Salman Rushdie, lo scrittore sotto scorta aggredito su un palco a New York (video)
Salman Rushdie, lo scrittore indiano che dagli anni ’90 vive sotto copertura, è stato accoltellato sul palco di un evento organizzato a Chautauqua, a nord di New York.
La vittima era appena stata presentata e si apprestava a prendere parola quando, verso le 10:45, l’aggressore è riuscito ad avventarsi su Rushdie e a colpirlo con pugni e coltellate, ferendolo in modo grave sul lato destro del collo. Anche il presentatore del festival letterario organizzato dalla Chautauqua Institution è rimasto ferito, seppur in modo lieve. L’attentatore è stato subito arrestato come riportato dall Bbc, mentre la governatrice dello stato di New York, Kathy Hochul, ha sottolineato come il romanziere sia stato trasportato in chirurgia ma non in pericolo di vita.
«Siamo vicini a te Salman e ai tuoi cari dopo questo terribile evento», ha detto, ringraziando poi gli agenti. «Rushdie è vivo perché un poliziotto lo ha salvato. È stato un agente di polizia che si è alzato in piedi e gli ha salvato la vita, ha protetto lui e il moderatore della conferenza».
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Lo scrittore, autore de “The Satanic Verses” (I versi satanici) nel 1988, è ritenuto dai musulmani un blasfemo, in quanto il libro si riferirebbe senza dubbio a Maometto. Una rivisitazione in chiave onirica dell’ispirazione di Maometto, facendo riferimento ai versi 19 e 20 della 53ª sūra (al-Najm, La Stella) e al verso successivo, presente solo in alcune antiche versioni del Corano, cancellato dagli ortodossi.
Da allora sulla sua testa pende una taglia, o per meglio dire una fatwa, emessa dall’ayatollah Khomeini, che ne ordinò l’uccisione. Richiesta avallata dal governo iraniano dell’epoca.
Dal 1989 Rushdie si traferì in Gran Bretagna vivendo sotto scorta. Sorte ancora più avversa toccò negli anni al traduttore giapponese del romanzo, Hitoshi Igarashi, ucciso da emissari del regime iraniano. Mentre il traduttore italiano, Ettore Capriolo fu accoltellato da un iraniano. Simile sorte si abbattè su William Nygaard, l’editore della versione norvegese che fu ferito da colpi d’arma da fuoco.
Nel 1998 la fatwa fu dichiarata decaduta dal governo iraniano, ma nel 2017 l’ayatollah Khamenei, successore Khomeini, l’ha confermata. Tant’è che furono raccolti oltre 3 milioni di dollari come ricompensa a chi l’avesse ucciso.
A tal proposito il romanziere nello stesso periodo, sminuendo le minacce che gli pervenivano da oltre 20 anni, scrisse un libro di memorie, “Joseph Anton”, incentrato proprio sulla fatwa.
Molte, ovviamente, le prese di posizione in favore dell’indiano.
“Un attacco scioccante e spaventoso, un attacco alla libertà di parola e di pensiero, due valori fondamentali del nostro paese e dell’Istituzione Chautauqua”. Questo il commento di Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato di Washington. Mentre il collega Stephen King ha twittato: “Spero che Salman Rushdie stia bene”.