Roma a teatro: guida agli spettacoli dal 20 febbraio al 3 marzo
Comincia stasera la solita, appassionante settimana per gli appassionati della ribalta. Pronti per i nostri consigli? Meno tre, meno due, meno uno…
Un magistrale racconto sui legami e le dinamiche familiari e sull’inesorabilità con la quale il destino, a volte, può abbattersi sulla vita di una persona: da stasera al 3 marzo, al Quirino, è in programma l’adattamento teatrale di “Storia di una capinera” di Giovanni Verga diretto da Guglielmo Ferro. Sul palco due interpreti di eccezione come Enrico Guarneri e Nadia De Luca, con la partecipazione straordinaria di Emanuela Muni.
Da domani al 3 marzo, all’Ambra Jovinelli, Andrea Pennacchi vestirà i panni di un’icona internazionale della commedia dell’arte, Arlecchino, in uno spettacolo scritto e diretto da Marco Baliani con l’idea di consegnare allo spettatore una versione postmoderna lontana dalla tradizione che accompagna normalmente il modo di vedere questa “maschera”, fondendo cabaret, burlesque, avanspettacolo, commedia e dramma.
Un intenso monologo firmato da Laurent Mauvignier, nel quale, senza mai cedere alla retorica e al vacuo compiacimento morale, si racconta il brutale pestaggio subito da un povero disgraziato sorpreso a rubare una lattina di birra in un supermercato, suscitando veri, umanissimi sentimenti di pietà e di indignazione: dal 21 al 25 febbraio, all’India, “Storia di un oblio”, con la regia di Roberto Andò e l’interpretazione di Vincenzo Pirrotta.
C’è tempo fino al 3 marzo, all’Arcobaleno, per apprezzare Giuseppe Pambieri, impegnato insieme a Micol Pambieri e Gianluigi Fogacci, in “Edipo a Colono” ultimo capolavoro di Sofocle, nel quale la tragica vicenda del figlio di Laio e dei suoi ultimi, dolorosi giorni, diventa un’occasione per mettere a fuoco la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano e sulla necessità di vincere egoismo e particolarismi con il sacro rispetto dell’ospite e del diverso.
Dal 22 al 25 febbraio sul palco dell’Argot è in arrivo l’ennesima grande attrice, Vanessa Scalera, che insieme a Daniela Marra, Michela Martini e Giovanni Anzaldo, è la protagonista di “La sorella migliore”, un intenso e appassionante dramma familiare dove l’amore si scontra e fa a botte con il senso di colpa e il rimorso, in un turbinio di sentimenti e riflessioni su ciò che è giusto, che è morale.
Da stasera e sempre fino al 25 febbraio, al Vascello “Top Girls” di una delle più grandi drammaturghe inglesi viventi, Caryl Churchill, in cui si indaga su quale sia la relazione della donna con il potere e quanto sia possibile avere un ruolo di comando senza perdere la propria femminilità. Con Monica Nappo (anche regista).
Da stasera fino al 3 marzo, al Vittoria, vizi, difetti, incomprensioni e manie della vita di coppia passati sotto l’elegante lente di ingrandimento di una comicità esilarante e mai volgare in “Come ammazzare la moglie o il marito senza tanti perché” di Antonio Amurri, con Marco Cavallaro, Maddalena Emanuela Rizzi, Bruno Governale e Alessandra Cavallari.
Dal 22 al 25 febbraio, a Lo Spazio, uno dei delitti passionali più famosi d’Italia, quello che nel 1590 costò la vita al duca d’Andria Fabrizio Carafa e alla principessa Maria D’Avalos, brutalmente assassinati dal di lei marito Carlo Gesualdo di Venosa, rivive nell’affascinante “La rosa non ci ama” con Cloris Brosca e Gianni De Feo.
Dal 23 al 25 febbraio, al Basilica, Fucinazero è in cartellone con “Carne di uomo e di balena” firmata da Jacopo Angelini e Francesco Battaglia, dove i protagonisti delle drammatiche vicende raccontate da Melville nell’immortale “Moby Dick”, dopo la terribile caccia che ha segnato in modo indelebile le loro esistenze, devono sopravvivere alla quotidianità.
Dal 22 febbraio al 3 marzo, al Marconi, Marina Suma è nel cast di “Clonazione da Tiffany” di Giovanni Ribaud, un testo del tutto originale che, prendendo le mosse dal collaudato meccanismo della commedia comica, si spinge a toccare temi innovativi, fantascientifici, di un futuro ora quanto mai immediato, forse addirittura dietro l’angolo.
Un testo sul ciclismo (e sulla complessa vicenda del doping che spesso lo “inquina”) raccontato, per una volta, dalla parte del gregario: da stasera al 22 febbraio, al Belli, “Il Condor” di Gianni Clementi, con Camillo Grassi e la regia di Massimo Venturiello.
Dal 22 al 25 febbraio, al de’ Servi, c’è “Paura” di e con Annalisa Aglioti, una commedia arguta attraverso la quale parlare della paura più grande che unisce tutti noi, quella di noi stessi. Dirige Michela Andreozzi.
Dal 22 al 24 febbraio, al Tor Bella Monaca, “Musicarello shock” di Matilde D’Accardi, in cui viene ironicamente ricostruita la battaglia per la legalizzazione del divorzio nel Bel Paese e la trasformazione di mentalità che ha aperto la strada all’emancipazione delle italiane e al riconoscimento dei loro diritti. Con Valentina De Giovanni.
Ultima segnalazione per “Jarrusu. Perché e come morì Pasolini” di e con Giovanni Greco, che debutta in prima assoluta dal 22 al 25 febbraio allo Spazio 18b, tentando di ricostruire (e di fornire nuove suggestioni in proposito) la fine dell’indimenticato friulano.