Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 13 al 18 febbraio
Senza girarci troppo attorno: quella che sta per cominciare stasera è una delle settimane teatrali più interessanti dell’intera stagione, tra nomi eccellenti e debutti imperdibili. Mai come stavolta, quindi, gli appassionati della ribalta possono rischiare di perdersi. E mai come stavolta, quindi, speriamo che i nostri consigli li aiutino a fare la scelta più indicata per i loro gusti e la loro sensibilità.
È senza alcun dubbio uno degli spettacoli più attesi dell’anno e, già dai primi riscontri entusiasti di critica e pubblico, si annuncia come un nuovo, grande trionfo per Massimo Popolizio: fino al 3 marzo, il Teatro Argentina ospita “L’albergo dei poveri”, che l’attore e regista di origine genovese interpreta e dirige con la drammaturgia scritta dal pluripremiato Emanuele Trevi partendo dal testo originale di Maksim Gor’kij. Popolizio, che ha deciso di riproporre al pubblico la memorabile versione di questo potentissimo dramma che nel 1947 inaugurò il Piccolo di Milano con la regia di Giorgio Strehler, servendosi di un cast molto nutrito e giocando con l’angustia dello spazio scenico rispetto a quello fisico evocato, riesce a imporre un crescendo di tensione emotiva allo spettacolo necessario a ricreare quel perfetto mix di pathos, denuncia sociale, amara comicità e riflessione sul destino umano che dal 1902 in poi hanno contribuito a rendere l’opera dello scrittore russo un must assoluto con il quale cimentarsi tanto a teatro, quanto nel cinema (si pensi agli adattamenti di Resnais e di Kurosawa).
Imperdibile all’Argot! Dal 15 al 18 febbraio, nella piccola sala situata nel cuore di Trastevere arriva il nuovo, atteso spettacolo di Elena Arvigo, “Elena”, che accompagnata dalla voce e dal flauto traverso di Monica Santoro, dà nuova vita all’inteso poemetto che Ghiannis Ritsos dedicò alla mitica regina di Sparta e moglie di Menelao, la quale nel suo scritto, ormai molto in là con gli anni e immersa completamente nei ricordi della sua travagliata esistenza, si abbandona ad un indimenticabile monologo drammatico che ce la consegna non più personaggio, ma donna vera, dotata di una carica di umanità e fragilità in grado di spezzare il cuore. Peculiarità naturalmente esaltate dalla personalissima e turbante sapienza interpretativa della Arvigo, fresca vincitrice del Premio Le Maschere lo scorso anno con i suoi “Monologhi dell’Atomica”.
Debutto molto atteso anche al Vittoria, dove da stasera al 18 febbraio è in cartellone Arianna Porcelli Safonov con “Alimentire”, il suo irriverente nuovo progetto dedicato al grosso guaio in cui si è cacciato il mondo dell’alimentazione oggi: quello di diventare una tendenza a cui si aderisce con tutti i peggiori difetti che un cittadino possa mostrare in pubblico. Ci sarà molto da ridere e molto da riflettere.
Stesse date al Quirino per “Assassinio nella cattedrale”, il celebrato capolavoro di Thomas Stearns Eliot che ha fatto scuola nel descrivere i rapporti tra gli opposti che convivono nel cuore della civiltà occidentale, dunque tra potere temporale e spirituale, tra fede e ragione, tra individuo e stato, tra libertà e costrizione. La regia è affidata a Guglielmo Ferro, mentre i protagonisti sono Moni Ovadia e Marianna Bargilli.
Dal 15 al 18 febbraio torna al Parioli “Quasi Amici”, lo spettacolo che Alberto Ferrari ha adattato dal famoso (e commovente) film omonimo di Eric Toledano e Olivier Nakache. Ancora una volta nei panni dei due protagonisti, rispettivamente un ricco tetraplegico e il suo badante, Massimo Ghini e Paolo Ruffini, impegnati sul palcoscenico a far rivivere questa bellissima (e vera) storia di amicizia e profonda umanità.
Sempre dal 15 e fino al 25 febbraio, alla Sala Umberto è il turno di “Buonanotte, mamma” del Premio Pulitzer Marsha Norman, che con il suo straordinario racconto di una figlia che annuncia alla propria madre il suo desiderio di togliersi la vita, riesce a creare un indimenticabile interno familiare dove le ragioni e le diverse disperazioni delle due donne creano un continuo alternarsi di emozioni e suspense che tiene avvinto lo spettatore fino al drammatico epilogo della pièce. Protagoniste due attrici di vaglia come Marina Confalone e Mariangela D’Abbraccio.
Ancora da stasera al 18, al Vascello, “Diario di una modella” di Kiki di Montparnasse, un’icona assoluta di stile e carisma che nei ruggenti anni Venti del secolo scorso fu proclamata “regina di Parigi”, grazie al suo ruolo di musa di artisti straordinari come Picasso, Modigliani, Man Ray e Cocteau, nonché stimata attrice, cantante e pittrice. A farci rivivere in scena le sue gesta Manuela Kustermann.
Stesse date anche all’India con “Fratellina” di Spiro Scimone, anche in scena con Francesco Sframeli (a sua volta anche regista), Gianluca Cesale e Giulia Weber, impegnati, in un’atmosfera lieve e giocosa, tra il reale e l’epifanico, a restituirci un contesto familiare e sociale poco accogliente, a tratti ripugnante, dal quale i personaggi in scena, massimamente i due protagonisti “reali”, cercano di sfuggire andando alla ricerca di una nuova dimensione dove essere semplicemente se stessi, se non essere migliori.
Sempre da stasera al 18, al Basilica, Index -progetto artistico e produttivo nato nel 2021 dagli intenti di Muta Imago, Daria Deflorian e Antono Tagliarini di creare azioni condivise che possano andare oltre la cura delle produzioni di singole compagnie- presenta “Firmamento”, una settimana di incontri, studi, percorsi e collaborazioni.
Un occasionale incontro tra due condomini, un manager affermato e un’anziana attrice, si trasforma in un confronto intenso e ricco di humour tra quasi estranei in grado di suggerire nuove prospettive di libertà e autoconsapevolezza: dal 14 al 18 febbraio, all’OFF/OFF Theatre, Lorenzo Balducci ed Elena Croce recitano in “Back to Black”, il nuovo lavoro scritto e diretto da Silvano Spada che debutta in prima nazionale.
Dal 14 al 17 febbraio, al Tor Bella Monaca, “The Prudes”, con Carlotta Proietti e Gianluigi Fogacci impegnati in una commedia (di Anthony Nielson) nella quale il calo di desiderio sessuale di un uomo e i suoi conseguenti problemi con la propria partner si trasformano in un’occasione per riflettere su certo moralismo e certi “costumi” che caratterizzano la nostra società.
Dal 13 al 18 febbraio, al Belli, “Tu (non) sei il tuo lavoro”, un penetrante testo firmato da Rossella Postorino (già Premio Campiello 2018 e finalista al Premio Strega del 2023), nel quale, in una sorta di “nuovo teatro greco”, una voce femminile e una maschile, un Coro e un Corifeo, pongono pubblicamente i problemi del mondo del lavoro, dei contratti a progetto, dei master a pagamento e delle ingiustizie sociali, sempre in equilibrio tra amarezza e comicità. Con Maria Lomurno e Francesco Patanè, dirige Sandro Mabellini.
Dal 15 al 18 febbraio a Lo Spazio prima assoluta per “Le crepe dell’anima”, dall’omonimo libro di Camilla Ghedini, nel quale Carmen Di Marzo in scena è alle prese con l’infuocato tema dell’infanticidio (nella fattispecie, una mamma che ha ucciso il proprio figlioletto di sei mesi) e con le possibili cause che possono spingere una donna a commetterlo.
Medesima programmazione allo Spazio 18b per “Della vergogna” di e con Giulia Vannozzi, liberamente ispirato alla tragica vicenda di Tiziana Cantone, la giovane donna di Casalnuovo di Napoli che il 13 settembre del 2016 si suicidò dopo la diffusione in rete di alcuni suoi video pornografici amatoriali.
Dal 16 al 18, all’Altrove, torna “Petrolio. Una storia a colori”, uno spettacolo di e con Beatrice Gattai per la regia di Alessio Di Clemente, in cui l’intreccio di tre storie “forti” origina un intenso frammento di vita che suggerisce cosa può accadere ad un essere umano quando si trova costretto ad attraversare certi passaggi stretti dell’esistenza che possono distruggerlo in un attimo o portarlo ad evolversi.
Ultima segnalazione per “Dora in avanti” di Domenico Loddo, al Kopò il 17 e il 18, in cui la protagonista, Dora appunto, riflette in una sorta di “gioco” teatrale che ha i tratti del gorgo emotivo sulla sua esistenza e sui suoi fallimenti di figlia, moglie e madre. Con Silvana Luppino, dirige Christian Maria Parisi