Robert Pattinson non è Christian Bale, ma The Batman apre la strada al futuro
La DC FanDome 2021 ha scoperchiato il vaso di Pandora, facendo sobbalzare i fan di tutto il mondo che altro non aspettavano se non questo annuncio. Tra le varie anticipazioni, infatti, e dopo il primo teaser rilasciato durante l’evento dello scorso anno, a fare la parte del leone è stato il trailer ufficiale di The Batman, nuovo film di Matt Reeves, con Robert Pattinson nei panni dell’uomo pipistrello e che uscirà in Italia il prossimo 3 Marzo.
Com’era facilmente prevedibile, il video ha fatto rapidamente il giro del mondo facendo schizzare l’hype alle stelle, sia tra gli appassionati che tra gli addetti ai lavori. Il trailer si apre con la sagoma di un uomo di spalle, che viene raggiunto in un locale dalla polizia ed arrestato. La tazzina che lascia sul bancone di fronte a lui è bianca e striata di verde e sulla schiuma del cappuccino è ben visibile un punto di domanda.
Poi il bat-segnale, l’aria umida, cupa, nebulosa e scura di Gotham City e finalmente appare lui: The Batman, il protagonista del film.
C’è tensione e quello che appare, seppure per pochi frame, è un Batman furioso, che non si perde in inutili teatrini ma punta dritto al sodo. È un Batman che si riappropria di quell’aura inarrestabile che lo fa apparire spaventoso agli occhi dei nemici. Il villain principale, che nel trailer non viene mostrato direttamente, è l’Enigmista, nel film interpretato da Paul Dano, già protagonista di 12 anni schiavo (2012) e Youth – La giovinezza (2015).
Ampio spazio anche ad un irriconoscibile Colin Farrell che si cala nei panni di Oswald Cobblepot, alias Pinguino, e soprattutto all’ambiguo rapporto di amore-odio che lega Batman a una Catwoman (Zoë Kravitz) che richiama piuttosto marcatamente quella ammirata in Anno Uno. Nel cast troviamo inoltre l’Alfred di Andy Serkis e il Carmine Falcone col volto di John Turturro.
Un discorso a parte e piuttosto complesso va fatto per il protagonista di The Batman. Bistrattato, mortificato, offeso e deriso per un buon 95% della sua carriera, Robert Pattinson paga anche troppo ingenerosamente quegli intoppi vampireschi di gioventù che lo hanno condannato al martirio perenne, in realtà più ad opera degli spettatori che della critica.
E sì che di ruoli d’autore ne ha interpretati. Diamo un’occhiata a Cosmopolis (2012) e Maps to the Stars (2014) di David Cronenberg. Guardiamo The Lighthouse (2019) di Robert Eggers o Il re (2019) di David Michôd. Ad oggi Pattinson è largamente considerato come uno degli attori più preparati e professionali della sua generazione.
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Il suo sembra un Batman violento come mai prima d’ora. In preda ad una lucida follia, figlia di quei demoni passati che non lo abbandonano mai. Si noti il simbolo che The Batman porta sul petto. Il pipistrello, stavolta, pare realizzato con dei frammenti di una pistola…e chi ci vieta di pensare che quei frammenti derivino proprio dall’arma che uccise i suoi genitori? Eccola la caratterizzazione, anche psicologica, del personaggio. Quel simbolo di angoscia e disperazione è sempre con lui.
Di certo quella che Pattinson porta sulle spalle è un’eredità a dir poco pesante. Così come il James Bond di Daniel Craig ha segnato un’epoca, svecchiato il personaggio e risollevato le sorti del franchise di 007, così la trilogia di Christopher Nolan ha costituito una sorta di anno zero per il sorvegliante di Gotham City, e Christian Bale ha conferito al personaggio una profondità e una struttura che negli ultimi tempi si era persa.
Ma Pattinson non è Bale. Questa pellicola apre alla nuova era dell’uomo pipistrello, e lo fa partendo da un attore che ha saputo, nel corso degli anni, dimostrare il proprio valore. Cercare paragoni è inevitabile, e forse anche ingiusto. Condannarlo, senza averlo visto all’opera, è però errore imperdonabile che non dovrebbe appartenere a coloro che approcciano al film con spirito spiritico e capacità di analisi scevra da pregiudizi, per lo meno lontano da derive fanatiche.
La domanda che in molti si pongono lascia presagire qualche timore (legittimo) da parte dei fan: The Batman sarà una copia del Cavaliere Oscuro di Nolan? Difficile a dirsi ma ancor più improbabile a credersi. È vero: Christopher Nolan ha realizzato una grande, grandissima trilogia. Ma nei suoi lavori c’era una componente fumettistica che stavolta sembra essere meno forzata.
The Batman punta su di un regista come Matt Reeves, reduce dalla direzione di Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie (2014) e The War – Il pianeta delle scimmie (2017), lanciati come blockbuster ma, in realtà, opere accompagnata da una profonda critica sociale e morale.
Sempre lode, quindi, al Batman di Michael Keaton, questo è ovvio. Un applauso a quello di Ben Affleck, passi anche quello di Val Kilmer, ma quell’uomo pipistrello di George Clooney grida ancora vendetta, ed è un qualcosa da cui è difficile riprendersi e che di certo non meritavamo…
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