: rendere più snello il ritorno sottopalco.
Considerando anche cosa sta succedendo oltre i confini italiani. In Inghilterra si assiste a partite di calcio con il pubblico in ogni ordine di posto e senza mascherine. Idem in Francia, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Svizzera, Lituania e Lettonia. Anche se in alcuni di questi Stati è richiesto il green pass. In Olanda è possibile andare ovunque senza limitazioni e senza dover mostrare alcunché.
Non si vuol far apologia delle riaperture totali. Ma è indubbio che il dato di ricoverati nelle terapie intensive sia calato drasticamente. Anche e soprattutto grazie alla campagna vaccinale. Promossa anche ponendola come propedeutico al ritorno alla normalità.
C’è bisogno sicuramente di maggiore chiarezza e di lasciare il palo a cui si è aggrappati. Il mondo dei lavoratori dello spettacolo, che da poco ha ripreso a lavorare ma comunque in modalità ridotta, è allo stremo. Un’altra stagione in queste condizioni non è probabilmente affrontabile. Complice un pubblico sempre meno invogliato a partecipare agli eventi il cui accesso è colmo di difficoltà.
E la querelle scatenatasi in questi giorni può sicuramente essere d’aiuto in questo senso. Quello di portare al centro dell’attenzione governativa un tema molto importante per il peso economico e il numero di lavoratori impegnati nel settore.
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