Rinascimento moderno: in mostra a Forlì il mondo visionario dei Preraffaelliti
Dal 24 febbraio al 30 giugno 2024 le sale del Museo Civico San Domenico di Forlì accolgono una grande mostra dedicata ai Preraffaelliti, movimento artistico di metà Ottocento che prende ispirazione dall’arte italiana del Medioevo e del Rinascimento.
Opere inglesi e italiane a confronto
Dalla seconda metà del XIX secolo l’arte medievale e rinascimentale italiana genera un forte impatto sulla cultura visiva britannica, in particolare sui Preraffaelliti. Questo movimento artistico, nato nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento su iniziativa di alcuni artisti ribelli, si pone l’obiettivo di rinnovare la pittura inglese, considerata in declino a causa delle norme eccessivamente formali e severe imposte dalla Royal Academy.
La mostra Preraffaelliti. Rinascimento moderno, ospitata nel Museo Civico di Forlì fino al 30 giugno, si rivela un evento unico nel suo genere. Per la prima volta infatti, grazie alla generosità di prestigiosi musei italiani, inglesi e statunitensi, le opere dei Preraffaelliti vengono poste a diretto confronto con i capolavori medievali e rinascimentali che le hanno ispirate.
Ma non ci si limita a questo. Quasi attraverso un processo osmotico, i visitatori possono ammirare anche le creazioni di alcuni artisti italiani di inizio Novecento che hanno preso spunto dall’estro dei colleghi britannici.
Leggi anche: Ukiyoe, il mondo fluttuante. Palazzo Braschi apre le porte all’arte giapponese del Seicento
Origine e stile dei Preraffaelliti
La confraternita dei Preraffaelliti ((Pre-Raphelite Brotherhood) venne fondata nel settembre del 1848 da tre giovani studenti della Royal Academy di Londra, Dante Gabriel Rossetti (1828-82), William Holman Hunt (1827-1910) e John Everett Millais (1829-96) ai quali presto si unirono altri pittori poeti e letterati. Come si evince dal nome il gruppo prende ispirazione dagli artisti attivi prima di Raffaello Sanzio, ritenuto il capostipite di un rigido accademismo che soffoca l’impulso creativo.
Inizialmente focalizzati sull’arte e l’architettura gotica, in seguito seguirono la tradizione toscana di Giotto e Cimabue per poi passare ai maestri del Rinascimento quali Botticelli e Michelangelo. Simbolismi e allegorie sono i punti cardine di questo movimento. Le figure sempre molto dettagliate, dalle forme precise e dalle posture complesse, sfoggiano panneggi eterei e luminosi dalle pennellate vibranti.
Dal punto di vista contenutistico i Preraffaelliti scelgono temi elevati che spaziano dalla religione, alla mitologia, alla letteratura; molto spesso nelle loro opere ritroviamo riferimenti ai capolavori di William Shakespeare e Dante Alighieri. Non si tratta di un reazionario ritorno al passato bensì di una rivoluzionaria lettura in chiave moderna dei grandi paradigmi dell’arte italiana ed europea.
Leggi anche: Al Chiostro del Bramante “Emotion”: l’arte contemporanea racconta le emozioni
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo, a cura dello Studio Lucchi & Biserni, si articola all’interno della Chiesa di San Giacomo e delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento di San Domenico. Seguendo un ordine cronologico, i visitatori possono ammirare oltre trecento opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, manufatti in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli.
Si parte dalla Chiesa di San Giacomo con una sezione dedicata all’arte italiana dal Due al Quattrocento: Cimabue, Botticelli, Filippo Lippi, Pietro di Cosimo; eccellenti maestri chiamati dagli inglesi “Primitivi”, non in termini dispregiativi ma con accezione assolutamente ontologica quali fautori di quell’arte primigenia che ha permesso l’evoluzione, nel corso del XIX secolo, dei talenti britannici.
L’iter si conclude specularmente in una delle sale dell’ex biblioteca del Convento di San Domenico con una sezione dedicata all’arte inglese che ha ispirato gli artisti italiani di fine Ottocento, primi tra tutti i simbolisti. Spazio dunque ai grandi dipinti di Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, William Holman Hunt, Ford Madox Brown, Frederic Leighton, solo per citarne alcuni.
Leggi anche: Il San Girolamo scrivente di Caravaggio illumina Palazzo Mazzetti ad Asti
L’organizzazione della mostra
In due anni di rigoroso allestimento e di fruttuosi prestiti da musei e collezioni internazionali, la mostra riserva sorprese inedite di rara bellezza. Per esempio, tra i ventiquattro capolavori di Edward Burne-Jones, emerge un pezzo unico al mondo che arriva direttamente dalla casa di un collezionista inglese: un pianoforte a coda dipinto. Per aumentare la dose di stupore tra i preziosi pezzi esposti c’è anche un pinnacolo del Duomo di Milano – alto quasi due metri – proveniente dal museo dell’Opera del Duomo.
Un percorso mai visto prima, volto a far immergere lo spettatore nel variegatissimo immaginario preraffaellita, come se fosse egli stesso parte integrante della grande rivoluzione artistica del XIX secolo.
Realizzata e promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, la mostra Preraffaelliti. Rinascimento moderno è a cura di Cristina Acidini, Francesco Parisi, Liz Prettejohn e Peter Trippi; la direzione generale è invece affidata a Gianfranco Brunelli. In loco inoltre è possibile acquistare Il pregevole catalogo targato Dario Cimorelli Editore. Per informazioni su costi e orari dell’esposizione è possibile scrivere un email all’indirizzo mostraforli@civita.art oppure collegarsi al sito web www.mostremuseisandomenico.it .
Leggi anche: [Recensione] – “Romeo è Giulietta”: un piccolo capolavoro con Pilar Fogliati e Sergio Castellitto