Ricordando Augusto Daolio, anima immortale dei Nomadi
Voce memorabile di uno dei gruppi storici della musica italiana.
Trascinatore e fondatore insieme a Beppe Carletti dei Nomadi, Augusto Daolio si caratterizzava per l’estrema semplicità ed umiltà che riusciva a trasmettere anche nei testi delle sue canzoni. Sono i primi anni ’60 quando tra Modena e Reggio Emilia Carletti e Daolio decisero di formare una band che cavalcherà la protesta giovanile, anche prima del 1968.
Il successo arrivò con la celebre Come potete giudicare , e fu chiaro fin da subito lo spirito del gruppo. Innumerevoli le canzoni simbolo del gruppo, da Noi non ci saremo, Dio è morto, Per fare un uomo, Un figlio dei fiori non pensa al domani e Ti voglio che era la versione italiana di I want you di Bob Dylan. Negli anni ’70 i Nomadi vissero anche un florido periodo pop con un Un pugno di sabbia ed Io vagabondo che non sono altro. Da quel momento iniziò la scalata: partecipazioni televisive, presenza alle manifestazioni canore e numerosi lavori discografici che porteranno la band ad avere un riconoscimento ufficiale da parte di critica e pubblico.
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L’affetto, la stima e il calore non vennero meno nemmeno quando la band, negli anni ’80, iniziò ad essere messa all’angolo dalle maggiori case discografiche. Riuscirono a sopravvivere e andare avanti cantando alle feste dell’Unità o a quelle di paese. Fu solo però un elemento di forza e di crescita, quello di una band che della semplicità ne ha fatto sempre un cavallo di battaglia.
Ma nel 1989 il gruppo visse un momento di rinascita con la pubblicazione di nuovi dischi, come Gli Aironi neri.
Nonostante il successo Augusto non ha mai permesso che la vita professionale invadesse qualla privata tanto da restare a vivere in provincia, continuare a coltivare la passione per la pittura e anche per la politica.
“Abbiamo scelto di vivere in provincia” – sottolineò qualche mese prima della sua morte nel 1992 -“di non avere i ritmi veloci e ossessivi della città, proprio per potere pensare alle cose standone ben fuori. In città poi si può sempre andare quando serve. Quella di stare un po’ in disparte, di vivere fuori, è sempre stata una mossa vincente, perché ci ha permesso di crescere come volevamo, di andare al cinema, di viaggiare, di amare”.
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Augusto Daolio rimarrà sempre nel cuore dei fan che lo hanno amato e della band che ha fondato. I Nomadi lo portano sempre con loro, in tour, tra la gente affinchè la memoria della voce forte, nasale e incisiva di Augusto non svanisca mai.