“Ritratte”: a Roma una mostra fotografica sulle donne che lavorano per l’arte e per la scienza
Fino al 10 settembre 2023 il Museo Carlo Bilotti a Roma accoglie la mostra fotografica “Ritratte. Donne di arte e di scienza“: preziose istantanee immortalano quaranta donne che hanno conquistato ruoli di primo piano negli ambiti dei beni culturali e della scienza.
Un incentivo ad abbattere gli stereotipi di genere
Di solito lavorano dietro le quinte con la solerzia e la passione di chi non punta alla visibilità ma all’obiettivo; donne concentrate a rendere funzionante e fruibile un luogo culturale oppure chiuse in un laboratorio a fare ricerca. Di questo parla “Ritratte. Donne di arte e di scienza” e lo fa attraverso il volto di quaranta professioniste che, senza troppo rumore, hanno raggiunto i vertici del proprio percorso professionale.
Preziose istantanee realizzate dal fotografo internazionale Gerald Bruneau (che ha lavorato anche con Andy Warhol), catturano direttrici e scienziate rispettivamente tra le colonne in marmo di un museo o accanto a strumenti tecnologici. Un colpo d’occhio potente che immerge lo spettatore in una sorta di grande album fotografico segreto nel quale per la prima volta si possono conoscere lavoratrici fondamentali, spesso sottovalutate nel proprio settore e schiacciate dagli stereotipi di genere.
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Direttrici museali e scienziate
La mostra si articola in due percorsi espositivi distinti ma complementari, oggi riuniti per la prima volta in un unico evento. Il primo riguarda le direttrici dei musei italiani, quei luoghi idealmente sacri alle Muse ma che concretamente conservano e valorizzano l’inestimabile patrimonio artistico del nostro Paese. Tali spazi non sono soltanto fondamentali custodi della nostra identità collettiva, ma possono considerarsi imprese con bilanci e piani finanziari che contribuiscono in modo determinante all’andamento dell’economia nazionale.
Il secondo percorso invece riguarda le professioniste del settore scientifico, spesso ancora discriminate nel loro ruolo di scienziate. In mostra sono presenti alcuni volti del grande progetto 100 esperte, ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall’Associazione GiULia (GIornaliste Unite LIbere Autonome); nello specifico il programma, sviluppato attraverso la Fondazione Bracco e alcuni fondi della Commissione Europea, consiste in una piattaforma telematica contenente i profili di esperte italiane in discipline strategiche come quelle dello Stem (science, technology, engineering and mathematics).
La collaborazione con il Policlinico Gemelli
Nel percorso espositivo ogni fotografia viene alternata a una piccola biografia della professionista in questione. Le direttrici di museo hanno rilasciato anche brevi interviste nelle quali hanno espresso pregi e difficoltà della loro professione oltre a una personale definizione del patrimonio culturale italiano.
Per Gabriella Belli, già Direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, ad esempio, il patrimonio culturale è la più grande scommessa sociale ed economica del nostro Paese, di cui tutti parlano, ma di cui nessuno si occupa veramente; per Antonella Cucciniello, Direttrice Biblioteca e Complesso Monumentale dei Girolamini a Napoli, rappresenta una seconda lingua madre; per Martina Bagnoli, Direttrice delle Gallerie Estensi di Modena equivale a un libro di storia.
Sul modello del progetto “100 esperte”, le interviste alle direttrici museali sono state inserite sulla piattaforma digitale Art4ART, promossa dal Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Il Gemelli Art (Advanced Radiation Therapy), in collaborazione con l’Associazione Romanini, offre infatti ai pazienti oncologici la possibilità di accedere a contenuti artistici durante le sedute di chemio e radioterapia. Studi scientifici dimostrano che la fruizione di tematiche culturali, nel senso più ampio del termine, riduce lo stress e consente di affrontare l’iter terapeutico in maniera più propositiva.
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Risvolti culturali e sociali
“Ritratte. Donne di arte e di scienza” va quindi oltre la semplice mostra fotografica. Veicola il suo messaggio anche in ambito sociale, a dimostrazione che l’empowerment femminile non è soltanto un diritto ma una risorsa necessaria allo sviluppo della società.
A tal proposito Diana Bracco, Presidente dell’omonima Fondazione, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Al centro della mostra Ritratte lo spettatore può osservare le vaste competenze, il merito, le qualità intrinseche o acquisite che hanno portato queste donne a rivestire ruoli di primo piano, nell’arte e nella scienza.Nel percorso fotografico le protagoniste, che di norma vivono spazi di lavoro appartati, che siano musei o laboratori, sono finalmente oggetto di attenzione collettiva, sono riconosciute nel loro ruolo. Questo è il movimento necessario che siamo tutti invitati a compiere: riconoscere le competenze, renderle visibili. Da tempo con Fondazione Bracco, attraverso il progetto #100esperte e molte iniziative formative dedicate all’empowerment femminile, facciamo proprio questo: valorizziamo il merito e incoraggiamo nuove vocazioni, leve essenziali per sostenere le aspirazioni di bambine e ragazze, e per raggiungere una presenza paritaria di donne e uomini nelle posizioni apicali».
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra è a cura della Fondazione Bracco, in collaborazione con Arthemisia e Zetema Progetto Cultura.
L’ingresso è gratuito. Per ulteriori informazioni consultare il sito www. www.museocarlobilotti.it .
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