Roma a Teatro: gli spettacoli dal 21 al 26 febbraio
Ancora una settimana ricchissima di appuntamenti per gli appassionati della ribalta romani, che, tra maestri del mestiere, debutti assoluti e una messe di proposte che spazieranno in lungo e in largo attraverso vari generi, avranno la possibilità di scegliere all’interno di una proposta complessiva piena di qualità e di quantità.
I nostri soliti consigli per evitare di perdersi.
Due vecchi amici tornano ad incontrarsi dopo una lunga separazione dovuta ad una serie di incomprensioni. La scoperta della natura di queste ultime e dell’irriducibile capacità delle parole di essere fraintese (anche solo a livello di semplici “intonazioni”) mettono in moto un confronto-scontro da loro giocato sul filo della provocazione che li condurrà a nuovi livelli di reciproca consapevolezza. Da domani al 5 marzo, all’Argentina, non perdete “Pour un oui ou pour un non (Per un sì o per un no)” di Nathalie Sarraute, con la regia di Pier Luigi Pizzi. In scena, due autentici “mostri” del nostro teatro: Umberto Orsini e Franco Branciaroli.
Leggi anche: L’intervista: Paolo Ruffini presenta “Quasi amici”
Stesse date al Quirino per un classico di Edoardo, “Uomo e galantuomo”, interpretato da un altro grande della recitazione, Geppy Gleijeses, in compagnia, tra gli altri, di suo figlio Lorenzo e con la partecipazione straordinaria del David di Donatello Ernesto Mahieux. Sarà compito loro mettere in moto lo straordinario meccanismo comico dell’opera, tutto giocato sui fraintendimenti e sulla capacità di bluffare dei vari personaggi.
Sempre da domani e fino al 26 febbraio, al Vittoria è in cartellone “Pane o libertà”, il nuovo spettacolo di Paolo Rossi, che mescola la dirompenza della stand up comedy con la commedia dell’arte, passando per la comicità greca e mettendo in piedi un gioco di palco in cui l’attore e autore di Monfalcone, con la sua consueta causticità e la sua vena stralunata, si interroga sul proprio mestiere, sui propri sogni e sulla necessità-possibilità di scegliere tra, appunto, il pane e la libertà.
Dal 22 febbraio fino al 5 marzo, Fabio Condemi porta all’India (debutto nazionale) “Nottuari”, ispirato alle opere di Thomas Ligotti, maestro contemporaneo della narrativa del mistero e dell’horror, qui traslato in un’affascinante trasposizione spettacolare in grado di esaltare i suoi continui slittamenti tra realtà e dimensione onirica attraverso un grande rigore scenico e un impianto scenografico di forte impatto visivo ed emotivo.
Autentico gioiello da vedere, al Tor Bella Monaca dal 21 al 25 febbraio c’è “Io per te come un paracarro”, scritto, diretto e interpretato da Daniele Parisi, il commovente, polifonico (nonostante in scena ci sia solo lui) ritratto di una famiglia in fuga e alla ricerca di una propria dimensione e identità. Si ride e si piange dall’inizio alla fine, in una catarsi costante! Non perdetelo.
Leggi anche: Zelensky e lo show-biz: la ricetta (im)perfetta delle sue apparizioni
Ancora da domani al 26, al Vascello, “Tavola tavola, chiodo chiodo” di Lino Musella e Tommaso De Filippo, un affascinante viaggio nel mondo dell’inarrivabile (e già citato) Eduardo, tratto da appunti, corrispondenze, articoli e carteggi del genio napoletano. Musella, premio Ubu come migliore attore nel 2019 e premio Le Maschere del Teatro Italiano sempre come miglior attore, andrà ad indagare (dandogli voce sul palco) gli aspetti meno conosciuti della sua attività, soprattutto quelli legati alle donchisciottesche battaglie condotte contro le istituzioni e alla sua inestimabile eredità di capocomico e uomo di teatro.
Debutta il 23 febbraio e replicherà fino al 12 marzo al Manzoni “La Venexiana”, diretto e adattato da Cinzia Berni, con Patrizia Pellegrino e Jane Alexander impegnate nei ruoli delle due donne che si contendono i favori amorosi del doppiogiochista Iulo (interpretato da Stefano Flamia).
Dal 21 al 26 febbraio all’OFF/OFF tocca a “Non esistono piccole donne” da Johannes Bückler , con Camilla Filippi, una Spoon River tutta al femminile, in cui si raccontano storie di donne che in qualche modo hanno segnato il loro tempo.
Dal 22 febbraio al 5 marzo, al Golden si alza il sipario per “Ormonella” di e con Paola Tiziana Cruciani, in cui una sessantenne prova a rimettersi in gioco sentimentalmente e non solo dopo essere stata iscritta dal figlio su un sito di incontri on line.
Dal 23 al 26 febbraio, al Belli, Anna Guado è impegnata in “La banalità del male” di Hannah Arendt, filosofa tedesca di origine ebrea e allieva di Heidegger, che, dopo essere fuggita dalla Germania nazista, ripercorre la tragedia dell’Olocausto osservandola con spietata, mai banale lucidità, cercando di capirne e di farne capire l’esatta portata e le vere responsabilità.
Stesse date allo Spazio per il ritorno di “A cosa serve essere belli dentro se poi nessuno ci entra”, di Massimiliano Vado, una pièce dalle tinte brillanti in cui tre amiche (Lara Balbo, Francesca Anna Bellucci e Giulia Fiume) si confrontano sui “massimi sistemi” della vita e riflettono, in modo mai scontato, sulla loro femminilità.
Sempre dal 23 al 26 febbraio, al Ghione, Giorgio Lupano è il protagonista di “La vita al contrario”, tratto dal celebre racconto di Francis Scott Fitzgerald “Il curioso caso di Benjamin Button”.
Ultime segnalazioni, infine, per uno dei testi più amati di Luigi Pirandello, “Il piacere dell’onesta”, che il 25 e il 26 febbraio sbarca al De’ Servi nella versione diretta da Luca Ferrini, e per “Una pura formalità”, intrigante adattamento teatrale dell’omonimo film di Giuseppe Tornatore, al Marconi dal 23 al 26 febbraio.