“Jungle Gum”, il folle album dei Respiro per ribaltare l’ordinarietà
“Jungle Gum” è il nuovo disco di inediti dei Respiro, duo electro-pop/alternative hip-hop salentino nato dall’incontro tra il violinista Francesco Del Prete e la voce di Lara Ingrosso. Fin dalla loro formazione, i Respiro vantano uno stile peculiare e un talento nella sperimentazione che gli hanno permesso di vincere anche numerosi premi tra cui il Premio Rivelazione Lunezia (2013) e la Targa Siae dedicata a Sergio Endrigo per la miglior personalità artistica al Biella Festival (2013).
Negli anni hanno realizzato oltre 150 concerti in tutta Italia e in Europa, suonando anche in apertura ad artisti come Earth Wind and Fire, Marlene Kuntz, Nina Zilli, Radiodervish, La Municipàl. L’album è stato anticipato dal singolo “NQSB” che è stato, tra gli altri, presentato su Rai Radio1 Music Club e selezionato all’interno della trasmissione ‘Esordi’ in onda su Rai Radio2, seguito dal secondo estratto “La musica del futuro”.
Ciao, ragazzi, benvenuti su The Walk of Fame magazine. Come ve la passate?
Ciao a voi e grazie. Ce la passiamo piuttosto bene dai, nonostante tutto.
Parliamo di Jungle Gum, vostro ultimo studio album. Sono rimasto colpito dall’imprevedibilità dei vostri brani. Una contaminazione di suoni e stili che trovano nei brani del disco una perfetta armonia. Spiazzare l’ascoltatore era uno dei vostri obiettivi?
Sempre, è proprio la nostra impronta artistica, perché cerchiamo di spiazzare prima di tutto noi stessi in fase di scrittura, siamo persone esigenti e nella nostra musica vogliamo ascoltare tutto quello che ci piace.
Quale è stata la parte più difficile del coniugare diversi stili e sonorità? Come si è sviluppato il processo di songwriting?
In un primo momento lasciamo fluire le idee in modo istintivo, quindi la combo di stili e generi è un incastro del tutto naturale. Non abbiamo un processo di scrittura standard, in genere si parte da uno spunto, un riff, un pattern ritmico, un titolo, una cellula di melodia ecc… e ognuno di questi elementi ci suggerisce un mondo da raccontare. Con la produzione cerchiamo di lavorare di contrasti con il testo, per sottolineare la nostra vena ironica soprattutto quando si trattano tematiche forti come quelle di “Jungle Gum”.
L’uscita del disco è stata anticipata dal singolo NQSB, per cui avete realizzato un video. Il testo mi ha colpito molto, essendo incredibilmente attuale. Vi andrebbe di raccontarmi qualcosa di non ancora svelato di questo brano?
Non c’è molto da aggiungere se non che è nato anche come uno sfogo, perché in famiglia ci capita di essere circondati da no-vax e complottisti in generale. Probabilmente è proprio quando ci si sente stretti che si cerca di far sentire la propria voce e quindi è nata NQSB, sempre con i nostri toni sarcastici. Vogliamo aggiungere che abbiamo cercato di ricreare una dimensione anche un po’ sospesa e sognante con il testo e il sound, proprio per dare la sensazione di essere in un mondo a parte, potremmo dire molto fantasioso.
Leggi anche: Motörhead: le ceneri di Lemmy diventano proiettili per gli amici storici
Anche per “La musica del futuro” avere realizzato un videoclip. Sono entrambi dei prodotti che presentano una caratteristica in comune, cioè quella di una regia decisamente poco ordinaria. Come nascono questi due lavori?
Nascono dalla nostra profonda intesa con il cartoonist/videomaker Hermes Mangialardo, che nelle sue opere esprime un’estetica molto vicina alla nostra. Quindi anche qui il processo creativo è stato del tutto naturale, spinto anche da un legame umano molto forte. Il videoclip di NQSB è nato in quarantena, quindi con le sue animazioni Hermes ci ha permesso di essere sullo schermo pur non potendoci muovere. Mentre per “La musica del futuro” abbiamo deciso di partire da riprese video reali e di applicare la tecnica del Tiny Planet, proprio per dare la dimensione del mondo a 360°.
Piccola precisazione, le riprese sono durate una settimana in pieno agosto e Francesco ha girato travestito da astronauta sotto il sole cocente senza lamentarsi. Ci vuole un applauso.
Avete fatto della sperimentazione il vostro trademark? Ma come nasce un vostro brano? Quali sono le componenti fisse e quali invece le variabili al momento di comporlo?
Abbiamo detto più o meno tutto in risposta alla domanda 3, però aggiungiamo che le variabili fisse hanno a che fare con le colonne portanti del progetto, quindi la presenza del violino che deve comunque avere la sua centralità e l’utilizzo dell’elettronica chiaramente. In fase di scrittura dobbiamo preoccuparci anche della trasposizione nel live e quindi la scrittura ruota intorno a questi due elementi.
Leggi anche: “L’occidente è una bugia”: l’ultima trovata di un professore cinese
Per artisti come voi, che rompono schemi e preconcetti artistici, un periodo controverso come quello che stiamo vivendo è fonte d’ispirazione?
Sicuramente sì. Basti pensare che due dei brani del disco sono nati in pieno lockdown ed è a nostro avviso il cuore del lavoro di un artista, dare voce proprio ai periodi più controversi, alle situazioni ingiuste e inspiegabili, all’indescrivibilità della bellezza
E’ possibile parlare di progetti presenti e futuri? Cosa bolle in pentola?
Aspettiamo di portare Jungle Gum sul palco, per ora questo.
Lascio a voi le ultime parole famose per salutare i nostri lettori…
Grazie per il sostegno e cosa importante, supportate sempre la musica indipendente, perché è quella che ha più “fame” e che ha più bisogno delle vostre orecchie e della vostra voce.
Leggi anche: Dalle macchine da scrivere agli smartphone, il sistema Qwerty nella rivoluzione della scrittura