Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 15 al 20 ottobre
Inizia una nuova settimana ricca di debutti e sorprese nei teatri romani.
Ecco i nostri consigli.
Meno tre, meno due, meno uno…
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Dalla sua comparsa è velocemente diventato un cult apprezzato dagli spettatori di tutta Italia grazie alla sua profonda carica di umanità e alla sua capacità di saper commuovere e divertire nello stesso tempo: stiamo parlando de “I Mezzalira. Panni sporchi fritti in casa”, scritto da Agnese Fallongo, anche in scena insieme a Tiziano Caputo e Adriano Evangelisti (regia di Raffaele Latagliata), una saga familiare caratterizzata da una spirale di infausti accadimenti – sempre raccontati con un piglio accattivante – che indurranno i protagonisti a scendere a patti con il mondo esterno. Da domani sera al 20 al Teatro Basilica.
La nuova stagione dell’India apre subito con un nome eccellente: da domani fino al 27, infatti, Valerio Aprea dà vita all’intenso “Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta”, un reading tratto dal primo racconto di Sandro Bonvissuto che esplora le profondità del rapporto tra padre e figlio.
Stessi giorni di programmazione alla Sala Umberto anche per “Bidibodibidoo”, scritto, diretto e interpretato da Francesco Alberici (già Premio Ubu under 35 nel 2020-21), un ritratto al vetriolo della disastrosa situazione in cui versa il mondo del lavoro ai giorni nostri, in un vortice di precarietà, frenesia e brutale competitività.
Anteprima di stagione anche al Teatro Parioli, dove dal 16 al 20 Filippo Gentile dirige “Conversazioni dopo un funerale” di Yasmina Reza, in cui la scomparsa di un uomo, Simone Weinberg, diventa l’occasione per una riunione di famiglia che fa risvegliare una serie di conflitti latenti e di mai sopite gelosie tra i suoi congiunti, argutamente narrati dalla pluripremiata scrittrice francese mischiando registro comico e tragico.
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Stesse date al Manzoni per Michela Andreozzi con “A letto dopo Carosello” di Paola Tiziana Cruciani e accompagnata al piano dal Maestro Alessandro Greggia, un viaggio nel quale vengono ricordati alcuni dei personaggi più amati della televisione e della musica degli anni Settanta del secolo scorso.
Dal 17 al 20 primo appuntamento con il cartellone del Teatro Arcobaleno: “Io, Ettore Petrolini”, diretto e interpretato da Antonello Avallone, uno spettacolo che si prefigge di mettere in evidenza la portata culturale innovativa ed internazionale del grande attore romano.
Stesse date a Lo Spazio per “Se io non “avrei” te” di Marco Di Iulio, una commedia diretta da Marco Simeoli che racconta con dinamicità ed ironia l’eterno conflitto con la nostra coscienza e la quotidiana lotta con l’altro che cerca di entrare nella nostra intimità e si mette in gioco nella relazione. Con Patrizia Ciabatta, Giordana Morandini, Teo Guarini e Francesco Stella.
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Due repliche, domani e dopodomani allo Spazio Diamante (Sala Black), per “Capelli. M. si desta un mattino da sogni inquieti”, testo e regia di Luisa Casasanta, anche in scena con Arianna Battilana, un racconto polifonico a due voci, politico, arrabbiato e spaventoso, femminile e femminista, ironico e crudele in cui una giovane donna del meridione, appunto, si desta un mattino da sogni inquieti e si ritrova trasformata, nel suo letto, nella vittima di uno stupro.
Doppio appuntamento al Teatro Belli: fino al 16, “Fucked” di Penelope Skinner, la dura storia di una spogliarellista che analizza la sua esistenza demolendo un pezzo la volta tutti gli stereotipi di cui ancora oggi si sostanzia un certo modo di concepire la vita di una donna (e le sue possibilità di “salvarsi” in questo mondo); dal 18 al 20, invece, largo a “Faith Healer”, con Emilio Dino Conti e Angela Sajeva, una sorta di thriller psicologico nel quale un guaritore di professione fa i conti con il suo presunto dono e con la sua sgangherata quotidianità, insieme alla sua tormentata compagna e al suo funambolico impresario.
Dal 16 al 27, allo Spazio 18b, “Il castello di K” di Massimo Roberto Beato, ispirato al romanzo incompiuto di Kafka per celebrare i 100 anni dalla morte dello scrittore Praghese.
Ultima segnalazione per “Il colore della forma di Marco Schiavon”, che getta luce sulla particolare vicenda umana ed artistica del pittore veneziano Gino Rossi, un grande protagonista dell’arte moderna del nostro Paese, che trascorse oltre vent’anni nel manicomio di Sant’Artemio di Treviso. Dal 17 al 27 al Teatro Marconi. Con Mario Scaletta.