Intervista ad Andrea Montebove: il suo “Respiro di vita”
Domenica 1 dicembre a Tivoli, alle Scuderie Estensi, davanti a una sala gremita il giovanissimo Andrea Montebove ha presentato il suo libro “Respiro di vita”.
Un racconto della sua terribile storia. Della sua rinascita dopo aver affrontato una battaglia contro un male impressionante. Un tumore che per anni ha covato di nascosto dentro di lui. Manifestandosi e facendo capire le cause di tanti altri problemi.
Un male che avrebbe distrutto chiunque. Non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Che prende alla sprovvista. E così il giovane tiburtino, figlio della città alle porte di Roma, in pieno stile “superbo” come vuole tradizione locale, ha affrontato questa estrema prova che la vita gli ha messo davanti.
In queste pagine ha voluto raccontare tutto il suo percorso. Dalla scoperta della malattia. Alla caduta verso il punto più basso. Passando per la lotta e per il tentativo di risalita. Aggrappandosi proprio a quel respiro di vita che è diventato il titolo del suo primo scritto.
Lo abbiamo intervistato proprio per conoscerlo meglio e approfondire questo suo viaggio, più simile a una lenta battaglia. Lenta e inesorabile.
Chi è Andrea oggi, dopo il suo “Respiro di vita”?
Andrea oggi è una persona rinata e diversa rispetto a prima, ha imparato a guardare il mondo con occhi nuovi. Dopo il mio libro “Respiro di vita”, sono più consapevole di ciò che conta davvero: gli affetti, i veri amici, la famiglia, i veri problemi, e anche di avere una forza interiore che esce fuori nei momenti più bui e complessi. Ogni giorno è un’opportunità per costruire qualcosa di bello e per lasciare un segno positivo sulla vita di tutti i giorni. Ora non sono solo un sopravvissuto, ma sono qualcuno che vuole recuperare e vivere pienamente tutti i giorni della mia vita. E desidero condividere il mio percorso con tutte le persone che si trovano ad affrontare un percorso simile al mio, per dare forza e coraggio a tutti.
Dove hai raccolto la forza per andare avanti, se c’è stato qualcuno in particolare intorno a te in cui hai l’hai trovata maggiormente?
La mia forza interiore è nata dal bisogno di affrontare questa battaglia con molto coraggio e molta determinazione. Nonostante il mio carattere molto ansioso, inizialmente è stato difficile ma poi c’è stata un qualcosa simile ad una scintilla che mi ha spinto a non mollare. Oltre che combattere contro il male, è stata una lotta costante contro me stesso, ma giorno dopo giorno ho capito che non potevo arrendermi e che dovevo affrontare tutto a testa alta, anche per chi mi stava vicino.
Le due persone che mi hanno dato una spinta determinante sono stati i miei zii Lamberto e Mario. Entrambi avevo già combattuto situazioni oncologiche in passato e stavano combattendo nel mio stesso momento. Con loro, inizialmente, ho sfogato tutte le mie paure e miei pensieri di quello che stavo per affrontare. Il loro esempio di forza e coraggio è stato un esempio per me. Mi hanno insegnato che significa lottare, ma soprattutto lottare sempre restando positivi e sorridenti anche quando le situazioni sembrano avverse. Inoltre, il supporto della mia famiglia, dei parenti e degli amici stretti è stato fondamentale per portare a termine la parte, che era, più complessa della battaglia.
Come vivi adesso il presente, come pensi al futuro? Anche i rapporti sentimentali e di amicizia, nonché di lavoro, saranno sicuramente cambiati in quanto, immagino, hai un’idea più di cogliere l’attimo anziché pensare troppo a lungo termine.
La malattia mi ha insegnato a vivere più nel presente, a godermi ogni momento e a dare il giusto valore alle persone e alle esperienze. Prima ero più concentrato sul lungo termine, ma oggi cerco di costruire un futuro basato su ciò che mi rende felice ora. Pure quando mi trovavo in ospedale avevo sempre il pensiero per il mio futuro lavorativo ovvero il ristorante di famiglia. In questo momento sto cercando di riprendere piano piano il passo e continuare a crescere per portarlo avanti, che è una parte fondamentale della mia vita. Sul piano sentimentale, credo ancora nell’amore, ma ora sono più attento a circondarmi di persone vere, che mi facciano sentire davvero vivo e apprezzato. La mia priorità, comunque, è vivere appieno ogni giorno, senza perdere tempo su ciò che non conta davvero.
A proposito di futuro, sei riuscito a trasformare qualcosa di estremamente brutto in un’opportunità anche di crescita. Sei arrivato a scrivere il tuo primo libro in cui ti racconti. Pensi che la scrittura possa rappresentare per te una valida ipotesi per l’avvenire?
Sì, è vero, la scrittura è stata una scoperta straordinaria durante questo percorso. Mi ha dato la possibilità di esprimere le emozioni più profonde e di trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo. Al momento sto riflettendo sull’idea di scrivere un secondo libro, magari concentrandomi sulla rinascita o sulla guarigione in più in specifico, devo ancora riflettere bene. La scrittura è diventata una parte importante di me, e non escludo che possa essere il punto di partenza per nuovi progetti creativi.
Per ora mi godo il momento che sembra davvero molto emozionante e bello.
Parte del ricavato delle vendite del libro andrà in beneficenza.